Il
fenomeno del terrorismo è un qualcosa che ci accompagna fin da
quando eravamo bambini. A partire dagli anni 60 del secolo scorso, in
Italia, furono molte le stragi senza senso e senza "colpevoli"
che insanguinarono il Paese, a partire da quella di P.zza Fontana nel
dicembre del 1969, fino a quella della stazione di Bologna
nell'agosto del 1980, solo per citare due fra gli episodi più
eclatanti. Tutte manifestavano in comune il fatto di avere colpito
nel mucchio della "povera gente", di non essere supportate
da nessuna motivazione logica che potesse "giustificare" il
gesto, di essere rimasti nel tempo dei casi insoluti, senza un
colpevole e senza un movente plausibili.....
Nei
decenni seguenti il terrorismo di massa in Italia sparì, ma iniziò
a proliferare a livello internazionale di pari passo con la
globalizzazione, fino a raggiungere il proprio clou l'11 settembre
del 2001, quando a New York le torri gemelle furono abbattute
(ufficialmente dall'impatto con due aerei di linea) provocando oltre
3000 vittime fra la gente comune che albergava negli edifici. Come
conseguenza di questa vicenda la reazione emozionale (psicosi) e
politica fu sproporzionata, perfino alla luce dell'enormità della
tragedia e portò all'invasione di due stati sovrani (Afghanistan ed
Iraq) ed a tutta una serie di restrizioni delle libertà personali
che non aveva precedenti, negli Stati Uniti e non solo. In questo
caso, con la stessa sicumera attraverso la quale si riteneva che un
aereo di linea potesse abbattere un grattacielo, vennero individuati
anche i colpevoli materiali (tutti morti) ed i mandanti, individuati
nell'organizzazione terroristica di al Quaeda e nel suo presunto
leader, lo sceicco Osama Bin Ladin, ufficialmente ucciso in Pakistan
nel maggio del 2011 dalle forze speciali statunitensi.
Sempre
ad al Quaeda (dopo che inizialmente era stata additata l'Eta) venne
attribuita la responsabilità degli attacchi terroristici che
colpirono i treni locali di Madrid nel marzo 2004 (ad appena tre
giorni dalle elezioni spagnole) provocando 191 morti fra i
viaggiatori e di quelli accaduti nella metropolitana di Londra nel
luglio 2005 che causarono oltre 50 vittime.
Il terrorismo,
incarnato per tutto il primo decennio del nuovo secolo da al Quaeda,
diventò di fatto lo spauracchio attraverso il quale giustificare
tanto le guerre quanto le leggi liberticide, sempre declinate tutte
nel segno della lotta al terrore e pertanto incontestabili, dal
momento che chi le contestasse verrebbe considerato fiancheggiatore
dei terroristi.
Dopo la
morte di Bin Ladin, l'annientamento della Libia e l'assassinio di
Gheddafi nell'ottobre del 2011, il ruolo precedentemente attribuito
ad al Quaeda è diventato appannaggio dell'Isis, organizzazione
terroristica islamica se possibile ancora più "folcloristica"
di quanto già non lo fosse la precedente. Proprio all'Isis infatti
sono stati ricondotti i tragici attentati che lo scorso 13 novembre
hanno insanguinato le strade di Parigi, provocando 130 vittime, dopo
che già nel mese di gennaio sempre a Parigi 12 persone avevano perso
la vita durante un attentato alla sede del settimanale satirico
Charlie Hebdò attribuito ad Al Quaeda. La gravità degli attentati
di Parigi, rafforzata dall'enfasi mediatica con cui sono stati
presentati all'opinione pubblica, hanno di fatto prodotto in tutta
Europa una psicosi del terrore per molti versi simile a quella che
colpì gli Stati Uniti nel 2001, dimostrando che a prescindere da
quale sia la vera natura dei mandanti della strage, lo scopo della
stessa é stato pienamente raggiunto.
Il
fenomeno del terrorismo è infatti in tutto e per tutto simile a
quello della raccolta del pizzo da parte dei clan mafiosi. Se gli
emissari di un clan si recassero a chiedere il pizzo ai negozianti di
un paese tranquillo, costoro li metterebbero immediatamente fuori
dalla porta, dichiarando che non hanno nessun bisogno di protezione.
