lunedì 21 luglio 2008

L'Esercito italiano investe nel futuro

Marco Cedolin

Un interessante articolo di qualche giorno fa comparso sul sito web del Corriere della Sera a firma Giovanni Caprara illustra con dovizia di particolari il grande sforzo economico messo in atto dal nostro Paese per dotare le forze armate di mezzi tecnologici all’avanguardia che consentano all’Italia di allinearsi agli standard degli alleati con i quali opera nei vari teatri di guerra mondiali. Uno sforzo, giudicato dal giornalista del Corriere indispensabile per essere protagonisti con eguali diritti rispetto agli altri partner della Nato, la cui entità sembra smentire le preoccupazioni esternate dalle molte persone che in questi giorni piagnucolano lamentando il taglio delle spese militari indotto dalla prossima finanziaria.

Al soldato del futuro, equipaggiato come un robot e destinato a diventare parte integrante di una rete tecnologica che unisce in tempo reale tutte le forze in campo, sembra non mancheranno assolutamente tanto gli armamenti più sofisticati quanto la tecnologia all’avanguardia attraverso la quale farli funzionare.
Dall'ottobre scorso nelle basi di Gioia del Colle e Grosseto prendono il volo i primi 29 supercaccia Typhoon, costruiti da Alenia Aeronautica - Finmeccanica e Avio, ognuno dei quali è costato 70 milioni di euro, un nuovo gruppo di 46 velivoli della stessa specie sarà disponibile entro il 2012 per una spesa complessiva di oltre 5 miliardi di euro, mentre l’ulteriore acquisto di altri 46 esemplari è ancora oggetto di discussione. Al Typhoon andrà ad affiancarsi nei prossimi anni il nuovissimo caccia Joint Strike Fighter di realizzazione americana che costerà a seconda della versione fra i 50 ed i 60 milioni di dollari. La Marina e l’Aeronautica italiana ne hanno già ordinati rispettivamente 20 e 40 esemplari per una spesa totale di oltre 3 miliardi di dollari, al fine di sostituire gli attuali jet Tornado.
Investimenti ancora non quantificati riguarderanno anche gli aerei senza pilota e 4 nuovi PredatorB andranno ad affiancarsi ai PredatorA già impiegati dall’Aeronautica italiana in Afghanistan e in Iraq.

La nuova portaerei Cavour, costata 1,3 miliardi di euro sta per sostituire la Garibaldi. E’ già stata certificata dalla Nato come sede di comando ed ospiterà a bordo 20 caccia a decollo verticale JSF (quelli da 60 milioni di dollari l’uno) alcuni elicotteri e 1200 persone di equipaggio.
Il primo nuovo cacciatorpediniere lanciamissili Andrea Doria, al quale presto si aggiungerà il Caio Duilio è già disponibile a La Spezia dal dicembre scorso. Le due unità fanno parte del programma italo/francese Orizzonte che prevede anche la costruzione di 2 navi destinate alla Francia, per un costo di competenza italiana di circa 1,5 miliardi di euro. L’Andrea Doria ospita a bordo elicotteri, 48 missili Aster, lanciasiluri e un equipaggio di 210 uomini.
A partire dal 2012 saranno disponibili 10 nuove fregate multimissione Fremm che rappresentano un vero e proprio concentrato di tecnologia dal costo complessivo di 5,6 miliardi di euro, ognuna delle quali disporrà di 145 uomini d’equipaggio.
A concludere il lungo elenco ci sono i 2 nuovi sottomarini Todaro e Scirè costruiti di concerto con la marina tedesca che dispongono per la prima volta di un innovativo motore a celle a combustibile e sono costati 970 milioni di euro.

