martedì 31 maggio 2011

A cosa serve il TAV?

Marco Cedolin

Fin dal momento della sua nascita il progetto TAV fu propagandato all’opinione pubblica attraverso l’uso sistematico della menzogna. Nei proclami di coloro che nel 1991 la presentarono alla stampa, l’infrastruttura avrebbe dovuto essere finanziata per il 60% da capitale privato, sarebbe statadestinata ad ospitare esclusivamente treni passeggeri e avrebbe comportato un costo di 26.180 miliardi di lire.
In realtà gli investitori privati non esistevano affatto, come emerse pubblicamente alcuni anni più tardi, i potenziali passeggeri sarebbero stati pochissimi, per cui nel corso del tempo la destinazione d’uso fu allargata al trasporto delle merci ed il costo dell’opera lievitò in maniera esponenziale fino a raggiungere nelle stime più attendibili la stratosferica cifra di 90 miliardi di euro.
Per giustificare l’utilità e la necessità dell’opera sono state accampate nel corso degli anni le ragioni più disparate, destinate a venire regolarmente smentite dalla realtà oggettiva dei fatti e dal giudizio degli esperti che si esprimevano riguardo al loro campo di competenza. Questo poiché in realtà il progetto TAV non interpreta nessuna delle esigenze connaturate alla movimentazione di merci e persone presenti nel nostro paese.
La prima motivazione a sostegno dell’alta velocità ferroviaria è stata quella di potere offrire ai viaggiatori italiani la possibilità di spostarsi in maniera più rapida.....

domenica 29 maggio 2011

Il Punto - TAV in Val di Susa

"Il Punto", rubrica a cura di Monia Benini
In questa puntata...

Val di Susa...andata e ritorno
Ne parliamo con Marco Cedolin, blogger e scrittore. La doppia partita di chi vuole soffocare la sovranità dei cittadini No Tav. Il teatrino dei media per costruire un'opinione pubblica contraria a chi difende il proprio territorio dallo sventramento necessario per la costruzione di un'opera inutile, dannosa e costossissima.
Lettura consigliata: M.Cedolin, Grandi Opere, Arianna Editrice

giovedì 26 maggio 2011

L’incubo dei treni ad alta velocità è tornato in Val di Susa

(ASI) Oggi, nonostante i media mainstream ne parlino poco, l’incubo dei treni ad alta velocità in Val di Susa è tornato. Fabio Polese, per Agenzia Stampa Italia, ha incontrato Marco Cedolin, autore di “T.A.V. in Val di Susa – Un buio tunnel nella democrazia”, edito da Arianna Editrice, per capire cosa sta accadendo in queste ore.
 Nel suo recente articolo intitolato “T.A.V. in Val di Susa, l’incubo ritorna, più nero che mai” ha descritto la situazione attuale così: “L’incubo ritorna, ritornano i presidi, le notti con il cellulare sotto il cuscino e gli scarponi davanti al letto, ritorneranno probabilmente la militarizzazione, i check point, le cariche con i manganelli contro la gente disarmata, le intimidazioni, poiché l’inizio dei lavori è stato annunciato a giorni e “l’assalto all’arma bianca” sembra davvero più questione di ore piuttosto che di settimane”. Ci spiega cosa sta succedendo?
 Sta accadendo semplicemente che lo scellerato progetto consistente nella costruzione di una nuova infrastruttura per i treni ad alta velocità/capacità in Valle di Susa, dopo essere stato cacciato “fuori dalla porta” nell’autunno 2005 da una vera e propria rivolta popolare, stia tentando di rientrare dalla finestra per opera di una consorteria composta dai mestieranti della politica e da alcune lobby “prenditoriali” nostrane. Durante i quasi sei anni che sono intercorsi dal fallimento, la consorteria ha riordinato le proprie fila, costruito mediazioni politiche, “venduto” anche a livello europeo una lunga sequela di dati e stime sui flussi di traffico palesemente false e rielaborato un nuovo progetto, più costoso ed impattante di quanto non lo fosse quello precedente......

