giovedì 2 ottobre 2003

Chi ha riformato la democrazia?

Marco Cedolin
Non so se vi è mi capitato di farci caso ma il nostro è un sistema politico davvero originale.
Siamo una Repubblica fondata sul lavoro, sulla libertà e la democrazia, ma le parole nel nuovo lemmario del neonato millennio hanno ancora un senso compiuto o si ergono a sterili contenitori del nulla?
La democrazia nel nostro paese (e in tutti i sistemi democratici occidentali in genere) si limita alla penosa parodia del giorno in cui ci si reca alle urne.
A votare chi? Che cosa? Un uomo? Un programma? Un partito? Un'idea?
Giammai!
Semplicemente una delle due consorterie di seggiole che grazie alla "Riforma" della legge elettorale hanno, esse sole il diritto sacrosanto di disputarsi la guida del paese.
In quelle 36 ore nelle quali il cittadino si tappa il naso prodigandosi nella "missione impossibile" di scegliere il male minore, la democrazia nasce e muore come in una dissolvenza e già si leva il grido "l'Italia siamo noi", già noi, ma noi chi?

E'accaduto così anche questa volta ma non sarebbe oggettivamente stato possibile finisse diversamente.
In Italia la "cosca" che in qualche maniera riesce a vincere le lezioni, accaparrandosi i voti di quei pochi italiani che ancora ci credono assurge al ruolo di oligarchia assolutistica e intoccabile senza che a nessuno sia dato modo di contrastarla.

E il parlamento? E' ormai ridotto al ruolo di inutile orpello, fonte di ricchi guadagni per i tanti scaldaseggiole incravattati, ma completamente esautorato da quello che avrebbe dovuto essere il suo ruolo precipuo.
Oggi chi ha il 51% dei voti di quella parte d'italiani che ancora perde il proprio tempo a gettare le ultime speranze nel buio dell'urna, può praticamente fare e disfare tutto a proprio piacimento senza che a nessuno sia dato modo di eccepire alcunchè.
Un perfetto esempio di tutto ciò ci viene offerto da questo primo periodo di malgoverno della Casa delle libertà.
Non che io abbia alcun tipo di preconcetto nei confronti di Silvio Berlusconi, a parte il latino maccheronico e la sgradevolezza del soggetto, credo infatti che qualunque altro politicante del nostro “bestiario” parlamentare farebbe pressappoco le stesse cose.
A colpi di leggi delega, fiducia, decreti legge e quant'altro, il tutto ovviamente spacciato per riforme il governo sta calpestando ogni diritto dei lavoratori (sul cui operato era fondata la Repubblica, ricordate?) senza che nessuno possa porre freno all'abominio che si sta perpetrando in spregio alle regole democratiche più elementari.

Sono stati stravolti il mondo del lavoro e quello dell'istruzione e si sta procedendo in questi giorni a fare la stessa cosa con il sistema pensionistico e l'informazione televisiva.
In particolare è quanto mai originale il modo nel quale Tremonti & Company intendono riformare le pensioni, l'impressione è che i lavoratori continueranno a pagare altissimi contributi (ai quali dovranno fra l'altro sommare anche le “tangenti” agli squali delle assicurazioni private ritenute ormai indispensabili) senza però avere la minima idea del se, quando e come potranno poi usufruire della pensione maturata col sudore del proprio lavoro .
Gli anni di contributi indispensabili continueranno ad alzarsi, l'età minima per richiedere la pensione anche, in poche parole somiglierà sempre più ad un sussidio indirizzato a chi ormai deteriorato nel fisico non potrà più contribuire al sistema lavoro, ma ahimè neppure godersi qualche anno di pace e tranquillità.
La ciliegina sulla torta, che è poi dimostrazione emblematica di quanto sia differente operare con lungimiranza dal fare leggi che abbiano il solo scopo di raccattare qualche danaro per dopare i conti pubblici prossimi al collasso è costituita dai contributi destinati a chi, pur avendone diritto, anziché andare in pensione sceglie di continuare a lavorare.
Sicuramente un'idea eccellente per dare spazio ai giovani che, entrando nel mondo del lavoro già trovano spazi quanto mai esigui.
Il futuro “delle libertà” sarà dunque all'insegna della gioventù sempre più disoccupata che dovrà farsi mantenere vitto e alloggio da padri e nonni settantenni in carriera?

Ci saranno scioperi, proteste, mugugni, critiche, come al solito, ma nulla di tutto ciò potrà minimamente scalfire la protervia con la quale il governo porterà avanti i propri disegni, ben sapendo di poterlo fare in tutta tranquillità.La verità è che in questa società delle riforme, dove “riforma” è sinonimo di giusto, buono e bello è stata riformata a monte, purtroppo anche la democrazia.

2 commenti:

Carlotta ha detto...

mai parole risultano oggi così adeguate.democrazia??siamo manovrati da un élite di banchieri, incapaci d'intendere e di volere.Noi cittadini così come Noi come Stato.Il voto mi ripugna .... inscenare la gag del cittadino attivo e del governo democratico ..che tristezza.Ho 23 anni,e non so dove sbattere la testa.

tommaso ha detto...

Bisogna incominciare a fargli paura a questi farabutti! Finchè digeriamo qualunque supruso si sentiranno - giustamente - al sicuro. Finchè quel VERME/TRADITORE di Napolitano riceverà applausi e bandierine tricolori festanti dal popolo IGNORANTE...
Dobbiamo mettergli PAURA SENZA RIMORSI!
Capisco benissimo quello che provi Carlotta: cerca solo di isolarti dal resto della gente (magari leggendo - non ti inkazzare - il sublime Corano) e non provare a perdere tempo cercando di spiegare i tuoi punti di vista ad i 'bravi cittadini' tanto non ti capirebbero (nel migliore dei casi)o ti prenderebbero per pazza e la frustazione aumenterebbe solo l'angoscia che provi. Nell' Islam non è peccato lottare con tutte le forze, anche con la violenza se necessario, contro tiranni corrotti e traditori. Cominciamo da Napolitano, Draghi, Frattini. Vedrete che dopo ci penserebbero due volte prima di TRADIRE SENZA RITEGNO!

Saluti
Tommaso