Per fare fronte alla “rivoluzione digitale” l’esercito ha investito nel solo 2007 la cifra di 887 milioni di euro utilizzati per progettare e produrre nuovi veicoli blindati, parte dei quali realizzati con la collaborazione dell’Iveco, ed equipaggiare il soldato del futuro con apparati tecnologici degni di un robot. Le soluzioni rappresentano quanto di più fantascientifico si possa immaginare e spaziano dai computer palmari alle telecamere da montare sul fucile, dalle radio con trasmissioni digitali ai navigatori da porre sull’avambraccio, dai visori diurni e notturni di ultima generazione ai giubbetti protettivi di tessuto variabile a seconda del genere di operazione da svolgere. Ai soldati – robot sarà inoltre garantita una rapida capacità di spostamento mediante l’utilizzo dei nuovi elicotteri AgustaWestland Nh-90 frutto di una cooperazione internazionale che richiederà l’investimento di 159 milioni di euro per il solo 2009.

Niente male per un Paese come l’Italia, la cui Costituzione ripudia la guerra, dove è stata ripristinata la tessera annonaria per impedire che la maggior parte dei pensionati muoiano di fame, mentre i giovani laureati sono costretti a mettersi in fila per lavorare dentro a miseri call center dove percepiranno salari sufficienti al massimo per sfamare un animale domestico. Un Paese molto attento ad essere protagonista nella tecnologia di guerra al fianco degli altri partner della Nato, ma purtroppo assai meno attento, non me ne voglia Caprara, quando si tratta di garantire una sopravvivenza dignitosa ai propri cittadini che stanno per essere inghiottiti al di sotto della soglia di povertà.

6 commenti:

Luca C. ha detto...

A me risulta che non siano più di ottomila i soldati italiani effettivamente in grado di combattere (non male per un paese di sessanta milioni di abitanti). Poi, certo, ci sono i passacarte e i semiimboscati nelle caserme e nei magazzini, che sono molti di più.
Gli investimenti in armamenti di cui si parla nell'articolo del Corriere sono prettamente aggressivi, buoni per le guerre neocoloniali, ma dal punto di vista difensivo le nostre forze armate sono messe molto male.
Questo non è senza conseguenze, e non ha nessun valore al riguardo la facile obiezione che oggi la Francia e l'Austria non ci invaderebbero. Significa che l'Italia non può permettersi nessuna politica estera degna di questo nome, e deve limitarsi a stare alla mercè degli Usa e di Israele.
Luca

davlak ha detto...

oramai quasi tutti i giorni mi tocca linkare questi articoli di Cedolin su altri 5\6 blog...una noia mortale.

scherzi a parte, grazie Marco per questo tuo splendido contributo di informazione e critica.

saluti.

Ferro e Seta ha detto...

...e dopo questa bella parata di cifre, gli Stati Uniti ringraziano. Finalmente hanno un alleato che, prima di tutto, pensa a loro invece che a se stesso. Mi sa tanto di specchietto per le allodole, come le parate durante il ventennio, quando i pochi armamenti venivano fatti girare per dar l'impressione di una armata immensa. Qui si va oltre; si fa bella mostra dell'armamentario, ma chi lo dovrà utilizzare sarà alla fame. Bhe, mettiamola così: è sempre un modo alternativo per creare posti di lavoro.....CHE TRISTEZZA!

marco cedolin ha detto...

Caro Luca,
ottima riflessione la tua in quanto tutti gli armamenti descritti presentano caratteristiche di offesa e non di difesa. Una chiara indicazione per chiunque voglia immaginare quale genere di "missioni" attendono nel futuro i nostri soldati, o robot che sembra faccia più progresso.

A presto
Marco

marco cedolin ha detto...

Grazie a Davlak che compie ogni giorno la buona azione di leggere gli articoli e poi anche di linkarli, ostentando una pazienza fuori dal comune :-)
e che saluto con un abbraccio.

Grazie a Ferro e Seta che ha messo in luce come nella nostra società crescita e sviluppo ogni atrocità possa venire giustificata come creatrice di nuovi posti di lavoro.

Un caro saluto
Marco

Anonimo ha detto...

Egregio parlamento italiano,
Io mi vergogno di esssere un italiano che non ha avuto il dirito di votare la nuova carta costituzionale europea. Per cui facio un apello al presidente della republica di sospendere i lavori delle due camere per dare vooce al popolo italiano di un referedum in base si chede il voto per la costituzione europea.
Distinti saluti
Pino Carrone