martedì 22 luglio 2008

Meno treni più gomma

Marco Cedolin

Meno treni, più gomma, potrebbe sembrare uno slogan privo di senso in completa antitesi con le indicazioni contenute nel libro bianco del 2001 e in tutte le direttive UE in tema di trasporti che ritengono indispensabile realizzare al più presto la redistribuzione modale del traffico, spostandolo progressivamente dalla gomma alla rotaia al fine di ridurre i consumi energetici e gli impatti ambientali derivanti dalla movimentazione delle merci.
Invece è esattamente quello che le Ferrovie di Stato stanno facendo in Sardegna, dove dal 24 luglio verrà soppresso il servizio di trasporto merci (treno più nave) da e per l’isola, consegnando di fatto l’intero traffico merci nelle mani delle ditte di autotrasporto privato, fra le quali spicca la società Nieddu s.p.a. capofila nella movimentazione delle merci e già proprietaria di una piccola flotta, che beneficerà perfino dei contributi regionali per trasportare sui TIR quello che fino ad oggi è stato movimentato tramite ferrovia.

Il progressivo disimpegno delle Ferrovie per quanto riguarda il trasporto merci in Sardegna, culminato con la totale rinuncia a portare avanti un servizio esistente dal 1961, ha origini lontane se pensiamo che negli anni 90 ben 6 navi erano impegnate per garantire il collegamento fra Golfo Aranci e Civitavecchia, ma le imbarcazioni una volta dismesse non sono mai state sostituite e dal 2003 al trasporto merci è stata dedicata la sola nave Garibaldi. In funzione di ciò il volume del traffico marittimo – ferroviario, arrivato nel corso degli anni 90 a raggiungere i 3 milioni di tonnellate/anno è progressivamente sceso raggiungendo le 600.000 tonnellate nel 2004, per ridimensionarsi ulteriormente negli anni seguenti.

La completa eutanasia del trasporto merci in Sardegna che comprometterà il futuro di oltre 300 lavoratori, rischiando di portare al fallimento anche alcune aziende private che operano nell’indotto, appare ancora più assurda se letta alla luce dei proclami delle FS che da anni stanno tentando di giustificare gli investimenti miliardari nelle infrastrutture per l’alta velocità con il nobile proposito di indurre un improbabile riequilibrio modale che sposti il traffico merci dalla gomma alla rotaia.
Sui nuovi binari del TAV, pagati da tutti i contribuenti italiani che saranno chiamati a rifondere un debito di 90 miliardi di euro, i treni merci non correranno mai, in quanto un’infrastruttura progettata per leggeri treni superveloci non è in grado di ospitare enormi e pesantissimi convogli merci, se non al prezzo di pregiudicare lo stato dell’infrastruttura stessa. Ma dove, come in Sardegna, le merci già correvano su rotaia da oltre 40 anni le FS hanno deciso che può bastare così e la redistribuzione modale verrà praticata all’incontrario, riportando sugli autoarticolati quella merce che da decenni trasportavano le ferrovie.
Un cortocircuito logico assolutamente privo di senso ed estremamente indicativo della cattiva fede che anima la classe dirigente del Paese, impegnata esclusivamente nel difendere a oltranza gli interessi dei grandi gruppi di potere, senza preoccuparsi di cadere continuamente in contraddizione.
Un cortocircuito logico contro il quale questa mattina, presso lo scalo merci di Cagliari, si è svolta una manifestazione di protesta tanto civile quanto partecipata per chiedere a gran voce che non venga “staccata la spina” al trasporto merci ferroviario nell’isola.

Per chiunque desideri approfondire la questione consiglio la lettura dell’ottimo blog “Ferrovie in Sardegna”
http://merciinsardegna.blogspot.com/
curato dall’amico Antonio Costa e dedicato esclusivamente all’argomento.

7 commenti:

Luca C. ha detto...

