Marco Cedolin
Sono andati per bastonare e sono finiti bastonati, verrebbe da dire metaforicamente parlando, tirando le somme della grande offensiva portata in Valsusa dai fautori del TAV nel corso di questo mese di gennaio. Offensiva studiata a tavolino negli ultimi 4 anni con cura certosina da Mario Virano e dalla classe politica che gli fa da contorno, ma valutata evidentemente con troppo ottimismo, sulla base d’informazioni e “sensazioni” assai disancorate dalla realtà.
Tutto è iniziato all’alba di martedì 12 gennaio, quando una delegazione delle forze dell’ordine si è presentata dinanzi al presidio dell’autoporto di Susa per prendere possesso dei terreni oggetto dei carotaggi. In quell’occasione circa 300 presidianti che avevano passato l’intera notte al gelo si sono rifiutati di lasciare il passo, ricevendo in cambio minacce di future denunce.
L’offensiva, scientemente calcolata, ha allora preso forma per mezzo di una massiccia campagna mediatica, veicolata attraverso giornali e TV, attraverso la quale si alternava l’ironia nei confronti dei 300 NO TAV, definiti a più riprese 4 gatti, ad alcune considerazioni in merito ad un movimento in aperta crisi che avrebbe perso non solo ogni appoggio politico, ma anche la capacità di aggregazione e mobilitazione dei cittadini. Considerazioni condite con il convincimento che la maggior parte dei valsusini avesse ormai rinunciato a lottare contro l’alta velocità, lasciando il testimone ad un piccolo gruppo di facinorosi che non volevano arrendersi neppure di fronte all’evidenza di una battaglia ormai persa.
L’offensiva è poi proseguita la settimana successiva, quando nel cuore della notte, con grande spiegamento di forze dell’ordine, la “banda del buco” è riuscita a montare una trivella
a Susa su un terreno di proprietà della Sitaf e nel corso della mattinata perfino a presentare nel centro del mercato cittadino un “camper informativo SI TAV” con a bordo il presidente della Provincia di Torino Saitta, nel ruolo inedito di distributore di volantini e slogan che ormai hanno fatto il proprio tempo. Camper che di fronte alle prime domande portate con atteggiamento critico (senza alcun spirito violento beninteso) ha pensato bene di volatilizzarsi, insieme con l’alta figura politica che recava a bordo, per non ripresentarsi più in Val di Susa nei giorni successivi.
L’offensiva ha poi toccato il proprio acme il giorno seguente, con l’installazione di una seconda trivella presso la stazione di Condove, unitamente all’annuncio (già ventilato nei giorni precedenti) di una grande manifestazione bipartisan a favore del TAV, organizzata al Lingotto di Torino dal sindaco Sergio Chiamparino. Manifestazione che stando alle parole dei suoi organizzatori avrebbe dimostrato come la maggioranza dei cittadini sia in realtà favorevole all’alta velocità e poco disposta a subire i “ricatti” di uno sparuto gruppo di facinorosi che osteggiano un progetto di siffatta importanza.
Tutto è finito nel corso del weekend, quando appunto chi con atteggiamento spavaldo era partito per bastonare, si è ritrovato attore di una ritirata ben poco dignitosa, fra i calcinacci delle proprie mistificazioni che crollavano come un castello di carte.
Sabato 23 gennaio, dal presidio di Susa è partita infatti una grande manifestazione forte di oltre 40.000 persone (in stragrande maggioranza valligiani) che ha attraversato come un fiume sterminato di bandiere NO TAV la cittadina, ribadendo in maniera inequivocabile l’assoluta contrarietà del territorio nei confronti di un’infrastruttura ritenuta tanto inutile quanto dannosa. Una moltitudine di uomini, donne, ragazzini, pensionati, in grado di fugare qualsiasi dubbio sia sull’identità di coloro che si oppongono all’alta velocità, sia sulla dimensione strabordante della partecipazione, uguale se non superiore ai livelli del 2005.