martedì 24 maggio 2011

Una notte surreale ma senza cantieri

Marco Cedolin
Il primo assalto all'arma bianca contro la Val di Susa, per tentare di dare il via al cantiere propedeutico alla costruzione della Torino – Lione, si è svolto ed è fallito in una tiepida notte di tarda primavera, dove fra boschi, sentieri punteggiati dalle torce elettriche e vie di accesso sbarrate da robuste barricate, si respirava un'atmosfera surreale, carica di ellettricità, ma fresca come l'aria pulita che profuma di orgoglio e libertà.
La "politica" e le forze dell'ordine alle sue dipendenze, di orgoglio ne hanno invece dimostrato molto meno, compensando comunque con la fantasia. Facendo si che l'assalto sia iniziato con una proposta di "mediazione" intrisa di bonomia che ha contribuito a rendere i toni della serata ancora più surreali.
Lasciateci installare un finto cantiere simbolico, buono solo per la stampa e per non perdere i finanziamenti europei, e non useremo la forza con nessuno, sono stati, riassumendo in breve i toni della proposta succitata, partita in via ufficiale e destinata ad interlocutori ufficiosi che l'hanno respinta al mittente con il sorriso sulle labbra.....

lunedì 23 maggio 2011

TAV in Val di Susa, l’incubo ritorna, più nero che mai

Marco Cedolin
Ci sono incubi che ti svegliano nel cuore della notte, lasciandoti con il respiro corto e madido di sudore, altri che svaniscono solo al mattino, portando con sé un ricordo evanescente, altri ancora che sono incatenati l’uno all’altro come scatole cinesi, facendo si che ogni risveglio rappresenti unicamente la riproposizione dello stesso incubo da una diversa prospettiva.
Lo scellerato progetto del TAV  in Val di Susa appartiene a quest’ultima categoria e per quanto la cosa possa sembrare paradossale, i cittadini di una valle alpina che ospita all’incirca 60mila abitanti, sono costretti da ormai 20 anni a confrontarsi con una vera e propria macchina da guerra  politica, mediatica e militare, decisa a distruggere il territorio in cui vivono, contro la loro volontà , una macchina da guerra determinata a raggiungere il proprio scopo con ogni mezzo.
Non sono bastati i giudizi di tanti economisti  che hanno ribadito come l’opera in questione rappresenti un “vuoto a perdere” totalmente privo di qualunque prospettiva di ritorno economico. 
Non sono bastate le valutazioni di tecnici ed esperti ambientali che hanno messo in evidenza come una grande opera di queste dimensioni sia assolutamente insostenibile per una valle alpina già pesantemente infrastrutturizzata attraverso un’autostrada, una linea ferroviaria internazionale a doppio binario, due statali e numerose provinciali, al punto che se la si guarda dall’alto il fondovalle già oggi somiglia ad un’unica colata di asfalto e cemento.
Così come non è bastato il crollo del traffico merci , tanto su ferro quanto su gomma che da ormai 10 anni ribadisce la sterilità commerciale di questa direttrice.
Né sono bastati i rapporti dei medici, allarmati per l’aumento di ammalati e mortalità che sarà determinato dallo scavo di gallerie all’interno di montagne ricche di amianto ed uranio......

Sacerdoti del progresso

Marco Cedolin
Anche il mito del progresso come qualunque manipolazione psicologica necessita di essere costruito con cura attraverso l’uso smodato della demagogia, il condizionamento del pensiero e la creazione di suggestioni che siano in grado di influenzare l’immaginario collettivo fino al punto di farlo collimare con il disegno di coloro che gestiscono il potere.
Gli artefici della manipolazione sono costituiti da tutti quei soggetti che a vario titolo concorrono alla formazione dell’opinione pubblica. Uomini politici, economisti, sindacalisti, giornalisti, pubblicitari, banchieri, scrittori, registi, personaggi dello spettacolo, manager di azienda, filosofi, sociologi ed opinion leader di ogni genere, si trovano nella condizione di partecipare alla costruzione di un pensiero dominante che possa essere condiviso dalla maggior parte dei cittadini. Tale pensiero è imperniato per forza di cose sugli obiettivi della crescita e dello sviluppo economico e li persegue in un’ottica di progresso basata sulla costruzione delle grandi opere, poiché solamente attraverso l’applicazione di questo modello i grandi gruppi di potere sono in grado di massimizzare i propri profitti.
La colonizzazione del linguaggio costituisce il presupposto attraverso il quale è possibile suggestionare, condizionare ed indirizzare l’immaginario collettivo nella direzione voluta.....

