Mentre
Giorgio Napolitano vola negli USA, per rassicurare il presidente
Obama, come già fatto in precedenza con la UE e la BCE, sul fatto
che l'esito delle elezioni è sotto controllo e dalle urne emergerà
comunque vada solamente un governo di camerieri preposto a continuare
sulla strada dell'annientamento del paese e della riduzione in
miseria della popolazione, il circo equestre della campagna
elettorale, ormai in completa confusione, inizia a sperimentare
esperienze tragicomiche di un lirismo impressionante.
Beppe
Grillo si appropria delle piazze d'Italia e riesce a riempirle ben
oltre quanto potesse essere immaginabile, raccogliendo una marea di
consensi, intorno a slogan (alcuni condivisibili altri meno) in fondo
molto elementari ma sempre ben calati all'interno della realtà di un
paese in via di disgregazione e vittima della disperazione diffusa che sta
montando sempre più. E dovrebbe bastare un'occhiata a quelle piazze
ed alla composizione dei cittadini che le riempono, per comprendere
come il suo sarà probabilmente un successo che travalicherà anche
le più ardite previsioni. Successo determinato dalle sue grandi
capacità di comunicatore, dall'ottima struttura organizzativa messa
in campo, dal malcontento generalizzato della popolazione, ma anche e
soprattutto dall'assoluta mancanza di alternative credibili fra
coloro (partiti che possano aspirare a superare il 4%) che si
propongono alla guida del paese. Il nulla assoluto presente intorno a
Grillo stupisce infatti innanzitutto per la totale mancanza di
qualsiasi elemento di novità o interesse che prescinda dalla volontà
di continuare sulla strada intrapresa, se è il caso fino alla morte, pronti a tutto per la UE e per l'euro, come a suo tempo ebbe modo
di dire il leader maximo Mario Draghi.....
Legacoop
Bersani si è ormai ridotto ad interpretare la macchietta di sè
stesso e dopo avere girato il mondo in lungo e in largo dal giorno
seguente all'investitura alle primarie, nel tentativo di vendere la
pelle di un orso ancora vivo, si è ritrovato impantanato nello
scandalo della banca di partito, nei rapporti promiscui con Vendola e
Monti, impegnato giorno dopo giorno nel mendicare il ruolo di maitre,
presso una BCE sempre più scettica nei suoi confronti. Nel goffo
tentativo di esperire un qualche pensiero autonomo che potesse
risultare accattivante per l'elettorato ormai fidelizzato (quello che
non lo era l'ha lasciato da tempo) è arrivato perfino ad imbastire
filippiche contro la corruzione, tanto più grottesche se pronunciate
dal leader di un partito che della corruzione ha fatto la propria
bandiera, come dimostra appieno proprio lo scandalo MPS, e da un uomo
noto per essersi fatto "regalare" un centinaio di migliaia
di euro proprio da quel Riva attualmente sotto accusa per avere
sterminato le famiglie di Taranto attraverso l'inquinamento generato
dall'azienda di famiglia.
Ma
siccome sia il lato buonista, con tanto di parlata emiliana, sia
quello "grintoso" preposto a sbranare gli avversari,
sembrano continuare a sortire scarsi effetti in termini di
popolarità, l'ultima carta giocata sul filo della disperazione è la
riesumazione della salma politica di Romano Prodi, proposto sul palco
a Milano e destinato a ritorcersi come un boomerang proprio sulle
spalle di Bersani, se solo gli italiani si ricorderanno chi fu l'uomo
che più di ogni altro si prodigò per trascinare l'Italia
nell'incubo dell'euro e della UE.
Se il
nulla abbacinante di Bersani è di quelli che danno fastidio agli
occhi, certo non sta riuscendo a fare di meglio Berlusconi. Il
salapuzio di Arcore, svestiti i panni del presidente dimissionario
che per 13 mesi ha votato pedissequamente ogni legge lacrime e sangue
di Mario Monti, ha indossato i panni del rivoluzionario, dividendosi
fra una certosina opera di contestazione di tutti i provvedimenti da
lui stesso votati ed il ruolo d'imbonitore da mercato rionale. Una
vera parodia del voto di scambio ad personam: "Se mi voti ti
rimborso l'IMU, ti abbasso l'Irpef, ti togo l'irap e per i primi
10mila offro anche un tablet in regalo o una termocoperta per chi si
trova già ad albergare sotto i ponti". Un Ponte ai siciliani,
un TAV ai piemontesi, un Mose ai veneziani, un rigassificatore ai
livornesi e via così fino al termine delle scorte.
Dopo
avere lodato Monti, fino al punto di proporlo al ruolo di leader
della propria coalizione (facendo il paio con i tentativi di
Bersani), nella veste di nemico del banchiere di Goldman Sachs
Berlusconi appare davvero scarsamente credibile e pure un poco
grottesco. Le promesse, i regali ed i contratti appaiono sempre più come
merce stantia, garantiranno forse il recupero di qualche punto percentuale,
ma la mancanza d'aria si percspisce chiaramente.
