martedì 1 luglio 2008

Hanno il coraggio di chiamarlo dialogo

Marco Cedolin

Il giorno dopo la stipula dell’accordo sul “nuovo TAV” in Val di Susa, l’intero circo mediatico ha presentato l’intesa raggiunta come una grande vittoria della linea del dialogo e della condivisione, ottenuta nell’ambito dell’Osservatorio presieduto da Mario Virano, che non ha esitato a proporsi come il precursore di un nuovo metodo di “concertazione” in grado di sbloccare tutte le grandi opere attualmente in fase di stallo a causa dell’opposizione dei cittadini.
Il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli si è detto felice perché ha trionfato la linea del dialogo, la presidente della regione Piemonte Mercedes Bresso ha parlato di vittoria delle soluzioni largamente condivise, il sindaco di Torino Sergio Chiamparino ha lodato Virano per le sue capacità di dialogo e così ha fatto la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Perfino gli ambientalisti in quota PD di Legambiente, nel cui direttivo siede Antonio Fermentino che insieme a Virano è fra i maggiori artefici dell’accordo, hanno espresso soddisfazione per la firma dell’intesa che “consentirà di realizzare qualcosa di veramente utile condiviso con il territorio”.

Leggendo i giornali e guardando la TV si sarebbe perciò indotti a pensare che il nuovo TAV sia nato attraverso il confronto ed il dialogo con la popolazione interessata dall’opera, che avrebbe condiviso se non il progetto perlomeno il metodo con il quale lo stesso sarà portato avanti.
Per quanto alla luce delle dichiarazioni possa sembrare singolare, in realtà non è accaduto nulla di tutto ciò e quella che viene celebrata come una vittoria del dialogo e della condivisione è stata solamente una squallida “campagna acquisti” finalizzata ad ottenere l’acquiescenza dei sindaci valsusini, terminata con il loro completo asservimento alla consorteria del cemento e del tondino.

I cittadini della Valle di Susa nel corso di 2 anni e mezzo non hanno dialogato con nessuno (nemmeno più con i propri sindaci) e non hanno potuto condividere assolutamente nulla, dal momento che sono stati esautorati dalla partecipazione in tutte le sedi all’interno delle quali si è svolta la concertazione.
L’Osservatorio Virano altro non è stato se non un consesso blindato dai cui “cancelli” la popolazione è stata tenuta fuori con l’ausilio delle forze dell’ordine e perfino i quaderni da esso prodotti sono stati per lungo tempo nascosti alla vista dei cittadini.
La linea di condotta degli amministratori è stata decisa nel corso di numerose conferenze dei sindaci, rigorosamente a porte chiuse perfino per i giornalisti e le decisioni sono state prese dai sindaci stessi in maniera unilaterale senza alcuna convocazione dei consigli comunali.
Ferrentino e gli altri amministratori si sono sempre rifiutati di condividere con la popolazione ciò che avrebbero detto a Palazzo Chigi prima di ogni convocazione a Roma al tavolo del governo.
Nessun progetto di grande opera in Italia è stato portato avanti nell’oscuro delle stanze del potere, senza alcuna trasparenza e la minima interfaccia con i cittadini (sistematicamente respinti dalle forze dell’ordine quasi si trattasse di criminali) come accaduto con il nuovo TAV partorito dall’Osservatorio Virano e nonostante questa sia la triste realtà una siffatta operazione indecente viene celebrata come la vittoria della filosofia del dialogo e della condivisione.
Dialogo e condivisione con chi, dal momento che si è trattato di un soliloquio ordito nel buio delle stanze blindate?

5 commenti:

Franco ha detto...

E' il nuovo concetto di democrazia, niente di più. E' reale ciò che appare, ciò che viene reso visibile. Tutto il resto non esiste.
Le vostre grida fanno eco nell'orizzonte del nulla.
Questa la tremenda realtà.
Grande solidarietà da parte mia.

SCHIAVI O LIBERI ha detto...

Seguendo il tuo consiglio, mi sono cimentato nella lettura di questo tuo bel articolo. Devo dire, che trova anche questo tutta la mia indignazione, tutto il mio rammarico. Riescono a far diventare democrazia e dialogo, l'esclusione delle persone. Incredibile!!!! La solidarietà e d'obbligo per chi conduce una battaglia, che a questo punto non è più solo di opposizione alla Tav, per riaffermare i più elementari diritti democratici.
Un caro saluto
Marco (siamo omonimi)

davlak ha detto...

come sempre, grande articolo di Marco.
mi sono permesso di linkarlo su altri blog.

comunque non c'è da stupirsi, comprano senatori a colpi di mign...pardon, "veline" ti pare che non possano comprare SINDACI?

un saluto.

marco cedolin ha detto...

Caro Franco,
grazie per la solidarietà e per la splendida analisi quanto mai realistica.

Marco

marco cedolin ha detto...

Caro Marco,
adesso che ho scoperto che siamo omonimi posso chiamarti per nome :-)
In effetti come hai spiegato tu non è solo una battaglia di opposizione al TAV ma anche ad un modello di sviluppo marcio e corrotto di cui il TAV è fra i figli prediletti.

Caro Davlak,
grazie per avere linkato l'articolo.
In effetti il fatto che abbiano comprato i sindaci non deve stupire più di tanto, oltretutto chi li conosce sa bene che non si trattava di un difficile acquisto.

Un caro saluto a tutti e due

Marco