lunedì 11 giugno 2018

Quanto è difficile essere Salvini

Marco Cedolin

È bastato ritrovarsi di fronte al primo scoglio, sotto forma della nave negriera Aquarius con il proprio carico di 600 profughi, imbarcati come regolarmente avviene al largo delle coste africane, perché gli italiani iniziassero ad andare in confusione, sproloquiando frasi senza senso e trasudando sensi di colpa da ogni poro della propria pelle. Non sto parlando degli italiani no borders che in fondo sono una minoranza e quasi tutti lucrano in varia misura sul business più redditizio della droga, ma della maggioranza degli italiani che (a prescindere dal fatto che abbiano votato o meno Salvini) da tempo reclamano uno stop al business dell'immigrazione selvaggia e s'indignano regolarmente ogni qualvolta un capotreno viene massacrato o una donna viene stuprata, dopo avere realizzato che attraverso i soldi delle proprie tasse si foraggiano Ong e Coop che costruiscono le proprie fortune sul traffico di esseri umani….

Proprio loro, posti di fronte alla macchina mediatica strappalacrime organizzata con cura certosina, anche attraverso l'ausilio di professionisti della disinformazione come Gino Strada ed i suoi sodali, sembrano essere rimasti ipnotizzati dal canto delle sirene che sussurra frasi petalose e suggerisce soluzioni accomodanti, creando una profonda linea di demarcazione fra il “cattivo” Salvini ed i “buoni" italiani che, trattandosi di vite umane non possono fare a meno di accogliere, perché questo in fondo è il loro destino.

Non m'interessa disquisire in questa sede intorno a quanto sia buono o cattivo Salvini, ma dovrebbe essere chiaro a tutti (almeno a coloro che non sono ancora caduti preda delle sirene) come nel caso egli intenda seriamente porre un freno all'immigrazione selvaggia, facendo seguire i fatti alle parole, debba per forza di cose in primo luogo impedire che gli sbarchi si susseguano copiosi come avvenuto nelle scorse estati.

Dal momento che tutti gli altri Paesi europei hanno da tempo chiuso le proprie frontiere ed i propri porti al fenomeno, a Salvini non resta davvero altro mezzo che fare altrettanto, sperando che la cosa crei un caos internazionale, che da un lato induca le Ong a moderare il proprio business di tratta degli esseri umani, dall'altro costringa i Paesi europei a prendersi delle responsabilità che finora hanno scaricato sulle nostre spalle.

Altrimenti potrebbe sempre darvi retta e continuare a prendervi per il culo, come hanno fatto politici di ogni risma e colore che proprio sull'onda delle vostre lacrimucce hanno costruito il business di cui sopra, lucrando tanto sulla vostra pelle quanto su quella dei profughi.

5 commenti:

Pike Bishop ha detto...

Bisognerebbe chiedere agli accoglioni perche' una nave tedesca che batte bandiera di Gibilterra (se non sbaglio) debba obbligatoriamente arrivare in Italia e sbarcare gente che nessuno ha richiesto. Perche' non sbarcano altrove? Forse perche' altrove non sono fessi autolesionisti e traditori come in Italia?

marco cedolin ha detto...

Penso che la ragione sia proprio questa Pike, altrove sono senza dubbio meno petalosi.

Maura ha detto...

Chissà i no tav come saranno lieti di vedere Fassino e Chiamparino manifestare a Torino per aprire i porti e i diritti umani!

Tortora Giuseppe ha detto...

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