Le "macchine" sono sempre state patrimonio dell'umanità fin dalla notte dei tempi, basti pensare agli utensili necessari per forgiare i metalli, agli aratri trainati dai buoi, ai carri, ai telai e via discorrendo. Lo scopo precipuo della "macchina" è sempre stato quello di aiutare l'uomo nello svolgimento del proprio lavoro, sgravandolo di parte della fatica e permettendogli di fare ciò che non era possibile compiere solamente con l'ausilio delle sue mani e delle proprie forze....
Nel corso del XIX secolo, con la creazione della macchina a
vapore e l'avvento della rivoluzione industriale le "macchine"
crebbero incredibilmente di potenza e per la prima volta fu logico iniziare a
porsi delle domande riguardo agli scopi del loro utilizzo. Avrebbero dovuto
aiutare l'uomo a condurre una vita più serena e felice, sgravandolo di parte
degli sforzi fisici che pesavano sulle sue spalle in precedenza, permettendogli
una vita più agiata lavorando di meno, oppure il loro scopo sarebbe stato
unicamente quello di aumentare la produttività, relegando l'uomo in un ruolo
sussidiario e deprivandolo della possibilità di costruire il reddito necessario
alla propria sopravvivenza?
Fin dal XIX secolo fu chiaro come la risposta si
manifestasse tutt'altro che scontata, come dimostrò in Inghilterra la nascita
del luddismo, vera e propria sommossa popolare soffocata nel sangue, che dava
voce al disagio di decine di migliaia di tessitori inglesi messi letteralmente
alla fame dal "progresso" e dalla nascita della macchina a vapore.
Nel XX secolo le "macchine" continuarono a
crescere a ritmo vertiginoso, sia in potenza che in ambito di utilizzo, alla
meccanica si affiancò l'elettronica e nel corso di un secolo dalle catene di
montaggio automatizzate si è giunti fino alle stampanti 3D dei nostri giorni.
Se un progresso tecnologico di questa portata fosse stato
messo a disposizione dell'umanità, oggi lavoreremmo tutti poche ore alla
settimana, avremmo un reddito che consente una vita agiata, non esisterebbe la
disoccupazione e potremmo fruire di una grande quantità di tempo liberato che
ci permetterebbe di dedicarci alla cultura, allo svago, allo sport e agli
interessi che ci sono più cari.
Invece ci ritroviamo sempre più poveri, con la
disoccupazione in aumento esponenziale, alla perenne ricerca di un lavoro. La
maggior parte delle persone che lavorano fanno mestieri aberranti con turni
massacranti e paghe da fame.
Qualcosa in tutta evidenza non ha funzionato, per produrre
un'automobile oggi occorre un centesimo del tempo e del personale necessario un
secolo fa, pur trattandosi sempre di un bene venduto al consumatore finale ad
un costo elevato. Le autostrade continuano ad avere pedaggi sempre più salati,
ma chi le gestisce ha sostituito migliaia di casellanti con altrettante
macchine che non percepiscono alcun salario mensile. Gli ipermercati dopo avere
sostituito i negozi accumulano fatturati miliardari, dando lavoro ad un numero
sempre più esiguo di dipendenti, destinato a ridursi ulteriormente nel prossimo
futuro con l'avvento sempre più massiccio delle casse automatiche. Nei
trasporti pubblici le "macchine" hanno da decenni sostituito i
bigliettai, così come nelle stazioni ferroviarie e in alcune metropolitane
(quella di Torino ad esempio) i convogli viaggiano senza la necessità di un
autista.
Gli esempi in questo senso potrebbero essere infiniti, ma in
buona sostanza decine di categorie di lavoratori sono sparite, sostituite dalle
"macchine" ed altre decine sono in fase di sparizione di pari passo
con il progredire della tecnologia, ma l'enorme incremento dei profitti
generato dall'eliminazione di milioni di salari non è stato redistribuito
secondo una minima logica di equità fra i cittadini.
Dal momento che per sopravvivere occorre comunque possedere
un reddito, essendo l'essere umano costretto suo malgrado a consumare il desco
un paio di volte al giorno, pagare le bollette, l'affitto o il mutuo, vestirsi
in maniera un minimo dignitosa e via discorrendo, dovrebbe essere chiaro a tutti
che non può esistere progresso finché alle decine di milioni di lavoratori
sostituiti dalle macchine ed alle altre decine di milioni che lo saranno nel
prossimo futuro non sarà data la possibilità di conseguirlo.
Distribuendo una piccola parte delle immense ricchezze
ottenute attraverso il progresso tecnologico questo può essere reso possibile
con la creazione di un reddito di cittadinanza che si basi sul proposito di
"lavorare meno ma lavorare tutti". Non si tratta, sia ben chiaro, di
voli pindarici o aneliti di utopia, ma di una necessità imprescindibile che
negli anni a venire si farà sempre più stringente, essendo parte integrante
della nostra possibilità di avere un futuro da vivere con dignità.
2 commenti:
Problema macchine, no, non macchine semplicemente problema UOMO,l'intima propensione all'avidita' determina i problemi, ma siccome diamo per scontata la perfezione umana, incolpiamo gli strumenti. Le macchine denotano una TECNICA, che industrializzata conduce alla tecnologia, ma giunti qui abbiamo un prodotto di consumo, realizzato da qualcuno che e' Concentrazione Industriale derivata da Accumolo Finanziario conseguito par Avidita' e da essa mantenuto accuratamente. Anche un Reddito da cittadinanza non risolve i problemi, anzi li aggrava. La cultura corrente e' e resta una cultura sociale creata per tenere sotto controllo le maggioranze evitando agli accumulatori di misurarsi col dissenso e soprattutto con una concorrenza che da sempre ha fornito molti problemi alle elite dominanti. Quando i dominati riusciranno a conseguire un minimo di Consapevolezza sulla propria situazione ? Pensando da Schiavi ovviamente non risolveranno il problema e per evitare problemi penseranno ad uno strumento atto ad evitare confronti anche "duri", appunto Reddito da Cittadinanza. Ci si puo' muovere altrimenti, si puo' anzi, si potrebbe, visto che l'ignoranza e la mancanza di rispetto per SE STESSI sono il vero problema, associato al seminato di sfiducia nel "SOCIALE e COMUNITARIO"abbondantemente dalla cultura scolastica e sociale sviluppata negli ultimi 60 anni. Confido comunque in una presa di COSCIENZA di coloro che SCHIAVI finalmente si rendano LIBERI e inizino a comportarsi, con intelligenza e magari usando gli strumenti tecnologici, da LIBERI.
ci avevano detto che il PC ci avrebbe aiutato nel nostro lavoro, lo ha fatto solo che ha creato un mucchio di disoccupati
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