L'arresto di Ercole Incalza, avvenuto stamattina su richiesta della procura di Firenze, per illeciti collegati all'alta velocità ferroviaria e più in generale alle grandi opere, induce a fare una piccola riflessione, non solamente sul personaggio in questione, ma anche (e soprattutto) su un sistema politico/mafioso dove i farabutti vengono sistematicamente premiati con incarichi di potere......
Incalza, già arrestato nel 1998, quando era amministratore delegato di TAV S.P.A. ha attraversato indenne 7 governi e 14 inchieste, continuando a rivestire ruoli della massima importanza nell'amministrare (pro domo sua e degli amici) la cosa pubblica. Mentre i cittadini che protestano contro la distruzione del territorio in cui vivono, dell'aria che respirano e dell'acqua che bevono, vengono lasciati a marcire in galera, molti tristi figuri come Ercole Incalza possono permettersi di continuare a rivestire ruoli di prestigio e di potere, quasi le inchieste e le accuse non fossero altro che medaglie al merito sulle quali costruire le proprie carriere.
Ecco quanto scrivevo sull'argomento nel 2006, all'interno del libro "TAV in Val Di Susa" edito da Arianna Editrice, quando i premier si chiamavano Prodi, D'alema o Berlusconi ed i ministri Lunardi e non Lupi, ma la storia si manifestava già, come sempre la stessa.
POLITICA
E GRANDI POTERI
La
politica e le grandi oligarchie di potere sono dunque legate in
maniera indissolubile in un intreccio fatto di connivenze fra
manager pubblici e privati, di omertà, di conflitti d’interesse,
di corruzione.
La
storia dell’alta Velocità ferroviaria è costellata, come abbiamo
visto, d’inchieste giudiziarie che hanno coinvolto a vario titolo
uomini politici, manager pubblici e privati e perfino elementi della
magistratura. Fra loro spiccano i nomi di personaggi importanti quali
Lorenzo Necci, Pacini Battaglia, Ercole Incalza (attuale consulente
del Ministro Lunardi), Vincenzo Lodigiani, Emilio Maraini (attuale
consigliere per gli affari internazionali del Ministro Lunardi) e il
Sostituto Procuratore Giorgio Castellucci.
Anche
la società bolognese Nomisma, fondata da Romano Prodi fu indagata
dal Pubblico ministero Geremia di Roma per una consulenza miliardaria
sull’Alta Velocità, commissionata nel 2002 dalle Ferrovie di
Stato. Nei 39 volumi che componevano detta consulenza si potevano
leggere considerazioni di alto valore tecnico/scientifico quali
l’assioma
secondo il quale “il beneficio dell’Alta Velocità è la
velocità” o la verità da tutti consaputa che “la velocità
consente di risparmiare tempo.” L’inchiesta del p.m. Geremia
venne poi in seguito archiviata.
La
sensazione resta però quella che si sia trattato solo di episodici
incidenti di percorso che non sono stati minimamente in grado
d’intaccare la complessa architettura globale del progetto.
Un
caso eclatante di conflitto d’interessi, finora inspiegabilmente
mai contestato da nessuna autorità è quello che riguarda l’attuale
Ministro alle Infrastrutture e Trasporti Pietro Lunardi e l’azienda
di famiglia Roksoil fondata nel 1979 e da lui ceduta alla moglie e ai
figli l’11 giugno 2001.
Lunardi
è stato il massimo artefice della Legge Obiettivo che nell’intento
di accelerare le opere pubbliche ha smantellato le regole e le
procedure per la valutazione d’impatto ambientale, nonché
eliminato il coinvolgimento e il controllo da parte delle comunità
locali. Si è sempre dichiarato acerrimo sostenitore dei progetti
delle Grandi Opere, fra le quali l’Alta Velocità/Capacità Torino
– Lione da lui stesso definita progetto imprescindibile e
irrinunciabile, annovera fra i suoi consiglieri personaggi
pesantemente indagati dalla magistratura, quali Ercole Icalza ed
Emilio Maraini ed ha alle spalle una carriera alquanto singolare che
lo ha portato spesso a ricoprire ruoli in netto contrasto fra loro.
Lunardi
fu consigliere di Giovanni Goria a Palazzo Chigi negli anni d’oro
del costruttore DC Leonardo Logarini (uomo passato alla storia per
avere impiegato ben 30 anni per costruire 7 km di tangenziale ad
Ancona) poi braccio destro di Remo Gaspari durante l’alluvione in
Valtellina, membro della commissione Grandi Rischi con Vito Lattanzio
e progettista per
conto
dell’allora sindaco Francesco Rutelli per la metropolitana di Roma.
