martedì 16 marzo 2010

Filtri antiparticolato: l'esempio della Lombardia


Marco Cedolin
Pubblichiamo questo interessante articolo del dott. Stefano Montanari di cui consigliamo caldamente un'attenta lettura.
La questione dei filtri antiparticolato, sponsorizzati da amministrazioni e alcune associazioni ambientaliste come prodotti a protezione dell'ambiente, mentre al contrario si manifestano come innovazioni peggiorative dal punto di vista dello stato dell'inquinamento dell'aria e del suo grado di pericolosità, è una cartina di tornasole utile a comprendere come sistematicamente il problema "ambiente viene artatamente strumentalizzato da industria e politica, al fine di perseguire unicamente obiettivi di facile popolarità e altrettanto facili profitti.
Domeniche "ecologiche"da campagna elettorale, filtri antiparticolato dannosi anzichè utili, costruiti da colossi privati quali Pirelli Ambiente Eco Tecnology, Dinex Italia, Ofira Italiana e sponsorizzati nelle campagne di Legambiente, treni ad alta velocità spacciati per attori di un millantato riequilibrio modale, sono solo alcune delle "favole" che la disinformazione mediatica dispensa generosamente nel tentativo di cavalcare la sensibilità ambientale dei cittadini.
Un grazie sentito a chi, come Stefano, attraverso la propria competenza tenta di ristabilire la corretta informazione, benchè osteggiato da tutti quei poteri forti per cui il verde si limita ad una mano di vernice da spalmare sopra la ruggine.
Sembra impossibile a chi abbia qualche nozione scientifica, ma i filtri antiparticolato sono diventati obbligatori. Questo, per ora, limitatamente alla Lombardia, ma quando un’infezione si manifesta e niente, nemmeno l’omeostasi, cioè la capacità naturale dell’organismo di riportarsi in stato di salute, la combatte, è inevitabile arrivare ad una setticemia che, vista la mancanza di reazione, si rivelerà mortale.
Detto così, sembrerebbe una battuta adattata da un medico del teatro di Molière, e invece è una delle troppe poco allegre verità del 2010.
Una volta per tutte, vorrei chiarire finalmente la questione, visto che continuo a ricevere sollecitazioni.
Come ho scritto ormai fino allo sfinimento e come ho spiegato nei particolari nel mio libro Il Girone delle Polveri Sottili, l’inquinamento da
polveri viene valutato legalmente, seppure senza basi scientifiche, per via gravimetrica, vale a dire, semplificando un po’, pesando quanta polvere di diametro uguale o inferiore a 10 micron (per le PM10) oppure uguale o inferiore a due micron e mezzo (per le PM2,5) sta in un metro cubo d’aria. Esistono valori stabiliti per legge che non devono essere superati, valori che, peraltro, ancora una volta non hanno significato dal punto di vista scientifico, ma un numero bisognava pur darlo ai magistrati.
E se li si superano? Beh, in pratica non succede niente, perché la cosa è talmente diffusa da ricadere nel mal comune mezzo gaudio. Però, se mai diventassimo un paese serio, potrebbero esserci sanzioni per i comuni nel caso in cui lo sforamento dovesse avvenire.
E, allora, che si fa? Invece di combattere l’inquinamento s’imbrogliano le macchinette che quell’inquinamento dovrebbero rilevare, e vissero (?) tutti felici e contenti.
Nei fatti, dalla camera di scoppio dei motori Diesel escono polveri carboniose relativamente grossolane. Queste vengono catturate dai filtri antiparticolato sistemati lungo il tubo di scarico e la cosa va avanti fino a che il filtro non è intasato, cosa che accade ogni poche centinaia di chilometri.
A questo punto, o si toglie quella roba o la macchina si ferma e non riparte.
L’ideatore del sistema - e dopo l’invenzione originale di oltre 10 anni fa d’ideatori ce n’è stato più d’uno – ha previsto che, quando l’automobile non circola in città, avvenga una combustione dei residui carboniosi contenuti nel filtro e quella roba finisca in atmosfera ossidata in CO2 .
Tutto bello? Mica tanto.
Per prima cosa è inevitabile osservare come avere un filtro che oppone una contropressione ai gas di scarico - contropressione che aumenta via via che il dispositivo si riempie - non possa che incidere sui consumi di carburante aumentandoli perché aumenta il lavoro compiuto dal propulsore. E, fingendo che la spesa maggiore non sia un problema, resta il fatto che più si consuma, più s’inquina.
Poi occorre sapere che nei residui carboniosi sono contenute micro- e nanoparticelle inorganiche. Senza filtro, queste resterebbero inglobate nel carbone, ma, con il filtro che brucia il carbone, quelle particelle finiranno inevitabilmente in atmosfera. E chi non conosce l’effetto delle micro- e nanopolveri sulla salute, e in particolare quella dei bambini, può informarsi leggendo i miei libri.
Qual è il trucco per aggirare le centraline di rilevamento delle polveri? Semplice: le macchinette pesano i materiali solidi e basta. Dunque, se io trasformo il carbone (solido) in anidride carbonica (gas), non peserò più niente e il gioco è fatto. Il problema è che la quantità d’inquinanti effettivamente immessa in atmosfera aumenta significativamente perché il carbonio di cui è costituita la particella che viene bruciata ha un peso atomico pari a 12, mentre l’anidride carbonica in cui quel carbonio si è trasformato per combustione, cioè per ossidazione, ha un peso molecolare di 44. Il che comporta una conseguenza ovvia: la sostanza gassosa emessa (inquinante) è 3,66 volte superiore a quella che sarebbe stata senza filtro. Certo, nessuno me ne rende edotto e, come recita il proverbio, occhio non vede, cuore non duole.
Che dire, poi, dell’ossido di cerio (CeO2) o del ferrocene [Fe(C5H5)2 ] usati dai diversi filtri per funzionare? Null’altro che si tratta d’inquinanti che non entrerebbero nell’ambiente se i filtri non esistessero, per il semplice fatto che non sarebbero usati. Perciò, un inquinante in più di cui, magari, non sentivamo il bisogno.
E, dulcis in fundo, a fine vita dell’ingombrante, costosissimo dispositivo (presumibilmente una vita non molto più lunga di 100.000 km), nessuno saprà dove metterlo perché quello non è stato studiato in modo da renderlo riusabile o, comunque, riciclabile.
Un’ultima chicca: quando la spia che segnala l’intasamento si accende, chi viaggia prevalentemente in città come spesso avviene soprattutto nelle metropoli ha due opzioni: una è andare in officina ad effettuare la “rigenerazione” (soldi, tempo e inquinanti che da qualche parte devono pure andare) e l’altra è di fare una bella corsa a tutta velocità in autostrada schizzando anidride carbonica e micro- e nanopolveri più gli additivi nell’ambiente.Grazie, Lombardia: l’importante era dare l’esempio.