Se invece il clan provvede preventivamente ad incendiare qualche
negozio, rapinarne qualche altro e malmenare una mezza dozzina di
esercenti, gli emissari troveranno terreno fertile per le loro
richieste, dal momento che la paura indurrà i commercianti a pagare
senza farsi troppe domande.
Nel caso del terrorismo il clan mafioso è costituito dai gruppi di potere che una volta gestivano i singoli stati ed ora in tempi di globalizzazione agiscono a livello transnazionale, mentre i commercianti sono tutti i cittadini, educati e controllati dai media e dalla TV. Il pizzo non è costituito necessariamente da moneta sonante, ma può consistere anche nella cessione di quote sempre più imponenti di diritti e di libertà.
Nel caso del terrorismo il clan mafioso è costituito dai gruppi di potere che una volta gestivano i singoli stati ed ora in tempi di globalizzazione agiscono a livello transnazionale, mentre i commercianti sono tutti i cittadini, educati e controllati dai media e dalla TV. Il pizzo non è costituito necessariamente da moneta sonante, ma può consistere anche nella cessione di quote sempre più imponenti di diritti e di libertà.
Al
di là della risposta emozionale immediata conseguente a qualsiasi
attentato, costituita dalla pena e dalla paura, così come
connaturato nell'animo umano, occorre sempre riacquistare velocemente
lucidità e focalizzare l'attenzione sul "cui prodest".
Nascosto dietro a sigle e fantomatiche organizzazioni di comodo c'è
sempre qualcuno che ci vuole terrorizzati e vulnerabili, disposti ad
accettare la sua "protezione" in cambio della nostra
libertà. Facciamoci trovare sereni e liberi ed il terrorismo sparirà
come d'incanto perché avrá perso la sua ragione di esistere, in
fondo è tutta una questione di suggestione. Le probabilità di
morire coinvolti in un attentato sono infinitamente minori rispetto a
quelle di morire in un incidente stradale, domestico o sul lavoro,
tutte attività che non ci terrorizzano ed affrontiamo
quotidianamente con il sorriso sulle labbra.
4 commenti:
Io il lavoro non lo affronto mai con un sorriso sulle labbra. Un ghigno, piuttosto...
Ti capisco Pike, l'ho affrontato sempre anch'io con quel ghigno ;-)
Le possibilitò di essere coinvolti in un attacco terroristico sono minime? Ma in che mondo ed in che epoca vivi? Si sta scatenando una guerra ... e non basta non avere paura .. bisogna reagire militarmente e difendere i cittadini prevalentemente europei credo. Uccidoni noi i nostri giovani i nostri bambini e gli intelligentoni della UE non riescono o non vogliono proteggerci. Quando ti attaccano ti difendi, controlli le frontiere, identifichi chi entra in Europa ... e e' lunga da disquisire ... ma senza sorriso.
Gentile Piero,
il fatto che le possibilità di morire in un attacco terroristico siano minime, rispetto a quelle di perire in attività che svolgiamo quotidianamente, come lavorare o viaggiare in auto è una realtà espressa da qualsiasi statistica, non certo una mia opinione.
Detto ciò non avere paura, nel senso di non lasciarsi trascinare nella psicosi emotiva creata da chi mette in pratica il terrorismo, è necessario ma non è sicuramente sufficiente a risolvere il problema.
Il terrorismo, quello che ammazza gente innocente colpendo a caso nel mucchio, agisce con l'unico scopo di creare delle reazioni. Paura e confusione in primo luogo, più è consapevole di ottenerle, più insisterà nel suo disegno. Non si può chiedere alla UE di proteggerci, perché la UE è fra i primi mandanti del terrorismo stesso, insieme a tutti coloro che governano il processo di globalizzazione mondialista.
Controllare le frontiere e mettere un freno all'immigrazione selvaggia sono azioni indispensabili, ma non certo sufficienti per eliminare il terrorismo.
Per eliminare il terrorismo bisogna iniziare a domandarsi chi lo vuole e chi trae beneficio da stragi senza senso, bisogna reagire al processo di mondializzazione, smettere di essere manovrati dai media e prendere coscienza della realtà. Non si può sperare che ci difendano quelle stesse mani che armano i terroristi e li spingono a compiere le stragi.
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