Sergio Chiamparino, dopo avere trasformato la propria manifestazione in un convegno da tenersi in una sala (non troppo grande) del Lingotto si è ritrovato invece (ironia della sorte) davvero con 4 gatti, dal momento che per tentare di offrire un’immagine meno desolante e riempire i 600 posti a sedere, perfino i consiglieri provinciali e regionali, compresa la presidente Bresso sono stati fatti accomodare fra il pubblico. Dinanzi a 500 persone, in gran parte rappresentanti politici del PD, si è così svolta l’arringa di Mario Virano che da abile oratore quale è ha ancora una volta sviscerato le ragioni della Torino – Lione che pur non trovando conforto nei numeri allignano all’interno di un “sogno” da portare avanti un po’ per fede e un po’ perché muovendo grandi volumi di denaro del contribuente la politica in fondo il suo tornaconto riesce sempre a trovarlo.
In conclusione al termine della giornata, tanto Chiamparino, quanto Virano, quanto la Bresso, hanno dovuto ammettere che in Val di Susa ci sono quarantamila persone (non 4 gatti) che non vogliono l’alta velocità e trattasi di famiglie e cittadini normali, non certo di sparuti gruppi di antagonisti. Il sindaco di Torino, con la difficoltà a far di calcolo che lo contraddistingue, ha altresì dichiarato che quarantamila o no essi rappresentano pur sempre una minoranza (accompagnato in questo ragionamento dal ministro Matteoli) nell’ambito italiano, ragione per cui si andrà avanti più decisi che mai con la progettazione.
Si potrebbe osservare che anche i torinesi che hanno votato lui, in ambito italiano rappresentano un’esigua minoranza, così come coloro che hanno votato il governo sono sparuta minoranza in ambito europeo, ma non per questo la sua persona ed il governo italiano vengono tacciati come espressione minoritaria.
Tutto è iniziato all’alba di martedì 12 gennaio, quando una delegazione delle forze dell’ordine si è presentata dinanzi al presidio dell’autoporto di Susa per prendere possesso dei terreni oggetto dei carotaggi. In quell’occasione circa 300 presidianti che avevano passato l’intera notte al gelo si sono rifiutati di lasciare il passo, ricevendo in cambio minacce di future denunce.
L’offensiva, scientemente calcolata, ha allora preso forma per mezzo di una massiccia campagna mediatica, veicolata attraverso giornali e TV, attraverso la quale si alternava l’ironia nei confronti dei 300 NO TAV, definiti a più riprese 4 gatti, ad alcune considerazioni in merito ad un movimento in aperta crisi che avrebbe perso non solo ogni appoggio politico, ma anche la capacità di aggregazione e mobilitazione dei cittadini. Considerazioni condite con il convincimento che la maggior parte dei valsusini avesse ormai rinunciato a lottare contro l’alta velocità, lasciando il testimone ad un piccolo gruppo di facinorosi che non volevano arrendersi neppure di fronte all’evidenza di una battaglia ormai persa.
L’offensiva è poi proseguita la settimana successiva, quando nel cuore della notte, con grande spiegamento di forze dell’ordine, la “banda del buco” è riuscita a montare una trivella
a Susa su un terreno di proprietà della Sitaf e nel corso della mattinata perfino a presentare nel centro del mercato cittadino un “camper informativo SI TAV” con a bordo il presidente della Provincia di Torino Saitta, nel ruolo inedito di distributore di volantini e slogan che ormai hanno fatto il proprio tempo. Camper che di fronte alle prime domande portate con atteggiamento critico (senza alcun spirito violento beninteso) ha pensato bene di volatilizzarsi, insieme con l’alta figura politica che recava a bordo, per non ripresentarsi più in Val di Susa nei giorni successivi.
L’offensiva ha poi toccato il proprio acme il giorno seguente, con l’installazione di una seconda trivella presso la stazione di Condove, unitamente all’annuncio (già ventilato nei giorni precedenti) di una grande manifestazione bipartisan a favore del TAV, organizzata al Lingotto di Torino dal sindaco Sergio Chiamparino. Manifestazione che stando alle parole dei suoi organizzatori avrebbe dimostrato come la maggioranza dei cittadini sia in realtà favorevole all’alta velocità e poco disposta a subire i “ricatti” di uno sparuto gruppo di facinorosi che osteggiano un progetto di siffatta importanza.
Tutto è finito nel corso del weekend, quando appunto chi con atteggiamento spavaldo era partito per bastonare, si è ritrovato attore di una ritirata ben poco dignitosa, fra i calcinacci delle proprie mistificazioni che crollavano come un castello di carte.
