giovedì 7 settembre 2017

Bimba morta di malaria: le spiegazioni non convincono

Marco Cedolin

Di fronte al tragico caso della bimba di Trento morta di malaria, senza mai essersi recata in Africa o in un altro luogo dove la malattia fosse endemica, continua a regnare grande confusione. Il Ministero della Salute, in questi giorni con il fiato corto per lo sforzo ciclopico di trasporre sul campo la marea di vaccini destinati ai bambini italiani, sembra avere accolto questa nuova "tegola"con grande fastidio, a maggior ragione dal momento che da più parti orde di razzisti, populisti e complottisti iniziano ad insinuare che l'immigrazione selvaggia abbia (fra le altre malattie) riportato in Italia anche la malaria, nel nostro Paese debellata definitivamente almeno dagli anni 70....


Dal momento che la malaria non è una malattia contagiosa, ma si contrae solamente tramite la puntura di una zanzara infetta o eventualmente il sangue di una persona che ne è affetta, le varie ipotesi ventilate dagli esperti sono per forza di cose piuttosto fantasiose.

Dal momento che la povera bimba fu ricoverata per un certo lasso di tempo nello stesso ospedale dove erano presenti due bambine che avevano contratto la malaria nel Burkina Faso si è supposto che una zanzara portatrice della malattia potesse essersi annidata nei bagagli ed essere sopravvissuta al viaggio aereo dall'Africa. Ma in tutta onestà l'ipotesi sembra non stare in piedi e oltretutto le trappole posizionate nel reparto per catturare la zanzara colpevole hanno tutte dato esito negativo.

Sempre supponendo un contagio all'interno del reparto è stata ventilata l'ipotesi che una normale zanzara Anopheles autoctona abbia potuto pungere prima la bambina infetta e poi la sfortunata Sofia infettandola. Ma non esistono evidenze scientifiche che provino che una zanzara autoctona sia oggi in grado di trasmettere un Plasmodio di origine africana.

Ancora ipotizzando un contagio all'interno dell'ospedale sta prendendo forza la supposizione di un errore umano, costituito dal fatto che qualcuno abbia praticato alla bimba un'iniezione con la stessa siringa usata per una delle bambine infette. Ma si tratterebbe di un errore madornale, oltretutto al limite dell'impossibile, dal momento che in ospedale si usano le siringhe monouso e neppure un ubriaco potrebbe fare uno sbaglio del genere.

Infine esiste l'ipotesi che la bimba possa avere contratto la malaria per la puntura di una zanzara mentre era in campeggio a Bibione, dal momento che i tempi d'incubazione della malattia sono compatibili con le date in cui la piccola Sofia era al mare. L'ipotesi in effetti regge più di tutte le altre, ma questo significherebbe la presenza a Bibione di zanzare infette, cioè il riaffacciarsi della malaria in Italia dove era stata eradicata da almeno 50 anni.
Portata dai turisti come suppongono i giornalisti della sinistra radical chic? Portata dall'immigrazione selvaggia come sostengono i razzisti ed i complottisti che hanno sempre pensieri cattivi?

Difficile a dirsi, ma sicuramente una spiegazione deve esserci, anche se probabilmente quella vera, soprattutto se fosse scomoda, probabilmente non la sapremo mai.

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