Nel 1999 fu nominato Presidente della commissione d’indagine sul
disastro del Monte Bianco, mentre contemporaneamente deteneva il
ruolo di Presidente della Spea (società di servizi del gruppo
autostrade). La Spea appena un mese prima aveva firmato con la
Roksoil il progetto esecutivo per l’autostrada della Val Trombia e
la ristrutturazione del traforo. Divenuto poi ministro del Governo
Berlusconi bloccò il decreto Nesi che proibiva il tunnel monotubo in
Val Trombia, salvando in questo modo le progettazioni in corso
realizzate dalla sua società.
La
società Roksoil ha fornito la propria consulenza e assistenza al
consorzio Cavet per il progetto dell’Alta Velocità ferroviaria
Bologna – Firenze, interessandosi in modo particolare di 11
gallerie. Per ovviare al problema conseguente all’indagine
giudiziaria che aveva portato alla luce notevoli danni ambientali
nella zona del Mugello, conseguenti allo smaltimento del materiale
inquinante estratto dalle gallerie, Lunardi inserì in un decreto
legge la regola secondo la quale le terre e le rocce da scavo anche
di galleria non costituiscono rifiuti anche se contaminate da
sostanze inquinanti derivate dall’attività di escavazione,
perforazione e costruzione.
Sempre
Lunardi fu protagonista, insieme al suo vice Ugo Martinat e Vincenzo
Procopio, titolare della STI s.r.l. e socio della STEF (la società
che progettò l’autostrada Torino –
Bardonecchia)
di un rapporto della Divisione Investigativa Antimafia (DIA) datato
luglio 2004 e reso pubblico dal quotidiano Repubblica nel mese di
dicembre dello stesso anno. In tale rapporto si faceva riferimento ai
contenuti di alcune intercettazioni telefoniche operate nell’ambito
delle indagini su eventuali infiltrazioni mafiose, concernenti gli
appalti per il tunnel esplorativo di Venaus. In tali intercettazioni
che riportano le conversazioni intercorse fra vari manager pubblici e
privati si fa riferimento alla lotta senza esclusioni di colpi,
portata avanti da varie società nell’intento di aggiudicarsi
l’appetitoso appalto. Si parla di una “talpa” della commissione
di Venaus che avrebbe avvisato anticipatamente le imprese
interessate, si attribuisce a Procopio il ruolo di “cassiere” di
Ugo Martinat, si menziona la società Roksoil.
Il
20 dicembre scorso, la Camera dei Deputati ha deliberato di negare ai
giudici torinesi che conducono il procedimento in corso nei confronti
del deputato Ugo Martinat, l’autorizzazione all’utilizzo delle
intercettazioni telefoniche, dimostrando una volta di più quale
granitico sodalizio leghi la classe politica italiana.
Dopo
essere diventato ministro, Lunardi si preoccupò, come abbiamo già
detto, di trasferire la proprietà della Roksoil ai figli e alla
moglie, nel tentativo di superare “in famiglia” l’evidente
conflitto d’interessi creatosi. Egli inoltre affermò come fosse
sua intenzione portare avanti in Italia le sole commesse già
acquisite prima dell’incarico governativo, tra le quali la
metropolitana di Napoli, quella di Roma e alcune opere autostradali e
ferroviarie. Contrariamente a queste dichiarazioni la società
Roksoil nel 2002 è stata incaricata della progettazione del tunnel
della linea ferroviaria Alta Velocità/Capacità Torino – Lione,
come si può evincere dal bilancio societario del 2002, comparso su
Milano Finanza nell’agosto 2003. Anche in questo caso è stato
utilizzato un sistema di scatole cinesi, in quanto la committente
originaria è la società francese LTF che ha incaricato del progetto
la società francese Effage, la quale a sua volta ha incaricato la
Roksoil. In realtà però la committente LTF è controllata in parti
eguali dalla francese RFF e dall’italiana RFI (Rete Ferroviaria
Italiana) che è a sua volta controllata da FS s.p.a. ovvero
direttamente dal governo italiano. Giova ricordare che proprio il
governo italiano, nella persona del Ministro Lunardi ha ritenuto tale
progetto strategico, inserendolo di fatto nella lista delle opere
oggetto della Legge Obiettivo. Tale progetto è stato inoltre oggetto
di procedura di valutazione d’impatto ambientale e sottoposto al
CIPE, di cui fa parte il Ministro Lunardi stesso, per l’approvazione
del progetto preliminare.
Durante
il semestre di Presidenza Europea italiana, Lunardi, in veste di
Presidente del consiglio dei Ministri Europeo è stato anche chiamato
a giudicare la valenza politica di un progetto tecnico come quello
dell’Alta Velocità Torino - Lione in cui compartecipa la società
di famiglia Roksoil.
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