lunedì 18 ottobre 2010

Hanno perso ma non sanno come dirlo

Marco Cedolin

In Val di Susa durante l'ultima settimana, che ha fatto seguito alla grande manifestazione del 9 ottobre con corteo da Vaie a S. Ambrogio, si respira per molti versi un'aria di vittoria.
Il velo mediatico omertoso calato a nascondere all'opinione pubblica il corteo dello scorso sabato. La rabbiosa reazione della poitica sbavante di rabbia ad iniziare dai mestieranti del PD. La campagna di stampa denigratoria messa in scena dai giornali nel tentativo di screditare i contestatori valsusini. I fantasiosi "aggiustamenti" del progetto promessi da un Virano con lo sguardo sempre più allucinato. I filmati stile cartoon, infarciti di dati falsi e costruiti con lo scopo d'illudere i cittadini raccontando loro che bucare le montagne, lasciare i paesi senza acqua, estrarre tonnellate di smarino contenente amianto, mettere a repentaglio centinaia di abitazioni, creare voragini nel debito pubblico, il tutto senza che esista una sola ragione per farlo, costituirebbe una pratica virtuosa ed ecologica, nonchè economicamente conveniente.
Le pesanti minacce legali nei confronti degli esponenti più in vista del movimento. I maldestri tentativi di forzare la mano al governo, per ottenere finanziamenti (che non esistono) e bruciare le tappe dell'iter politico e burocratico del progetto.
Tutta, ma proprio tutta questa serie di azioni schizofreniche al limite dell'autolesionismo, molto somigliano al gesto disperato di una belva ferita che colpisce alla cieca, ben comprendendo di ritrovarsi ormai in un angolo dal quale non uscirà mai più.....

La manifestazione dello scorso 9 ottobre ha infatti domostrato l'assoluto fallimento dei cinque anni di strategia Virano. Anni che sono sicuramente serviti a rimpinguare il conto in banca dell'architetto, ma non hanno in tutta evidenza prodotto risultati in termini di condivisione nei confronti di un'opera che in Valle di Susa quasi nessuno, amministratori compresi, vuole.
Il NO a qualsiasi nuova infrastruttura ferroviaria, ribadito da cinquantamila persone (la grande maggioranza delle quali abitanti di una valle che conta circa 60000 residenti, neonati e anziani immobilizzati compresi) ha di fatto chiuso ogni prospettiva di successo per la banda del TAV.

La congrega politico/prenditoriale che da decenni sponsorizza l'opera potrà infatti censurare (come ha fatto) l'avvenimento e fingersi "analfabeta" ed incapace di leggere il significato dell'accaduto, ma la realtà continua a rimanere una sola e prima o poi sarà giocoforza costretta a prenderne coscienza.
In Val di Susa la stragrande maggioranza dei cittadini (e di conseguenza dei loro amministratori locali) il TAV non lo vuole nè ora nè mai ed è disposta a scendere in strada per bloccare qualunque cantiere sia funzionale a dare la stura alla costruzione dell'opera.
Di fronte a queta evidenza, chiara anche ad un bambino, si può forse invocare l'invio dell'esercito così come fa l'esponente del PD Stefano Esposito. Si può auspicare la militarizzazione per decenni dell'intero territorio. Ventilare la deportazione in massa di decine di migliaia di cittadini contestatori. Mandare all'ospedale a bastonate ogni cittadino che si oppone, magari iniziando dalle donne e dagli anziani. Perfino mettere in galera i padri e poi i figli e poi le madri, arrivando a costruire una nuova "Gaza" in casa nostra.

Oppure ammettere, di fronte all'evidenza dei numeri, di avere perso.
L'alta velocità in Val di Susa è stata bocciata definitivamente e senza appelli.
E' giunta l'ora che i camerieri della politica e della stampa trovino il coraggio di dirlo.
Prima che sia troppo tardi e si corra il rischio di condurre cittadini e forze dell'ordine ad un confronto tanto pericoloso quanto privo di senso, di cui essi soli sarebbero gli unici responsabili.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Che devo fare? Mi lascio prendere dalla commozione o attendo prudente una conferma? (quale poi?)
Comunque, grazie per la -spero definitivamente- bellissima nuova.
Iuppi!!=)) Sofia Astori.

Giuditta ha detto...

Grande!!!

Anonimo ha detto...

Condivido tutto quello che voi dite ma stasera al TG3 ho sentito che in parlamento stanno preparando qualcosa di poco "democratico" e tutti (destra, sinistra e quant'altri)sono decisi ad andare avanti.
Il dio denaro non conosce ostacoli, che il Signore ci aiuti!

marco cedolin ha detto...

Affinchè il pensiero esternato nell'articolo non corra il rischio di venire equivocato voglio fare un paio di precisazioni.

