A prescindere dal fatto che si
appartenga ai cultori della crescita infinita, che guardano ad una
popolazione mondiale proiettata verso gli otto miliardi di individui
entro il 2030, con conseguente raddoppio degli attuali consumi di
energia elettrica, che si faccia parte dei sostenitori della
decrescita, perseguendo un differente modello di sviluppo decisamente
più rispettoso delle esigenze ambientali, o più semplicemente che
non si possieda nessuna idea precisa al riguardo, è impossibile non
auspicare nel prossimo futuro un aumento della produzione energetica
da fonti rinnovabili, a detrimento di quella da combustibili fossili.....
Questo poiché le fonti energetiche
rinnovabili risultano essere fino a 250 volte più "pulite"
rispetto al carbone e 120 volte più "pulite" del gas
naturale che è il combustibile fossile meno inquinante in assoluto.
E tutti noi dovremmo avere ben presenti gli enormi danni derivanti
dall'inquinamento conseguente alla produzione energetica, sia in
termini di devastazione ambientale, sia in termini di pericolo per la
salute umana.
Indipendentemente da quale sia il
nostro metro di pensiero, non si può dunque fingere di ignorare
l'assoluta necessità di dare vita nell'immediato ad un nuovo sistema
energetico, fondato sulle fonti rinnovabili, che ci permetta al tempo
stesso di migliorare l'accesso all'energia e alla sua sicurezza e di
creare posti di lavoro, salvaguardando l'ambiente e la nostra salute.
Leggendo l'ultimo rapporto dell'agenzia
IRENA (International Renewable Energy Agency) si percepisce
l'impressione che uno sforzo di questo genere sia tutto sommato
possibile. Nelle sue pagine si può infatti constatare come il costo
di produzione dell'energia rinnovabile stia progressivamente
scendendo e risulti già in alcune zone del mondo pari o inferiore a
quello dei combustibili fossili, facendo si che le fonti energetiche
rinnovabili possano rimanere finanziariamente competitive, anche
qualora i prezzi del petrolio continuino a restare bassi per qualche
anno.
Entrando nello specifico, il costo
dell'energia solare da installazioni residenziali risulta essere
sceso di circa il 70 per cento dal 2008 e continuerà a diminuire nei
decenni futuri. Il costo dell'energia prodotta tramite i parchi
eolici sulla terraferma ha registrato una diminuzione del 18% dal
2009. La biomassa potrebbe coprire entro il 2030 il 20% delle
necessità energetiche dell'intero pianeta.
Sempre nelle pagine del rapporto viene
inoltre messo in evidenza come all'interno dell'area Ocse, circa 6,5
milioni di persone trovino occupazione nei diversi ambiti delle
energie rinnovabili, facendo si che la scelta dell'energia pulita si
caratterizzi come un'ottima soluzione anche in termini di ricaduta
occupazionale.
Con la speranza che anche la politica,
molto più incline a compiacere gli interessi dei grandi poteri
piuttosto che a perseguire il benessere dei cittadini, comprenda
l'assoluta necessità di compiere passi decisivi per sostenere
seriamente le energie rinnovabili, esistono dunque concrete
potenzialità perché il futuro energetico si manifesti più verde e
magari anche più equo nella distribuzione a tutti quegli strati
della popolazione mondiale che ancora soffrono di gravi gap
energetici.
1 commento:
nell'ultimo libro di J. Randers, del Club di Roma (2013), si legge che i costi di produzione dei pannelli solari negli anni 2012-2013 erano pari a un centesimo di quelli del 1975. Quindi oggi sono meno di un centesimo rispetto al 1975, e continuano a scendere
Posta un commento