Vorrei tornare un attimo, come già qualche giorno fa quando si parlò su questo blog di TAV e trasporto merci in Sardegna, agli USA, perché sono il modello più emblematico di un trasporto merci che, almeno sulle lunghe distanze, vede la netta prevalenza della ferrovia (circa il 70%, una percentuale assolutamente inconcepibile in qualsiasi paese europeo).
Sui collegamenti ferroviari americani la velocità media dei treni merci è di km 60 all'ora, su ferrovie che in gran parte non sono mai state neppure elettrificate.
Il che dovrebbe far riflettere sul fatto che il trasporto merci a lunga distanza non ha forse tutto questo bisogno di alta velocità, che in parte si presenta per il trasporto passeggeri.
In Francia l'alta velocità ferroviaria è stata estesa a tappeto (su un terreno molto meno montagnoso, va detto), ma solo per i treni passeggeri.
Noi in Italia ancora ci dobbiamo sorbire la panzana dell'alta velocità-alta capacità per i treni passeggeri e merci, e dell'intermodalità. Quando è sempre più evidente che il trasporto merci su ferrovia ha il destino segnato, a meno di qualche estremo e improbabile ripensamento.
In Sardegna è stato cancellato, ma la Sicilia è destinata a fare la stessa fine.
E sul continente le cose non vanno meglio.
Nel Lazio fino a trent'anni fa avevamo treni merci sulla Roma-Viterbo, scomparsi. Sulla Avezzano-Roccasecca, scomparsi, con la chiusura degli opifici a Sora. Sulla Orte-Civitavecchia, e qui è scomparsa anche la ferrovia, che adesso arriva solo fino a Capranica. Il resto è stato utilizzato ancora ogni tanto per girarci qualche film con treni d'epoca. Alla faccia dell'intermodalità...
Ciao
Luca

antonio costa ha detto...

Ciao Luca, farò tesoro di queste informazioni per sbatterle in faccia al nostro (ancora per poco) governatore.
grazie;

Per Marco
Non ho parole per ringraziarti.
Antonio

Orizzonte ha detto...

E intanto si spezza un altro Eurostar!
http://milano.repubblica.it/dettaglio/Un-altro-Eurostar-si-spezza-in-stazione/1491606?ref=rephp
Cari saluti
Enrica Martolini

marco cedolin ha detto...

Ciao Luca,
grazie per le tue riflessioni e le interessantissime informazioni che sempre porti sul blog.

Caro Antonio,
sono io che ringrazio te per averci fatto conoscere i risvolti di una vicenda inquietante.

Cara Enrica,
complimenti per la tua tempestività nel mettere in evidenza il secondo caso di Eurostar che si spezza nel giro di una settimana.
Singolare la sequela d'incidenti (per fortuna senza conseguenze) di questo tipo, così come è singolare che i giornali ne parlino, mentre le notizie di questo genere erano abituati a sottacerle o relegarle in qualche misero trafiletto.

Un caro saluto a tutti
Marco

marco cedolin ha detto...

Restando in tema segnalo che nelle notizie dell'ultima ora battute sul sito web del Corriere della Sera un minuto dopo la mezzanotte, si parla di un principio d'incendio nel quale sarebbe rimasta leggermente intossicata una donna, avvenuto in provincia di Salerno a bordo di un Eurostar.

davlak ha detto...

oggi mi tocca non solo riportare l'articolo di Cedolin sugli altri blog...ma pure il commento di lucacec.
oddio che stress.
ho bisogno di vacanze.

p.s.: c'è un mio commento-sfogo sul blog di Stefano Montanari, a firma lak (non so perchè mi si è accorciato il nick all'atto della registrazione)

http://tinyurl.com/63nfbg

sostanzialmente indirizzato a IDV, Di Pietro e Aurelio Misiti...convinti TAVISTI col bollino verde della "legalità"...eggià...

marco cedolin ha detto...

Caro Davlak,
ho letto il commento sul sito di Montanari, come non essere d'accordo con te...

Ciao
Marco