Il
banchiere golpista di Goldman Sachs Mario Monti, che ancora governa
il paese dopo essere riuscito a mandarlo a picco in soli 13 mesi non
sta certo meglio. La sua discesa in politica, fra un salottino TV, un
cane in affitto ed i comizi tenuti dentro a bugigattoli riservati a
pochi intimi, tratteggia la figura patetica di un personaggio che se
solo si affacciasse su una piazza riceverebbe in dono quintali di
pomodori ed arance, oltre ad epiteti impronunciabili.
Il suo
compito non è certamente quello di raccogliere un esteso consenso
popolare, ma semplicemente quello di marcare il territorio,
consapevole del fatto che chiunque vorrà proprorsi per governare
dovrà passare da lui per chiedere il permesso della UE, della BCE,
dell'FMI, di Obama e del resto del mondo.
La
campagna elettorale, se possibile, patetica lo è ancora di più, fra
la promessa di diminuzione delle tasse (da lui stesso varate) portata
con la mano destra, mentre quella sinistra (ancora al governo)
continua a metterne sempre di nuove. E la pretesa di avere salvato un
paese dove dopo il salvataggio solo più una persona su due ha ancora
un lavoro, il pil è in caduta libera (ma non si tratta di
decrescita, bensì di recessione) le imprese chiudono a ritmo
forsennato e sta sparendo perfino la speranza.
A fare
da corollario a questo campionario di miserie umane non poteva
mancare il giudice Antonio Ingroia, vero e proprio re della questua,
che da quando è entrato in politica ha sbagliato tutto quello che
poteva sbagliare e forse anche qualcosa di più. Ha mendicato i voti
dei movimenti che si battono sui territori e dopo avere ricevuto un
netto rifiuto ha cercato di appropiarsene lo stesso maldestramente. Ha
mendicato l'appoggio del PD ma gli hanno chiuso la porta in faccia
senza neppure premurarsi di spingerlo fuori. Ha mendicato l'appoggio
di Grillo provocando più di una risata. Ha mendicato il sostegno di
Nichi Vendola che ormai alberga in casa PD e certo non ha intenzione
di camminare fuori, dove fa freddo e per andare in parlamento occorre
il 4%.
Poi
dopo avere collezionato un serie di brutte figure da fare impallidire
perfino i politici consumati ed essersi proclamato mentore di una
società civile che alberga solamente nel suo immaginario, con tanti
compagni di viaggio come Ferrero, Diliberto e Bonelli che
preferiscono restare nell'ombra nella speranza che la gente si
scordi chi sono e un nutrito manipolo di poliziotti, giudici ed
avvocati che non guastano mai, ha fatto pure la pessima scelta di
andare a parlare in TV. Dove il telespettatore ha compreso fin da
subito che la sua "rivoluzione" è un po' troppo vicina a
Befera e ad Equitalia per rivestire un qualche carattere popolare,
così come il suo concetto di "evasore" molto
omnicomprensivo, fino a comprendere nella massa dei cittadini da
perseguitare anche i pensionati ed i disoccupati che non arrivano a
fine mese.
Già un
partito i cui voti sono quotidianamente in vendita al borsino del
miglior offerente non rappresentava qualcosa di molto accattivante,
ma la sensazione inizia a diventare quella che se Ingroia continuerà
a parlare, perfino il 4% inizierà a diventare un miraggio quasi come
l'alleanza con il PD.
Insomma
Napolitano, imitando Bersani, ha già venduto la pelle dell'orso ai
propri padroni, ma potrebbe anche non riuscire a prenderlo e vedersi
costretto a riportare gli italiani alle urne una seconda volta,
magari in primavera, nella speranza che in quell'occasione abbiano
capito bene quali sono gli ordini e cosa devono fare.
3 commenti:
Io mi auguro che arrivino alla frutta il 26.
Mi auguro che tutte le persone che sono ora alla disperazione possano riprendere a sperare che ci può essere una via d'uscita dalla schiavitù planetaria che vorrebbero costruirci addosso.
Mi auguro che nessun essere umano possa rinunciare più a pensare i suoi propri pensieri, non più le false promesse di falsi salvatori di patria siano essi di destra, sinistra,di centro e di chiesa.
Mi auguro che finalmente possiamo capire, e vivere, che tra il potere e l'Uomo bisogna sempre preferire l'Uomo.
Eleonora
io penso che nel momento in cui l'Italia sarà gemella della Grecia, ci saranno ancora milioni di cerebrolesi europeisti che voteranno per uno o per l'altro...
lelamedispadaccinonero.blogspot.it
ma perche' interessarsi tanto alle elezioni ? Non sarebbe meglio dissociarsene e fare qualcosa di costruttivo ?
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