venerdì 18 luglio 2008

Treni ad alta pericolosità

Marco Cedolin

La notizia riferita dai delegati Rsu/Rsl dell'Assemblea nazionale ferrovieri, riguarda un fatto accaduto il 14 luglio ma è stata resa pubblica con grande risalto sulle prime pagine dei giornali solo oggi, mentre il 15 luglio quegli stessi giornali erano per uno strano scherzo del destino impegnati a promuovere con grande enfasi la società NTV di Montezemolo e soci con i nuovi TAV verniciati rosso Ferrari.
Durante il trasferimento dall’officina di manutenzione alla stazione centrale di Milano un convoglio Eurostar si è letteralmente spezzato in due, senza provocare una tragedia solamente perché fortunatamente il treno era ancora privo dei passeggeri che avrebbe dovuto caricare da lì a pochi minuti.
L’incidente riguarda il treno Eurostar 9427, Milano-Roma delle ore 7,00, un ETR 500 che si è spezzato in due tronconi tra le carrozze 11 e 12, probabilmente a causa dell’usura o dell’inadeguatezza manutentiva dei materiali del gancio. I delegati che hanno dato la notizia hanno riferito che “fortunatamente il fatto è avvenuto a bassa velocità, con il treno vuoto con la sola conseguenza di ritardi e soppressioni di corse per Roma, mentre dopo solo pochi minuti lo stesso treno sarebbe stato in marcia pieno di viaggiatori” e il guasto avrebbe determinato conseguenze ben più drammatiche.

L’episodio non costituisce un fatto isolato in quanto stando alle dichiarazioni dei delegati il 5 aprile nei pressi di Roma l'Eurostar 9437, Milano-Roma delle ore 12, a 250 Km/h, perse il tetto rischiando l'impatto con i treni provenienti in senso opposto ed il 28 maggio, sempre vicino Roma, si spalancò una porta in corsa al 9304, T-biz Roma-Milano delle 18 e 02, mentre viaggiava a 220 Km/h, senza che le apparecchiature lo segnalassero al macchinista.
Accadimenti di questo genere rappresentano la cartina di tornasole che dimostra lo stato di assoluto degrado in cui versano le Ferrovie italiane che hanno negli anni smantellato i servizi di manutenzione, praticando la sistematica riduzione del personale. Un degrado così profondo, come la mancanza di qualunque investimento volto a garantire la sicurezza dei viaggiatori e l’efficienza del servizio stanno impietosamente a dimostrare, lascia intuire che il disfacimento delle Ferrovie italiane non sia da imputare semplicemente ad una cattiva gestione delle stesse, ma rappresenti invece il risultato di un’oculata scelta politico/strategica volta a favorire l’avvento della grande imprenditoria privata, magari recante il logo del cavallino rosso di Montezemolo, che ha in progetto di costruire il proprio profitto utilizzando quelle infrastrutture che le Ferrovie di Stato hanno costruito creando enormi voragini nel loro bilancio ed in quello del Paese.

Il fatto che i principali giornali abbiano dato grande risalto alla notizia dell’incidente del 14 luglio, seppure 4 giorni dopo, al fine di poterla accodare alla campagna pubblicitaria in favore di NTV, indica chiaramente l’apertura di una nuova fase all’interno del programma di smantellamento del servizio pubblico ferroviario.
La fase di sistematica distruzione del servizio e dell’annientamento economico, realizzato quest’ultimo per mezzo degli investimenti faraonici nella truffa dell’alta velocità, è ormai arrivata a maturazione ed è giunto il momento di procedere ad una campagna mediatica che porti a conoscenza di tutti il fatto che le ferrovie sono ormai in tutto e per tutto simili ad un malato terminale che sta collassando senza speranza di guarigione. Questa operazione mediatica rappresenterà il viatico per far si che fra un paio d’anni con l’avvento della liberalizzazione del servizio ferroviario i privati deputati a spartirsi la torta creata attraverso l’eutanasia delle Ferrovie di Stato, vengano accolti dall’opinione pubblica come veri e propri salvatori della patria ai quali sarà giusto “assegnare” le tratte più redditizie negli orari più redditizi affinché possano costruire facile profitto.
Un’operazione sporca all’interno della quale anche l’informazione concernente fatti reali, qualora mirata e dispensata con il giusto risalto ed i giusti tempi, può diventare disinformazione funzionale a fuorviare la sensibilità dell’opinione pubblica.

6 commenti:

Luca C. ha detto...

In questa ossessione dell'alta velocità ferroviaria credo di ravvisare un che di morboso, un segno di decadenza culturale e di invecchiamento.
Sul piano ideologico, c'è la volontà di farsi belli con la supremazia tecnologica da parte di uomini che non hanno una piena contezza dei costi e delle difficoltà della tecnica (lì in mezzo l'unico che possa dirsi un imprenditore è Della Valle, che però, intendiamoci, fabbrica scarpe).
Sul piano pratico, c'è il fatto che una ferrovia (per di più ad alta velocità) viene costruita con soldi pubblici. Come gli inceneritori, come le centrali nucleari, come i ponti sullo stretto di Messina... vuoi mettere quanto è più sicuro rispetto a fare l'imprenditore?
Ciao
Luca

antonio costa ha detto...

Caro Marco, spronato anche dalle tue parole ho deciso di continuare la lotta fino all'ultimo giorno (il 23 luglio) e così sto organizzando una manifestazione per il 22 all'interno dello scalo dove lavoro, alla presenza di lavoratori, politici, giornalisti e utenti del servizio merci di Trenitalia. Per protestare insceneremo un incatenamento simbolico ai vagoni e ci rifiuteremo di scaricare le merci per impedire che vengano ritirati i carri vuoti come disposto da FS entro il 24 luglio.
Spero così che la nostra protesta possa varcare il mare e arrivare all'attenzione dei media nzionali
Grazie ancora per il sostegno che spero continuerai a darmi, se vorrai, anche concretamente, magari inserendo il mio blog tra i tuoi siti amici.
Tiabbraccio
Antonio

antonio costa ha detto...

grazie per esserci

Roberta da Sydney ha detto...

ciao

marco cedolin ha detto...

Caro Luca,
hai perfettamente ragione, l'ossessione per l'alta velocità contiene in sè qualcosa di morboso e decadente, così come il mito dell'uomo creato per sopraffare la natura "maligna" che pone dei limiti alle sue azioni.

Per quanto concerne la grande imprenditoria italiana, se mai toccasse a questi signori costruire le infrastrutture con i propri danari, Confindustria si profonderebe ogni giorno nello sponsorizzare il ritorno alle mulattiere e ai viaggi a dorso di mulo.

Ciao
Marco

marco cedolin ha detto...

Caro Antonio,
se riesci a darmi in mail qualche dato in più e gli ultimi aggiornamenti, per il 22 facciamo un articolo per cercare di sostenere la vostra iniziativa e portare il problema a conoscenza di quanta più gente possibile.

A presto
Marco

Ciao Roberta, ricambio il saluto con simpatia :-)