Marco Cedolin
Quanta quiete spalmata sopra gli ultimi giorni di questo inverno che sta finendo, fra inattese tempeste di neve e ondate di freddo siberiano.
Almeno lui, l'inverno denota una qualche propensione all'anarchia, un sottile gusto nel lasciarsi andare a quella fantasia che troppo spesso latita nella nostra società contemporanea, infarcita di regole, di obblighi e divieti, tanto che da quando esci di casa al mattino, fino a sera ti ritrovi a camminare sopra a dei binari precostruiti, essendo già stato scritto anticipatamente tutto ciò che potrai e non potrai fare.
La neve si, proprio il turbinare dei bianchi fiocchi dentro ai cieli ormai improntati alla primavera, credo sia stato l'unico accadimento che nelle ultime settimane ci ha portato ad alzare gli occhi pervasi di fanciullesca curiosità verso notiziari e quotidiani, altrimenti infarciti solo di retorica e noiosa mediocrità.
Seguendo l'onda lunga del crac Parmalat, tutti ma proprio tutti i mestieranti della politica si sono profusi nella strenua difesa dei risparmiatori, nel professarsi paladini degli stessi, nel condannare con sdegno ciò che era accaduto, quasi la politica fosse estranea ai grandi malaffari economici, quasi si trattasse di uomini che vivono in un limbo al di fuori dalla realtà, pronti ad uscire dall'alcova solo per sentenziare, condannare, promettere.
Quanta malinconia nella diatriba del Bossi, caricaturale archetipo dell'uomo del nord ed il vaticano, criticato quest'ultimo più per la familiarità con il dialetto romanesco piuttosto che non per seri e fondati motivi, e pensare che solo facendo un minimo sforzo, di questi se ne potrebbero facilmente trovare a iosa.
Quanta pena genuina nell'ascoltare l'accorata indignazione dei Rutelli, dei Fassino, dei Follini e del camerata pentito Fini Gianfranco, tutti lì, insieme a difendere l'8 per mille e l'amore del nostro mondo politico per la sacra romana chiesa. Quale contrasto fra il candido silenzio delle colline immerse nella neve e il tramestio delle voci concitate di quegli uomini del centrosinistra che hanno inteso spiegarci come fosse giusto marciare per la pace si ma…. ma in fin dei conti l'invio del contingente italiano in Iraq non era poi una scelta così scellerata, dal momento che si trattava di preservare la pace. Già la pace e gli interessi dell'imprenditoria italiana in loco, perché quando si tratta d'interessi commerciali anche le idee devono essere messe in secondo piano, che con quelle non si mangia cosa credete?
Quale stupore nel volgere lo sguardo posato sulle fronde degli alberi decorate dai ricami bianchi ed accorgerci che la riforma Moratti in verità non è quel mostro che noi pensavamo.
Anzi nelle parole degli eleganti portavoce del cavaliere ciò che pensavamo la riforma fosse era in verità l'esatto contrario di ciò che in realtà la riforma si propone di ottenere. Libertà, uguaglianza, fraternità e massima valorizzazione dell'individuo.
Probabilmente in preda ad un attacco di agrammatismo abbiamo letto male o male interpretato o più semplicemente si trattava di una delle solite congiure della sinistra eh già la sinistra.
Molte volte ci si lascia trasportare dal fanciulletto che è in noi e si rimane così, appiccicati col naso al gelido vetro della finestra, ad inseguire lo sfarfallio dei fiocchi che volteggiano leggeri, senza avere più cognizione del tempo e delle cose che ci stanno intorno.
L'Italia, ci spiegano coloro che più di noi sono avvezzi a leggere le cifre e su quelle cifre costruiscono parabole e da quelle cifre desumono tendenze e prospettive ostentando sicurezza ed ottimismo.
L'Italia ci dicono è un paese in salute, che ha reagito bene alla difficile congiuntura economica, che con qualche sforzo, qualche sacrificio ulteriore riuscirà perfino ad agganciarsi al treno della ripresa americana.
Com'è difficile distogliere lo sguardo dall'abbacinante biancore del giardino, dalla siepe che vediamo ogni mattina ma oggi sembra assurta a nuova vita con questo candido vestito gettato sulle spalle.
Eppure veniamo richiamati alla realtà da coloro che ci fanno notare come la disoccupazione sia scesa, il pil salito, i redditi anche, le tasse pure (ma in questo caso si tratta di un dato ininfluente che verrà corretto), l'azienda Italia sta insomma concretando notevoli segnali di ripresa ed è davvero un delitto la miopia di noi che non ce ne siamo accorti.
Allora torniamo a perderci nelle orme del gatto che la neve sta ricoprendo giù in cortile, dimentichi della carta di credito ormai spremuta fino all'ultima stilla, inconsapevoli del posto di lavoro che abbiamo perso qualche giorno fa. Non esistono rate del mutuo da pagare, né bollette, né aziende che chiudono, né stipendi che non bastano ad arrivare a fine mese.
Esiste solo la neve, così bianca, così candida, così magnetica ne suo trasformare ogni cosa, da farci pensare che sarebbe bello se i nostri occhi si perdessero dentro di lei, senza pensieri, senza il pensiero di pensare, senza realtà.
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