Sabato 23 gennaio, dal presidio di Susa è partita infatti una grande manifestazione forte di oltre 40.000 persone (in stragrande maggioranza valligiani) che ha attraversato come un fiume sterminato di bandiere NO TAV la cittadina, ribadendo in maniera inequivocabile l’assoluta contrarietà del territorio nei confronti di un’infrastruttura ritenuta tanto inutile quanto dannosa. Una moltitudine di uomini, donne, ragazzini, pensionati, in grado di fugare qualsiasi dubbio sia sull’identità di coloro che si oppongono all’alta velocità, sia sulla dimensione strabordante della partecipazione, uguale se non superiore ai livelli del 2005.
Sergio Chiamparino, dopo avere trasformato la propria manifestazione in un convegno da tenersi in una sala (non troppo grande) del Lingotto si è ritrovato invece (ironia della sorte) davvero con 4 gatti, dal momento che per tentare di offrire un’immagine meno desolante e riempire i 600 posti a sedere, perfino i consiglieri provinciali e regionali, compresa la presidente Bresso sono stati fatti accomodare fra il pubblico. Dinanzi a 500 persone, in gran parte rappresentanti politici del PD, si è così svolta l’arringa di Mario Virano che da abile oratore quale è ha ancora una volta sviscerato le ragioni della Torino – Lione che pur non trovando conforto nei numeri allignano all’interno di un “sogno” da portare avanti un po’ per fede e un po’ perché muovendo grandi volumi di denaro del contribuente la politica in fondo il suo tornaconto riesce sempre a trovarlo.
In conclusione al termine della giornata, tanto Chiamparino, quanto Virano, quanto la Bresso, hanno dovuto ammettere che in Val di Susa ci sono quarantamila persone (non 4 gatti) che non vogliono l’alta velocità e trattasi di famiglie e cittadini normali, non certo di sparuti gruppi di antagonisti. Il sindaco di Torino, con la difficoltà a far di calcolo che lo contraddistingue, ha altresì dichiarato che quarantamila o no essi rappresentano pur sempre una minoranza (accompagnato in questo ragionamento dal ministro Matteoli) nell’ambito italiano, ragione per cui si andrà avanti più decisi che mai con la progettazione.
Si potrebbe osservare che anche i torinesi che hanno votato lui, in ambito italiano rappresentano un’esigua minoranza, così come coloro che hanno votato il governo sono sparuta minoranza in ambito europeo, ma non per questo la sua persona ed il governo italiano vengono tacciati come espressione minoritaria.
Ma in fondo è giusto lasciare spazio a questo sfogo con relativa fantasiosa arrampicata sugli specchi, bastonate di questo genere, si sa, fanno molto male e soprattutto rischiano di lasciare il segno, a maggior ragione quando ci si trova alla vigilia di una campagna elettorale.
7 commenti:
Se solo la gente si accorgesse del grande potere che ha nelle mani, molte cose andrebbero meglio in questo paese....(e anche in altri).
Questa è la dimostrazione (ribadita anche in altri post da te, Marco) che una marea di gente può cambiare la sorte in modo pacifico, facendo valere lesue ragioni, che poi non sono altro che il proprio diritto a decidere...in quanto popolo Sovrano.
Ciao Marco!..vedi sotto
Rob
ricevo e inoltro:
L'insostenibile scelta di Bra
Mercoledì 27 Gennaio 2010 10:42
E’ con grande rammarico che apprendiamo dagli organi di stampa delle dichiarazioni del primo cittadino Bruna Sibille del Comune di Bra (CN) relativamente all’alta velocità.
L’adesione convinta alla recente manifestazione a favore della TAV contrasta con le politiche e le esperienze di mobilità sostenibile per cui la stessa amministrazione è stata recentemente premiata in occasione della terza edizione del Premio Comuni a 5 stelle.
Pur confermando le motivazioni che hanno spinto la giuria del Premio ad indicare nella cittadina di Bra il comune vincitore per l’edizione 2009, sentiamo il bisogno, come associazione che si batte quotidianamente (attraverso progettualità concrete ed efficaci) contro un modello di sviluppo che vede nelle cosiddette grandi opere e in una certa mobilità palesemente insostenibile la punta di un iceberg contro cui si infrange la qualità della vita e le possibilità di futuro delle nostre comunità, dire a chiare lettere che riteniamo la scelta di Bra sbagliata.