venerdì 20 maggio 2011

Fukushima e il grande silenzio

Marco Cedolin
Poche catastrofi al mondo hanno avuto un’esposizione mediatica paragonabile a quella della tragedia di Fukushima .
Settimane intere di prime pagine, TG, approfondimenti in seconda serata, aggiornamenti su aggiornamenti, dibattiti, contraddittori, ipotesi, smentite, poi ancora ipotesi e ancora smentite.
Il tutto ad onor del vero costruito in maniera molto raffazzonata, con le immagini dei reattori che esplodevano ma l’esperto di turno che rassicurava trattarsi di esplosioni “controllate” per impedire disastri più gravi. Con i noccioli prossimi alla fusione, macchè già fusi, ma no fusi solo parzialmente. Con le quantità di radioattività disperse nell’aria e nell’oceano espresse in valori assoluti (di cui nessun cittadino normale potrebbe comprendere la valenza) o con l’ausilio di parametri perfino troppo semplici. Cento volte, mille, un milione di volte il valore normale di radioattività, con il cittadino a domandarsi  ma qual è il valore che fa male? E quanto male fa? E la Tepco,  titolare degli impianti che fornisce dati catastrofici, e il governo giapponese che li smentisce e la Tepco (costretta?) ad annunciare che i calcoli erano sbagliati......

martedì 17 maggio 2011

Elezioni e dintorni

Marco Cedolin
Il fatto che in Sardegna il 60% degli aventi diritto si sia recato alle urne, per ribadire in maniera plebiscitaria (97% dei voti) la propria contrarietà alla costruzione di centrali nucleari o depositi di scorie radioattive sull'isola, è sicuramente l'indicazione più interessante fra quelle emerse in questa tornata elettorale.
Ma purtroppo resterà una notizia per pochi intimi, dal momento che l'informazione mainstream ha bellamente ignorato l'accaduto, preferendo proporre titoloni ad effetto aventi per oggetto improbabili svolte epocali e "cambiamenti di vento", nel tentativo di creare interesse intorno a risultati elettorali in larga parte scontati e scarsamente indicativi.
Il PDL ha segnato il passo e rischia seriamente di non conquistare nessuna delle quattro grandi città oggetto della contesa, ma tutto sommato l'emorragia di voti è stata più contenuta di quanto fosse lecito supporre a fronte di una forza politica incappata in una lunga sequela di scelte scellerate, dal ritorno al nucleare fino alla guerra in Libia, passando attraverso il bunga bunga di un leader ormai in tutta evidenza sul viale del tramonto......

lunedì 16 maggio 2011

Prendetelo, sparategli e gettatelo in fondo al mare

Marco Cedolin
Stando alle parole del procuratore capo della Corte penale Internazionale, Luis Moreno Ocampo, condivise anche dal ministro degli esteri italo/israeliano Franco Frattini, sarebbe ormai prossima l’emissione di un mandato di cattura internazionale contro il leader libico Gheddafi, per l’imputazione di crimini contro l’umanità.
Lo stesso Luis  Moreno avrebbe infatti  proprio ieri formalmente richiesto ai giudici del tribunale di emettere il mandato, in virtù delle prove schiaccianti da lui raccolte, dalle quali emergerebbe che Gheddafi si è incontrato più volte con tre suoi collaboratori per pianificare operazioni di repressione.
Si potrebbe naturalmente obiettare che qualunque governante di qualsivoglia paese, quando le circostanze lo impongono, s’incontra con il ministro degli interni ed altri collaboratori per reprimere un’eventuale insurrezione armata o azione terroristica che mini la sicurezza della nazione.....

sabato 14 maggio 2011

Collari elettronici e catene invisibili

Marco Cedolin
La notizia che a Vicenza sia stata sgominata un'organizzazione di imprenditori indiani dediti al volantinaggio illegale (lavoro nero, evasione e frode fiscale i capi d'imputazione) che controllavano i propri dipendenti con l'ausilio di una sorta di collare elettronico collegato al gps, ha destato una certa inquietudine.
Inquetudine che però non può rimanere circoscritta nell'ambito di episodi estemporanei come quello in oggetto, poiché nelle acque torbide della società del controllo  in cui tutti noi ci troviamo a nuotare, la presenza delle catene invisibili sta facendosi sempre più immanente, al punto da produrre tanti collari cinti con malcelata noncuranza intorno al nostro collo.
Una parte sempre maggiore della nostra vita viene tracciata, filmata, registrata, catalogata, controllata, con l'ausilio di tecnologie ogni giorno più sofisticate, che siamo soliti accettare con il sorriso sulle labbra sotto le mentite spoglie di contributi al nostro benessere e alla nostra sicurezza.....

