lunedì 31 maggio 2010

Prima la carneficina poi il rapimento


Marco Cedolin
Dopo essersi completamente disinteressati della missione umanitaria diretta a Gaza, fino al momento in cui a massacro compiuto sarebbe stato impossibile ignorare l'accaduto, tutti i rappresentanti politici ed istituzionali italiani ed internazionali stanno prendendo coscienza della tragedia, facendo seguire al proprio "risveglio" qualche messaggio poco convinto d'indignazione, commisto ad ipocrite scene di stupore e costernazione.
Qualcuno, come la Spagna e la Grecia, ostentando maggiori dosi di coraggio, ha perfino avuto l'ardire di convocare l'ambasciatore israeliano per chiarimenti. Altri, come le Nazioni Unite e il ministro Frattini, che con il coraggio hanno assai poca dimestichezza, invocano in queste ore un'inchiesta che chiarisca l'accaduto, dal momento che non é loro chiara la dinamica dei fatti.
Le forze speciali israeliane hanno abbordato alcune navi cariche di pacifisti ed aiuti umanitari, sparando addosso ai civili inermi ed ammazzando una ventina di persone, ma in fondo in fondo avranno pure avuto delle buone ragioni per farlo, stanno in tutta evidenza pensando Frattini ed i suoi epigoni in queste ore, dal momento che siffatta violenza non rientra certo nelle corde di un paese pacifico e democratico quale Israele è da sempre.

Insomma le grandi democrazie da esportazione dialogano con gli ambasciatori, s'indignano ed auspicano inchieste, ma fingono d'ignorare il fatto che oltre alla carneficina costata la vita o il ferimento ad una cinquantina di persone, esistono anche altri 600 e più componenti della Flotilla, di cui non si sa notizia, essendo di fatto scomparsi nel nulla.
Oltre 600 persone, fra cui l'amica Angela Lano e altri tre attivisti italiani, sono infatti state deportate insieme alle navi e al loro carico presso il porto israeliano di Ashdod, senza che sia stato reso noto il loro stato di salute ed il loro destino. Il porto è infatti stato dichiarato dalle autorità israeliane zona militare interdetta a tutti, giornalisti compresi.

Israele in parole povere ha secretato ogni cosa, a parte qualche scorcio filmato dell'accaduto ripreso in queste ore dai media.
Non è dato sapere quanti (e chi) realmente siano i morti, quanti (e chi) siano i feriti. Dove ed a quale titolo vengano detenuti i superstiti e quale possa essere il loro destino futuro.
Le famiglie di 700 persone nel frattempo sono costrette a struggersi senza che venga in loro soccorso alcun tipo di supporto e informazione.
Forse oltre a manifestare ipocrita sgomento ed auspicare l'avvio di un'inchiesta che chiarisca l’accaduto, Frattini ed i suoi epigoni farebbero meglio a chiarirsi le proprie idee, iniziando a porre qualche piccola domanda agli "amici" israeliani, riguardo alla sorte dei loro connazionali rapiti dai "pirati" in acque internazionali.
Con comodo naturalmente, dal momento che la politica ha i suoi tempi e comprendiamo come mettere fretta risulti cosa invero assai disdicevole.

5 commenti:

Giacomo Gabellini ha detto...

Qui stiamo veramente raschiando il fondo del barile. In ventiquattro anni di vita non ho mai assistito a una cosa simile. Una nave con a bordo settecento civili di quaranta nazionalità differenti è presa sotto il fuoco israeliano, che in pochi minuti riesce a mietere una ventina di vittime (saranno indubbiamente di più) trasferendo poi i "superstiti" (miracolati) in una zona militarizzata senza fornire uno straccio di spiegazione. Le grandi democrazie occidentali cosa fanno? Chiedono che "venga fatta chiarezza". Come se la dinamica non fosse chiara anche a un cieco. Marco ormai non riesco più a immaginare di cosa siano capaci gli israeliani, e non capisco come possa essere tollerata una vergogna simile. Complimenti per l'articolo. Cari saluti e un abbraccio.

Tina ha detto...

Invece ho seguito anche la guerra del Golan, la fatidica guerra dei 6 giorni del 1967, ero giovanissima ,a con la capacità di capire, capire che loro, gli Israeliani, di vittima hanno la nomea, ma hanno assorbito tutta la metodologia dei nazisti autori dell'olocausto, la stanno applicando.
Lo hanno detto e stanno mantenendo, si fermeranno quando l'ultimo Palestinese sarà affogato nel Giordano.
I baschi verdi dell'ONU dovrebbero stazionare in pianta stabile da quelle parti, invece no, si lascia mano libera ai discendenti di Caino che non intendono smentire la loro natura.
Non dico altro Marco, sono troppo arrabbiata e se questo è un popolo, sarebbe stato meglio non fosse mai esistito.
Notte Buona Marco.

Anonimo ha detto...

Il principio della rappresaglia israeliana è un principio conosciuto nel mondo" Alfredo Mantica, sottosegretario agli Esteri

da dimissioni IMMEDIATE
ciao, R

Alba Kan ha detto...

Se gli israeliani, sono capaci di commettere qualsiasi violazione dei diritti umani è solo perchè sanno che l'occidente glie lo permetterà sempre.
La nave di flotilla era li da giorni, e questo massacro era nell'aria, ma nessuno si è scomodato ad intimare ad Israele di lasciare in pace una barca di aiuti umanitari...bastava poco...ma sono stati tutti impegnati a scrivere il comunicato di "rammarico" per il dopo massacro.
Nessuno ha espresso indignazione, è vergognoso!

marco cedolin ha detto...

Cari Giacomo, Tina, Alba e Roberto,
i vostri commenti hanno la valenza di un articolo nell'articolo....
Molte volte penso di essere fortunato ad avere lettori come voi e altri, che regolarmente arricchiscono il corrosivo con le proprie riflessioni.