mercoledì 30 maggio 2018

Un grande attore?

Marco Cedolin

Fra salite al Colle, discese dal Colle, dichiarazioni in diretta streaming, golpe presidenziali, diktat europei, lezioni dei mercati e quant'altro, il circo Barnum post elettorale sta raggiungendo in queste ore il proprio acme, mentre sembra essere in fase di decollo una nuova puntata del teatrino dell'assurdo al quale ci stiamo tristemente abituando.
Dopo il golpe di domenica sera, mentre l'emissario del FMI riceveva l'incarico per formare il nuovo governo e lo spread continuava a salire, i due leader dell'abortito governo M5S-Lega facevano le proprie dichiarazioni in diretta streaming….


Di Maio, visibilmente rammaricato per quanto accaduto, chiedeva l'impeachment del Presidente della Repubblica ed esortava anche l'alleato a seguirlo su questa strada. Salvini non raccoglieva l'invito, ma si diceva molto “incazzato" per il colpo di mano di Mattarella che aveva vanificato tutto l'ottimo lavoro portato avanti giorno e notte da politici e tecnici dei due schieramenti. Un lavoro che avrebbe permesso di dare immediatamente delle risposte concrete (a partire dall’abolizione  della legge Fornero) agli italiani ormai giunti alla canna del gas.

Ieri sera, mentre il lavoro dell'emissario del FMI sembrava essersi arenato, in un comizio a Napoli sempre in diretta streaming, Di Maio, sbollita la rabbia del primo momento, annunciava la decisione di ritirare la richiesta d'impeachment e auspicava un ritorno al dialogo con Mattarella.

Stamattina nei vari incontri più o meno formali al Quirinale, Di Maio chiedeva a Mattarella la disponibilità a ricominciare tutto daccapo, sulla base del governo a guida Giuseppe Conte e del contratto Lega-M5S presentati pochi giorni fa. Mattarella, probabilmente scottato da quanto accaduto in questi due giorni sembrava tutto sommato disponibile a concederla e perfino la Meloni si diceva ora disposta a sostenere il nuovo governo.

Ma Salvini (o forse un sosia) improvvisamente sparigliava le carte, dichiarandosi non più disponibile alla formazione del governo per cui aveva lavorato notte e giorno per settimane insieme a centinaia di persone (parole sue) e avrebbe dovuto ridare speranza agli italiani.

Chiedeva invece che si andasse ad elezioni, ma non subito bensì a settembre, perché gli italiani (quelli che sono alla canna del gas) devono prima andare in ferie in santa pace, senza essere turbati dalla legge Fornero, dalla disoccupazione, dall’immigrazione selvaggia o da Equitalia. Ma si trattava davvero dello stesso Salvini di due sere fa o è stato clonato clandestinamente in qualche laboratorio genetico?

In attesa di saperlo il circo continua, mentre perfino lo spread sembra indeciso sul da farsi.

3 commenti:

Peppe ha detto...

Se ciò che hai qui evidenziato riguardo all'eventuale capriola di Salvini dovesse essere confermato lo sputtanamento sarà totale e irreversibile. Già Giggino ha fatto pace col governatore di Italyland. Alle prossime elezioni (?) parecchi ci ripenseranno, eccome...

Pike Bishop ha detto...

Chissa' perche', ma tutti quanti quelli che hanno partecipato a giochi a premi nelle televisioni del signor Viagra, poi ce li troviamo fra gli zebedei nel teatrino della politica per il pollame umano e non si capisce perche', dal momento che e' gente a cui non affideremo gli spiccioli per andare a comprare il latte al negozio all'angolo.

Quanto a Giggino el Drito, il suo avvicinamento al Mozzarella gli costera' qualche milionata di voti: cosa non si fa per andare o NON andare al Governo, con qualsiasi programma, ministri, ecchissenefreca...

Unknown ha detto...

Andremo a votare nel 2023 senza se, senza ma. Salvini forse è in buona fede ma tiene famiglia, mi sembra un paio di figli adolescenti. Il dimaio invece, come tutti i suoi colleghi senza arte nè parte, se mantiene un basso profilo e una vita regolare, con 10 anni di legislature riuscirà a mettersi da parte un milone e mezzo di euro che gli consentiranno di fare una vita dignitosa, senza cercarsi un lavoro, fino all'arrivo del vitalizio (che tanto vorrebbe abolire). Quindi irriducibile sostegno al prossimo governo di responsabilità economica (delle loro tasche).