mercoledì 11 maggio 2011

La settimana del "meno peggio"

Marco Cedolin
Come sempre accade quando mancano pochi giorni alle elezioni , molte persone vengono assalite da una sorta di amnesia transitoria, cui si associa l’ansia da crocetta compulsiva e la bonomia da campagna elettorale, vissuta nel segno evangelico del perdono.
Ti ritrovi così a ricevere la visita di Arturo che sorridente sull’uscio di casa ti omaggia del “santino” di quel partito che ha perorato la costruzione dell'inceneritore  che lo sta avvelenando insieme alla sua famiglia. –Ma quando protestavamo contro l’apertura del cantiere hai detto che quei mafiosi non li avresti votati mai più-. E’ vero, ma se non li votiamo poi vince la destra e se vince la destra…
 Ti ritrovi al bar a fare colazione con Cristina e ti stupisce vederla infervorata nella campagna elettorale di quel partito che vuole ricostruire le centrali nucleari ,  proprio lei che dopo la tragedia di Fukushima ti telefonava a mezzanotte per sapere se la nube radioattiva era già arrivata in Italia. –Ma non avevi detto che  quei “mostri” il tuo voto non lo avrebbero visto mai più’- Si, certo,  però oltre alla questione ambientale ci sono tante altre cose e questa volta rischia di vincere la sinistra e giù con le tasse…già, le tasse....

martedì 10 maggio 2011

R. Goldstone: sui crimini di Israele ha ritrattato sotto minaccia?

Gianluca Freda

Se avessi saputo prima quello che so adesso, il Rapporto Goldstone sarebbe stato un documento diverso”. Con queste parole, scritte lo scorso 1° aprile su un articolo del Washington Post, Richard Goldstone avrebbe “ritrattato” (almeno così ci è stato raccontato dai media mainstream) le accuse di crimini contro l’umanità rivolte ad Israele per le stragi compiute dall’IDF (l’esercito israeliano) durante l’attacco a Gaza del dicembre 2008 - gennaio 2009. Ma si è trattato davvero di una ritrattazione? E che cosa ha spinto Goldstone a compiere questa imprevista marcia indietro?
Leggendo l’articolo di Goldstone sul Washington Post, pubblicato il 1° aprile scorso (una data simbolica?) si può innanzitutto notare che esso, più che una vera e propria ritrattazione sugli scempi compiuti da Israele contro i civili di Gaza, contiene soprattutto alcune insistenti precisazioni sugli speculari (secondo Goldstone) crimini di guerra perpetrati da Hamas. I lanci di razzi effettuati da Hamas vengono posti sullo stesso piano dei bombardamenti al fosforo bianco compiuti da Israele, con un’operazione che sa di deriva propagandistica più che di corollario agli accertamenti compiuti nel corso della missione ONU, di cui Goldstone era a capo. Una propaganda dai connotati arcinoti, della quale è impossibile non riconoscere a prima vista la matrice.....

domenica 8 maggio 2011

La democrazia

Marco Cedolin
Giovanni ha 54 anni, lavora saltuariamente e mangia quando capita. Questo mese è impegnato al banco del pesce di un grande ipermercato, dopo una lunga pausa passata a peregrinare fra le agenzie interinali, che aveva fatto seguito ai tre mesi trascorsi nel magazzino di uno spedizioniere, e prima dell’estate, quando scadrà il contratto bimestrale, gli toccherà ricominciare tutto daccapo.
Giovanni ha due figli ormai grandi. Giacomo, il più vecchio, gli ha sempre dato grandi soddisfazioni, intelligente, studioso, grande lavoratore, si é sposato cinque anni prima e da allora abita in un appartamento molto elegante poco fuori Milano. Lavora nella pubblicità, ha un ufficio tutto suo in centro e frequenta bella gente, di quella che la vedi sempre allegra, sicura di sé e padrona del proprio destino. 
Farlo studiare è costato grandi sacrifici, ma a quei tempi Giovanni aveva una piccola cartoleria e tirando un poco la cinghia aveva potuto permetterselo. E ne è valsa eccome la pena, dal momento che oggi Giacomo è una persona felice e realizzata. Beh, proprio felice forse no, dal momento che con Cristina le cose non vanno molto bene e parlano sempre più spesso di separazione, ma realizzato sicuramente. Anche se in agenzia la concorrenza sta facendosi sempre più feroce e le rate del mutuo sono davvero pesanti e quel bel Touareg grigio metallizzato la settimana scorsa se lo sono portato via quelli delle riscossioni......

