venerdì 14 luglio 2017

Scioperano ad oltranza gli operai del TAV

Marco Cedolin

Nei deliri onirici dispensati per decenni dai mentori dell'alta velocità ferroviaria, il TAV Torino – Lione avrebbe dovuto portare in Val di Susa la ricchezza derivante da migliaia di posti di lavoro, nonostante molti esperti, su tutti l'architetto Marco Ponti, avessero ripetutamente tentato di mettere in guardia l’opinione pubblica in merito alle bassissime ricadute in termini occupazionali delle grandi opere cementizie.
Cinque anni dopo l'apertura del cantiere fortino del TAV a Chiomonte....
gli operai impegnati nello scavo del tunnel geognostico si possono contare in un centinaio, la metà dei quali licenziata nei mesi scorsi perché lo scavo del tunnel era terminato....


I 50 lavoratori rimanenti avrebbero dovuto rimanere occupati fino alla metà del 2018 (quando probabilmente proprio a Chiomonte inizierà lo scavo del tunnel di base) effettuando una serie di opere minori all'interno del tunnel appena scavato, ma le cose non sono andate proprio così.

Le opere minori sembrano non essere più previste e anche gli ultimi 50 operai rischiano di tornare a casa entro un paio di mesi, facendo si che i poliziotti, i carabinieri ed i soldati che presidiano il fortino restino di fatto gli unici lavoratori presenti nel cantiere.

I sindacati indignati per il mancato rispetto degli accordi presi a suo tempo sono scesi sul piede di guerra, mentre gli operai hanno deciso d'incrociare le braccia e hanno iniziato uno sciopero ad oltranza. Chiedono che comunque vadano le cose il loro posto di lavoro venga confermato e si offrono come nuovi guardiani del cantiere fortino al posto della polizia e dei militari.

Ma a questo punto sarebbero le forze dell'ordine ad essere di troppo e comunque vada a finire la questione ai delusi non resterà altro da fare che bloccare le strade e la ferrovia alla maniera dei NO TAV, sperando di avere maggiore fortuna di quanta ne hanno avuta loro.

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