lunedì 30 aprile 2012

Primo Maggio: è qui la festa?

Marco Cedolin

Mai come quest'anno la sfilata allegorica del primo maggio, con tutto il suo corollario di bandiere rosse, sindacalisti d'accatto e guitti da cortile, appare come un esercizio retorico privo di costrutto, completamente disancorato dalla realtà. Una sorta di nemesi delle coscienze, anestetizzate dalla ripetitività di gesti senza senso e inebetite dai ritmi sincopati di concertini rock, usati per creare un pubblico all'imbonitore di turno.
In primo luogo non si comprende bene la natura dell'oggetto che ci si appresta a festeggiare. 
Il lavoro, omai da tempo latitante e nella maggior parte dei casi (quando c'è) associato a salari inadeguati al mantenimento di una famiglia?
I lavoratori, bestie da soma in via d'estinzione, immolati sull'altare del progresso e della competitività?
I disoccupati, fra le cui fila sempre maggiormente copiose albergano ogni giorno che passa, nuovi e più numerosi aspiranti suicidi che la "buona stampa" finge bellamente d'ignorare?......



I sindacalisti d'accatto che continuando a millantare credito attraverso belle parole e false promesse, hanno permesso che si arrivasse fino a questo punto?
La sinistra italiana che ha cavalcato per decenni la lotta di classe, prendendo per il naso milioni di lavoratori, fino ad arrivare a scoprire che il sodalizio con i banchieri, la grande finanza ed i "prenditori" d'accatto, rappresentava il fine ultimo della sua esistenza?

Quale senso possono avere le sfilate con le bandierine ed i concertini, messi in scena in una giornata in cui non c'è nulla, ma proprio nulla da festeggiare? Qualcuno ha mai visto (dimenticando la sindrome di Stoccolma) un poveraccio pesto e dolorante che canta e balla per festeggiare il suo aguzzino? O una tribù indigena che festeggia la pioggia nel bel mezzo di un periodo siccitoso?

Al più anzichè festeggiare, la tribù di cui sopra potrebbe spendersi in rituali propiziatori, finalizzati ad ingraziarsi la benevolenza degli dei, affinchè finalmente facciano piovere.
Ma il primo maggio non potrebbe neppure venire rivisitato in questa chiave, dal momento che l'Olimpo non alberga fra le nuvole ma in luoghi assai più terreni e le cause della siccità, dalle delocalizzazioni alla mancanza di dazi sono tangibili e note a chiunque possegga la licenza elementare.

Nonostante ciò, con in tasca la licenza elementare e negli occhi il fervore mistico di chi crede, non importa in cosa, ma crede, tutti in fila per tre a festeggiare il primo maggio e fra un corteo, un comizio elettorale ed un concertino, ci sarà pure il tempo per qualche "vasca" ai centri commerciali, tutti aperti (Coop in testa) senza distinzioni, perchè il progresso ha detto che é giusto così.

4 commenti:

marco schanzer ha detto...

Che sia la festa del Signor "datore di Lavoro" ( sempre sia lodato ) ?

GERMINALE ha detto...

"Lasciate che si senta la voce del popolo!",... ecco invece che sentire nelle piazze i soliti comizi di politici e sindacalisti partitocratici , lasciamo parlare i cittadini, la gente comune...quella che lavora e quella, che purtroppo , non lavora più per una crisi socio-economica creata dai tecnici, dai banchieri e da una politica spudorata oltre che venduta anche codarda. Lasciamo a loro la ribalta delle luci per sodisfare la nostra sete di verità e non diamo spazio a coloro che giocano con i tre piattini sempre a scapito del popolo. La festa dei lavoratori non è festa per i parassiti della politica, della classe dirigente, e degli imprenditori ...è la festa del popolo! Di coloro che sudano e si sporcano le mani, di coloro che mettono il proprio sapere e la propria arte a beneficio della collettività, di coloro che arano, mietono e raccolgono i frutti del loro lavoro per il bene comune; non è certo la festa per coloro che cercano nell'alba del terzo millennio di schiavizzare nuovamente il lavoro e l'uomo.

Unknown ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=Piv6KUDczPM&list=UUSZ-eVyZ2QsvZpVONfrlyFg&index=1&feature=plcp

Unknown ha detto...
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