sabato 14 giugno 2014

Quei suicidi dimenticati

Marco Cedolin
L'intero circuito mainstream ha ormai focalizzato da molto tempo la propria attenzione sull'India, unicamente in relazione ai casi di violenza sessuale, tratteggiando l'immagine di un paese senza diritti, dove la donna è ostaggio del sistema delle caste, costretta a vivere in un vero e proprio medioevo. Allo stesso tempo, sempre in India, è in corso una vera e propria ecatombe, costituita dal suicidio (un suicidio ogni mezz'ora) dei contadini indiani, a causa della Monsanto e delle politiche industriali, senza che la stampa mainstream abbia mai ritenuto giusto documentare quanto sta accadendo.
L'amica Gloria Germani ha scritto una lettera indirizzata alla giornalista Alessandra Muglia del Corriere della Sera, autrice dell'ennesimo articolo in materia di stupri, per esternare le proprie perplessità ed avere delle risposte. Risposte che purtroppo fino ad oggi non sono arrivate...
Gent.le dott.a Muglia,

 ho letto la pagina  14 di ieri sul Corriere Della Sera e la sua intervista a Arundhati Roy.
Sono una filosofa e scrittrice e da oltre 20 anni mi occupo di India e di cultura indiana.  Ho scritto su Madre Teresa di Calcutta e su Tiziano Terzani. Da oltre 3 anni collaboro con l’associazione fondata in Italia da Vandana  Shiva: Navdanya International  ed organizziamo   proiezioni di film.
In india  - IL  paese dove ancora esistono più contadini al mondo-  è in atto un geniocidio  spaventoso. Per colpa della Monsanto e delle politiche industriali  OGNI MEZZ’ORA UN CONTADINO SI SUICIDIA.  Esistono  anche vari documentari  su questo  incredibile  effetto  che non ha precedenti nella storia dell’Uomo.

Perché il sistema dell’informazione a cui lei appartiene – non lo dice e non ne dà segnalazione???

Perché invece riempite i notiziari con i casi di violenza sessuale???

 Sono donna e ho viaggiato in India per oltre 25 anni  ( anche 2 mesi fa) e  le assicuro che mi è sembrato una nazione veramente non violenta – alimentata da una cultura non violenta fatta del Ramayana, Mahabarata, etc…    quella stessa cultura a cui si alimentava Gandhi e  che riconosceva in lui la Grande Anima. 

Ovviamente l‘impatto dell’industria dell’entertainment occidentale -  individualistica e  centrata sul richiamo sessuale -  BEN LUNGI DAL RAPPRESENTARE UN “ EVOLUZIONE”  -  incrina i  tradizionali rapporti tra i sessi… di una civiltà non sessuofoba come quella europea, ma  che ha sempre esaltato la sessualità come forma di  trascendenza-  La nostra civiltà moderna è completamente individualista, anzi come  scrive Latouche, ha  inventato l’Individualismo, e da qui l’idea di diritto. Come hanno sottolineato vari antropologi  francesi Mauss, Dumont, le altre civiltà,  tra cui quella  indiana,avevano una concezione molto più comunitaria ed olistica della vita.  Che in questo passaggio, ci sia un progresso, è una verità oggi tutta  da dimostrare.  La crisi ambientale, la crisi economica,   il crollo dell’etica, insieme alle crisi esistenziali  dovrebbero  metterci in guardia.
Come studiosa di  Gandhi, sono in completo disaccordo con  l’interpretazione di Arundhati Roy  sulle responsabilità del sistema delle caste e chiedo al Corriere della Sera di   aprire un dibattito  adeguato su questi temi.







Non è possibile  tacere e mascherare  i tragici  effetti   dell’impatto del mondo  industriale su civiltà diverse  e  ancora  un po in armonia con la natura.

Rimaniamo in attesa di una concreta  risposta



Gloria  Germani

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