giovedì 21 marzo 2019

Incompetenza e propaganda, una miscela esplosiva

Marco Cedolin
Anche l’Italia, per la prima volta, è stata vittima di un attentato terroristico di matrice “razziale” sulla falsariga di quelli ormai comuni nel nuovo millennio. Quando ieri il senegalese Ousseynou Sy, da 15 anni naturalizzato italiano e diventato Paolo ha sequestrato, armato di tutto punto e munito di 2 taniche di benzina, il bus carico di 51 bambini del quale era il conducente, con l’intenzione di compiere un gesto eclatante che avrebbe potuto trasformarsi in una tragedia di proporzioni bibliche.
Fortunatamente uno dei bimbi (benché con le mani legate) è riuscito a recuperare un cellulare sfuggito all’attenzione del rapitore e con esso ad avvertire i carabinieri. Fortunatamente gli stessi carabinieri sono riusciti a bloccare il bus ed a mettere in salvo i passeggeri prima che si compisse una strage. Fortunatamente l’attentatore, deciso ma un poco sprovveduto, ha dovuto arrendersi, dopo avere speronato 3 auto dei carabinieri e dato fuoco al bus che già aveva innaffiato di benzina, mentre le forze dell’ordine evacuavano i passeggeri prima che subissero danni.
Tutto bene dunque, niente vittime ma solo tanto spavento ed alcuni danni solo materiali, ma tutto bene solo ed esclusivamente fortunatamente, perché la vicenda avrebbe potuto trasformarsi in una strage se solo un pizzico di fortuna fosse venuto a mancare…..


Ma l’attentato terroristico di ieri e la tragedia fortunatamente scampata, oltre alla fortuna contengono due elementi importanti sui quali sarebbe bene riflettere.

In primo luogo Sy non si è impadronito dell'autobus con un atto di forza minacciando l'autista e sostituendolo o con l’astuzia producendo documenti falsi, semplicemente si è messo alla guida del bus carico di bambini adempiendo al suo lavoro di tutti i giorni, regolarmente remunerato. Sy insomma ha potuto fare l’autista di autobus carichi di bambini, nonostante solo l'anno scorso fosse stato giudicato colpevole di abuso su minori e sulla sua testa pendesse una condanna per guida in stato di ebbrezza, senza che nessuna autorità abbia mai avuto nulla da eccepire.
Così come ha potuto caricare sul bus due taniche di benzina senza che nessuno se ne accorgesse o avesse nulla da ridire.
In un Paese dove per un lavoro par time al supermercato ti fanno la radiografia di tutta la tua vita e se ti beccano a parlare con il cellulare in macchina perdi la patente, ad un “pedofilo" notoriamente alcolista era permesso fare regolarmente il conducente di autobus per bambini.
Se accade qualcosa del genere significa che esiste un problema molto grosso, perché il popolo che non è in grado di difendere i propri bimbi non ha neppure il diritto di chiamarsi tale.

In secondo luogo, a differenza di tutti gli attentati terroristici avvenuti in Europa  nell’ultimo ventennio, non si è trattato di un attentato di matrice islamica. Sy non era affiliato all'Isis e non era neppure religioso. Non ha urlato come da copione Allah Akbar, ma ha invece inveito contro Di Maio e Salvini, attribuendo loro le morti di migranti nel Mediterraneo, così come  suggeritogli (per sua stessa ammissione) dai servizi visti in TV e così come sostenuto da tanta sinistra radical chic che regolarmente manifesta nelle piazze contro il razzismo che non c’è, con il solo scopo di preservare i propri sporchi interessi, costruiti sulle spalle della tratta di migranti dall'Africa.

Sy insomma è il primo attentatore non creato dall'Islam radicale, bensì imbonito e suggestionato dalla sinistra al caviale impegnata a difendere i propri interessi e se la fortuna, grazie al cielo, non ci avesse messo lo zampino oggi avremmo dovuto raccontare ben altro che un autobus bruciato e 50 bambini terrorizzati a morte. Meditate gente, meditate.

1 commento:

Unknown ha detto...

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