L'hanno
chiamata operazione "Trash Food" ed ha portato al sequestro
di 2300 prosciutti, per un valore che si aggira intorno ai 300mila
euro, da parte dei Nas di Cremona in una quarantina di
stabilimenti di stagionatura emiliani e friulani.
Il sequestro si sarebbe reso
necessario, poiché all'interno degli allevamenti, prima di diventare
prosciutti, i maiali venivano alimentati attraverso l'uso di rifiuti
speciali, animali e vegetali. Agendo in questo modo l'organizzazione
a delinquere riusciva ad ottenere il duplice scopo di smaltire a
costo zero i rifiuti ed eliminare il peso economico derivante
dall'acquisto dei mangimi.
Insomma un nuovo capitolo
delle frodi alimentari che in casi del tutto eccezionali vengono portate alla luce , con però una particolarità che lo
contraddistingue dagli altri.
Generalmente le frodi
alimentari portate allo scoperto riguardano prodotti di fascia bassa,
destinati ai discount, d'importazione cinese ecc. o al più qualche
secondo marchio di aziende importanti che operano nella grande
distribuzione....
In questo caso i prosciutti
sequestrati fanno invece parte di quello che è il fiore all'occhiello della
produzione alimentare italiana. I prosciutti di Parma (1900 fra
quelli sequestrati) e quelli di San Daniele (400 fra i sequestrati),
rappresentano infatti nell'immaginario collettivo, insieme al Grana
Padano e al Parmigiano Reggiano, il livello top della produzione
nazionale. Prodotti che nel mondo tutti c'invidiano e costano un
sacco di soldi, estremamente ricercati da tutti coloro che non sono
costretti ad alimentarsi ai discount.
Le analisi che verranno
effettuate sui prosciutti sequestrati stabiliranno se la carne dei
maiali allevati mangiando rifiuti speciali può considerarsi o meno
nociva per l'organismo umano. Anche se sappiamo bene che l'eventuale
nocività è un elemento che andrebbe valutato nel lungo periodo,
mentre le analisi potranno verificare solamente l'eventualità
che i prosciutti producano un'intossicazione immediata.
Nel caso in cui dopo i
controlli sanitari i prosciutti vengano ritenuti idonei al consumo,
potranno con tutta probabilità ritornare in vendita, ma perderanno
il marchio di qualità che li contraddistingueva.
Porcherie può anche andare
bene insomma, purché non si parli di porcherie Dop.
2 commenti:
Speriamo che dalle analisi risulti che i rifiuti speciali non producano effetti immediatamente dannosi al nostro organismo, in questo modo potremo attingere direttamente al secchione sotto casa. Una svolta in questo tempo di crisi.
che futuro intriso di tristi prospettive si sta palesando, Betelgeuse...
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