Legittima, ma sbagliata!
Pronti ad interloquire (anche pubblicamente) con il Sindaco e la sua giunta in merito a questa decisione, porgiamo cordiali saluti.
Il Comitato direttivo dell’Associazione Comuni Virtuosi
giro il post sul mio blog , e un articolo troppo interessante .
ciao Marco
Cara Alba,
in effetti la gente, solamente attraverso la scelta di spendersi in prima persona, ha fra le mani un potere immenso che regolarmente misconosce e dimentica di esercitare.
Caro Roberto,
la precisazione e l'ammonimento da parte dell'Associazione Comuni Virtuosi mi pare tanto doverosa quanto condivisibile.
Si tenga conto oltretutto che il sindaco di Bra, nell'esercitare il proprio atto di servilismo a beneficio della mafia del TAV, ha fatto una scelta priva di qualsiasi logica.
Il comune di Bra non fa parte infatti del territorio che sarebbe interessato dall'opera e non è neppure in provincia di Torino, bensì di Cuneo. Risulta pertanto totalmente disancorato dalla problematica ed alieno a qualsiasi ricaduta (sia di tipo ambientale che economico) sul territorio.
Pertanto si è trattato di un "baciamano" del tutto fuori luogo e scarsamente legittimo, praticato da un'amministrazione comunale recentemente insignita di un'onorificenza a titolo ambientale che in tutta evidenza non merita.
In Val di Susa attendiamo con trepidazione di conoscere le motivazione che Bruna Sibille avrà intenzione di accampare per giustificare la decisione presa dalla propria giunta.
Caro Fabrizio, grazie e un abbraccio!
Ahh! Che boccata di aria buona!
Un bell'articolo.
Grazie, Sofia Astori.
altri aggiornamenti
NOTIZIE
26 gennaio 2010: -Perché sto con i No tav- Livio Pepino Membro togato del Consiglio Superiore della Magistratura [25 Gennaio 2010] www.Carta.org. Quel che la gente della valle sente, sta scritto nella Costituzione .
26 gennaio 2010: Solidarietà ai No-Tav dai banchi del Parlamento Europeo. Gianni Vattimo e Sonia Alfano segnalano al Parlamento e alla Commissione Europea violazioni dei diritti democratici da parte del governo italiano e degli enti locali piemontesi.
24 gennaio 2010: I Si tav al Lingotto: questi sì che erano quattro gatti. Ecco il video dei quattro gatti di Chiamparino . In risposta alla oceanica manifestazione di Susa del 23 gennaio promotori della Tav Torino-Lione organizzano una contromanifestazione
domenica mattina. Il risultato non è dei migliori e chi aspettava dei dati che giustificassero la nuova linea resta a bocca asciutta.
24 gennaio 2010 - Con la marcia di sabato la criminalità si è sentita evidentemente alle strette ed ha deciso di muoversi di nascosto, di notte. Brucia il Presidio di Borgone ma la reazione dei cittadini a Borgone non si fa attendere e tutti si preparano a
ricostruirlo più uniti di prima. Incendio presidio di Borgone .
23 gennaio 2010: in contemporanea con la manifestazione NO TAV di Susa, si è svolta una imponente manifestazione contro la TAV (LGV - ligne a grande vitesse). Prima della manifestazione è stata sottoscritta dai comitati contrari al TAV/LGV francesi,
spagnoli ed italiani, la " Carta di Hendaye "Questa dichiarazione è stata redatta da associazioni e movimenti di diversi Stati membri dell´Unione europea (Francia, Spagna, Italia) che si battono contro la costruzione di nuove Linee ferroviarie TAV
(Treno ad Alta Velocità) e di Linee merci rapide ad alta capacità LGV. Leggi il comunicato stampa . Qualche immagine da Hendaye (FR) ed Irun (SP) .
23 gennaio 2010 - Cronaca di una manifestazione di 40.000 NO TAV a Susa. Ecco il video dedicato a Tutti i giornalisti e politici che quotidianamente CENSURANO la verità e che Sognano il grande affare TAV.
www.ambientevalsusa.it
--
I migliori saluti, Scrivi a:
Ambientevalsusa info@ambientevalsusa.it
imparato molto
Posta un commento