7 commenti:

Alba Kan ha detto...

Grazie Marco per aver dato voce a chi ne sa qualcosa...
Siamo di fronte ad un nuovo marketing, quello dei filtri antiparticolato; per ora l'importante è venderli, che siano efficaci oppure no conta davvero poco, erchè in ogni caso fanno bene alla propaganda sulle iniziative in favore (?) dell'ambente.
Di certo non si può chedere l'opinione ad uno scienziato esperto e competente come Montanari, altrimenti finisce il business...
Un grazie anche a Stefano Montanari, che nonostante tutto continua con coscienza il suo importantissimo lavoro.

marco cedolin ha detto...

Cara Alba,
purtroppo nel caso delle autovetture (come in molti altri) l'ecologia è spesso il cavalo di Troia utilizzato per perseguire gli unici obiettivi che interessano all'industria, alla politica e alla finanza: aumento dei consumi e aumento dei profitti. Era avvenuto qualcosa di simile anche con l'avvento della benzina verde (imposta per costringere al rinnovo del parco circolante) che si è rivelata nel tempo più dannosa alla salute rispetto a quella che l'aveva preceduta.
L'ecologia in effetti è solo un veicolo per imporre prodotti o tecnologie (per nulla ecologiche)che costringano i cittadini a cambiare auto, magari indebitandosi anche se non ne avrebbero i mezzi. Così guadagnano tutti, dalla Fiat alle banche, allo Stato.

Purtroppo chi, come Montanari studia le questioni e tenta di portare alla luce la reale natura di certe truffe, viene sistematicamente relegato nell'omertà mediatica, boicottato e allontanato affinchè non distrurbi.

Rottamate la vostra auto (con tutto il consumo e lo spreco di risorse che questo comporta) compratene una nuova (con tutto il consumo e lo spreco di risorse che questo comporta) fatelo per un mondo più verde (mentre avrete invece profondamente danneggiato l'ambiente e la vostra salute)è il messaggio che deve passare agli italiani per sostenere i consumi della merce autovettura, contro la logica ed il buon senso....

Anonimo ha detto...

al massimo poi ci sono i biocombustibili....e tutti con la coscienza a posto....(meglio ignorare il disastro ambientale che comportano e che equivale ad un aumento della fame mondiale...)

.....per tutto il resto c'è la mastercard e C/c sempre più alti in poche mani....

Tanto anche se crolla l'euro del tutto, quelli si salvano....

comunque....

Loro mettono i filtri alle macchine e alle nostre teste che sono sempre meno pensanti....

Vane.

Anonimo ha detto...

E poi, alle conferenze sulle rinnovabili, c'è chi chiede che impatto ambientale ha la produzione di un pannello fotovoltaico...
Sofia Astori.

marco cedolin ha detto...

Giusto Vane, quello dei biocombustibili è un altro dei cavalli di Troia che vanno per la maggiore.
Comunque hai ragione, i filtri messi alle nostre teste sono i più pericolosi....

Cara Sofia, ho imparato nel tempo che l'attenzione per l'impatto ambientale è un atteggiamento ad incidenza variabile. Massimo ad esempio nel valutare l'impatto di un Tir confrontandolo con un treno, assolutamente inesistente quando si tratta di valutare l'impatto di una nuova linea ferroviaria ad alta velocità e confrontarlo con quello di un'autostrada già esistente :-)

Anonimo ha detto...

Ecco, ieri sono riuscita a collegarmi senza problemi al blog di Montanari, anzi, non sapevo nemmeno che alcuni utenti ne avessero avuti.
Oggi, invece, tocca a me: continua ad apparire un strano logo di colore bordò con il simbolo di una guardia con la paletta dello stop e la scritta:"segnalazione sito malevolo".
Che significa? Chi fa o chi potrebbe fare una simile operazione?
Un saluto, Sofia Astori.

marco cedolin ha detto...

Ciao Sofia,
la segnalazione di un sito come "malevolo" rappresenta una fra le più comuni forme di boicottaggio dell'informazione sul web. I responsabili sono sempre persone o gruppi ai quali gli argomenti trattati nel sito danno particolarmente fastidio...fare 2+2 lo lascio a te.
Ps non mi sono dimenticato della domanda sulle biomasse, ti rispondo al più presto, promesso :-)