La sconfitta della "banda del TAV" è contenuta nei numeri dei cittadini residenti che si oppongono senza se e senza ma ed hanno ormai maturato sufficiente capacità critica sull'argomento da rendere radicate e non mediabili le loro posizioni.
Solo un folle potrebbe pensare di portare avanti 20/30 annni di cantieri di enormi dimensioni, con tutto quelo che ne consegue, in un territorio dove la stragrande maggioranza dei cittadini questi cantieri non li vuole e di fronte ad una popolazione che è disposta (come ha già dimostrato) ad opporsi fisicamente (sia pur pacificamente) alla costruzione dell'opera.

Questo non significa che i grandi poteri che spingono la follia del TAV abbiano rinunciato alla propria fame di profitto.
Non è detto (come ho lasciato intuire nell'articolo)che di fronte all'evidenza dei fatti questi signori siano disposti a battere in ritirata, realizzando come non si trattasse di un'impresa fattibile. Ed è possibile (per non dire probabile) che al contrario continuino ad andare a tutti i costi dritti per la propria strada, tentando di accelerare i tempi e portando ad uno scontro fra forze dell'ordine e cittadini, nell'ambito del quale ritagliare lo spazio per una ritirata strategica.
In parole povere non esistono in questo momento tropi margini per abbandonarsi all'ottimismo. Hanno perso è vero, ma la battaglia per "vincere" il TAV è ancora lunga e difficile ed entrerà nei prossimi mesi nella sua fase più cruciale e decisiva.

Anonimo ha detto...

più semplicemente, il presidio del territorio dovrà continuare negli anni.
Marco, che ne pensi di abbiamounsogno.it?
Io ho aderito nel mio piccolo.

Dopo il tentativo kamikaze di PBC nel 2008 mi sembra che la base sia molto più solida!
è la buona politica messa in pratica rispetto alla cattiva politica fatta di parole vuote.
In un certo senso, per me...hanno già vinto (almeno negli enti locali).

L'ambizione è dare rappresentanza a livello "alto" a chi si oppone allo sviluppismo dei Partiti...mica noccioline.
Che ne pensi Marco?
Sono molto curioso del tuo parere.
ciao Roberto

marco cedolin ha detto...

Caro Roberto,
in verità spero che in tempi brevi questi "signori" si mettano l'anima in pace e si rassegnino al fatto che in Val di Susa le infrastrutture esistenti hanno già devastato il territorio a sufficienza. Sena dubbio il presidio del territorio continuerà, ma siamo in molti a rischiare di diventare vecchi, senza essere riusciti a toglierci questa spada di Damocle dalla testa :-)

marco cedolin ha detto...

Caro Roberto,
Per quanto riguarda abbiamounsogno.it che dirti?
Personalmente si tratta di un progetto nel quale mai riuscirei a riconoscermi.
Troppo generalista il messaggio, intriso di facile buonismo ed incapace a mio avviso di contestualizzare la realtà che stiamo vivendo.
Senza contare che almeno la metà dei sogetti che hanno aderito sono persone nei confronti delle quali non nutro alcuna stima e con le quali mai vorrei accompagnarmi.
Senza dubbio la base ha una certa solidità ma a mio avviso paga questa solidità a caro prezzo.
Più ti allarghi a soggetti "discutibili" e lontani dalle tue idee, più riesci ad allargare la base, ma qual'è la risultante finale?
Un conglomerato di soggetti scarsamente omogeneo che può ambire a manifestarsi unitario solamente affrontando i pochi temi generalisti di comune condivisione.
E quale può essere lo scopo dell'intera operazione?
Costruire una nuova gamba della sinistra, alla luce dell'estrazione politica della maggioranza degli aderenti?
Contrastare i partiti a livello locale, pur non essendo in grado d'incidere (ci vuole il 4%)a livello nazionale?
Costruire pratiche virtuose in micro realtà e poi scendere a patti con i partiti "meno cattivi" disposti ad "acquistare" queste pratiche nella loro campagna elettorale?
Mi spiace ma non mi convince.

Un abbraccio
Marco

Anonimo ha detto...

capisco e condivido alcune cose di questa tua considerazione Marco, ma a parte il discorso "sinistra" superato da tempo, non vedo altre strade per trovare rappresentanza, se non aiutando le persone di buona volontà a costruirla, questa rappresentanza.
Il "Partito" non è un modello preso in considerazione fin dalla nascita di PBC. Questo concetto, basta sinistra/destra e basta alla forma Partito sta diventando pian piano comprensibile anche a coloro che sono più legati al modello tardonovencentesco.

Io li appoggerò, nel mio piccolo, per quanto posso.
Come appoggio comunque (a prescindere da questo tentativo ambizioso) i Comuni Virtuosi: la dimostrazione di come si possa incidere in Politica dal basso. Senza di loro non sarebbe neanche ipotizzabile il tentativo di abbiamounsogno: le cose le stanno facendo, le stanno realizzando, non le stanno semplicemente chiedendo o denunciando come fanno i vertici dei Partiti, tutti intimamente per "lo sviluppo".

NB sulla Valsusa una osservazione ottimistica: noi possiamo invecchiare, ma i più giovani prenderanno il posto a presidiare il territorio.
:-)
grazie per lo scambio!
Un caro saluto, Rob