mercoledì 22 ottobre 2008

Le Otto R di Serge Latouche

Marco Cedolin

Recensione di "Breve trattato sulla decrescita serena" - Serge Latouche - Bollati Boringhieri 2008.

Tratto dal Consapevole n°16

Serge Latouche, nel suo ultimo lavoro, Breve trattato sulla decrescita serena, riesce ad offrire una sintesi quanto mai esaustiva del pensiero della decrescita, collocandolo in un’ottica di concretezza mai sperimentata prima dall’autore.
La decrescita si affranca così dallo status di filosofia astratta e per molti versi eccentrica, per diventare nelle parole di Latouche “un’utopia concreta che tenta di esplorare le possibilità oggettive della sua realizzazione”. L’autore sintetizza gli sforzi necessari per trasformare la nostra società sviluppista, ormai in fase di disfacimento sotto il peso del proprio fallimento, in una società della decrescita serena, articolandoli “in otto cambiamenti interdipendenti che si rafforzano reciprocamente, costituiti da otto R: rivalutare, riconcettualizzare, ristrutturare, ridistribuire, rilocalizzare, ridurre, riutilizzare, riciclare”.

Rivalutare significa colmare il vuoto di valori oggi dominante, recuperando tutta una serie di valori: “amore della verità, senso della giustizia, responsabilità, rispetto della democrazia, elogio della differenza, dovere di solidarietà, uso dell’intelligenza” che sono indispensabili per creare un differente immaginario collettivo, all’interno del quale sarà necessario Riconcettualizzare e Ristrutturare tanto gli apparati produttivi quanto i rapporti sociali, nell’ottica di Ridistribuire le ricchezze e l’accesso al patrimonio naturale, sia fra il Nord e il Sud del mondo sia all’interno di ciascuna società.
Rilocalizzare nelle parole di Latouche significa “produrre in massima parte a livello locale i prodotti necessari a soddisfare i bisogni della popolazione, in imprese locali finanziate dal risparmio collettivo raccolto localmente”. La sostituzione del globale con il locale rappresenta infatti il fulcro di qualsiasi progetto di decrescita, come Latouche ben sintetizza affermando che “Se le idee devono ignorare le frontiere, al contrario i movimenti di merci e capitali devono essere limitati all’indispensabile” ed aggiungendo che la rilocalizzazione non deve essere soltanto economica ma “anche la politica, la cultura, il senso della vita devono trovare un ancoraggio territoriale”.
Ridurre gli impatti sulla biosfera dei nostri modi di produrre e di consumare e Riutilizzare e Riciclare i rifiuti del consumo, combattendo l’obsolescenza programmata dei prodotti, completano poi la serie dei cambiamenti proposti nel testo.

Latouche non si ferma qui ma arriva a tratteggiare un vero e proprio “programma politico” tanto pregno di fascino quanto di concretezza, ben comprendendo che qualunque proposito di decrescita serena potrà trovare attuazione solamente nell’ottica di una volontà politica che intenda procedere in questo senso. Estremamente interessante all’interno di questo programma il punto in cui si propone di “trasformare gli aumenti di produttività in riduzione del tempo di lavoro e in creazione di posti di lavoro” e quello in cui in contrapposizione alla produzione di merci si stimola la produzione di “beni relazionali come l’amicizia e la conoscenza, il cui consumo non diminuisce le scorte esistenti ma le aumenta”.

A corollario di un testo molto ricco di spunti, Latouche propone anche alcune riflessioni aventi per oggetto le possibilità d’interazione fra il pensiero della decrescita e la società capitalista, risponde a chi si domanda se la decrescita sia di destra o di sinistra affermando “il programma che noi proponiamo è in primo luogo un programma di buon senso, altrettanto poco condiviso sia a destra che a sinistra” e rifiuta l’idea della creazione di un vero e proprio partito politico della decrescita che rischierebbe di cristallizzare lo spirito del movimento.



2 commenti:

Anonimo ha detto...

Salud Marco,
sospettavo da tempo che Latouche fosse uno dei tuoi riferimenti... ciò non può che farmi piacere: ritengo sia una delle voci più limpide e chiare tese a farci capire cosa sbagliamo e cosa fare per rimediare all'errore.

Suerte,
manolete

marco cedolin ha detto...

Ciao Manolete,
senza dubbio Latouche insieme a Maurizio Pallante ritengo sia una delle voci più adamantine fra coloro che portano riflessioni su argomenti come decrescita e modello di sviluppo.
Speriamo aumenti il numero delle persone disposte ad ascoltare certe parole ricche di buon senso.

Un caro saluto
Marco