venerdì 6 maggio 2011

Il ruggito del nemico invisibile

Marco Cedolin
Dopo la macchinosa farsa dell'uccisione di Osama Bin Ladin, messa in scena dall'amministrazione americana con il pressapochismo confusionario a cui ci ha abituato fin dal 2001, sembra arrivato il momento d'iniziare a capitalizzare lo sforzo profuso.
Nonostante la cospicua mole d'incongruenze, le foto false e quelle mancanti, il cadavere magicalmente inghiottito dalle acque, gli elicotteri fantasma ed i fantasmi risorti dalle ceneri, tutto il mondo sembra avere creduto alle parole di Obama.
Anche perchè non avrebbe potuto fare altrimenti, dal momento che basta un attimo per trasformare un paese amico in uno stato canaglia e serve solo un battito di ciglia perchè le democrazie diventino regimi ed i presidenti in carica trasmigrino allo status di dittatori sanguinari. Per non parlare dei giornalisti, ben consapevoli del fatto che professarsi amici di Obama e sostenitori di qualsiasi avventura di fantasia venga proposta dall'amministrazione americana, costituisce il viatico per continuare a fare il proprio mestiere con soddisfazione.
Obama ha dunque più di un motivo per rallegrarsi e dopo avere dimostrato che ammazzare a sangue freddo un fantasma, per poi gettarne in mare l'essenza può rivelarsi esercizio propedeutico alla riconquista dei consensi perduti quando si gettavano a mare le prospettive di futuro dei cittadini, fino al punto da indurre il suo popolo a scendere in strada per festeggiare la lieta novella, ora sembra iniziare a pensare davvero in grande.
Osama è morto, ma il nemico invisibile risulta più vivo che mai, minaccia vendette sanguinarie, progetta attentati fantascientifici e promette perfino un nuovo video di Bin Ladin.....

mercoledì 4 maggio 2011

Ma quali complottisti?

Marco Cedolin
Ho sempre detestato le etichette preconfezionate, i codici a barre che ti appiccicano addosso mentre sei voltato dall’altra parte, la presunzione di volerti a tutti i costi catalogare, classificare, enumerare, per introdurti a forza dentro ad una gabbia, dove dovresti sentirti obbligato a recitare la tua parte, come un animale dello zoo.
Fra tutti i maldestri  tentativi di rinchiuderti in un luogo angusto dove tu non possa nuocere e ridurti allo stato di fenomeno da baraccone, senza dubbio quello più urticante è la qualifica di “complottista”, affibbiata a chiunque tenti di fare informazione (sul web o in altra sede) senza sottostare alle regole base imposte dai media mainstream.
Scrivere riguardo all’argomento che ti viene richiesto, farlo con il taglio che ti viene richiesto, non mettere mai in dubbio i dogmi su cui né fondata la società dell’informazione politicamente corretta, non scrivere mai qualcosa che possa  mettere in cattiva luce il sionismo o gli Stati Uniti, fingerti un dotto analista e un letterato raffinato, anche quando fai fatica a mettere insieme una frase di senso compiuto e scrivi su giornalacci disposti a pubblicare immagini taroccate con fotoshop e notizie destituite di ogni  fondamento, pur di alzare la tiratura e compiacere il padrone.....

martedì 3 maggio 2011

Festa di morte

Marco Cedolin
Alla notizia dell'uccisione di Osama Bin Ladin, giustiziato sommariamente con un colpo alla testa come sono soliti fare i sicari di professione, portata nelle case degli americani dal Presidente Barack Obama in persona, quando mancava poco alla mezzanotte, le cronache raccontano che la gente si sia riversata in massa nelle strade per festeggiare il lieto evento.
Manifestazioni di giubilo, concerti di clacson, cori da stadio cantati a squarciagola sulle note dell'inno nazionale, tripudio di bandiere a stelle e strisce, sono andati avanti per tutta la notte, non solo a Times Square e Ground Zero, ma anche in tutte le principali città americane.
Il tutto condito dalla gioia genuina che riempie l'animo dei "giusti", commista all'orgoglio e alla consapevolezza di appartenere ad una grande nazione.
"Giustizia è fatta" ed "Ora il mondo è migliore" ha sentenziato Obama nel proprio proclama trionfalistico dedicato alla nazione.
Ma in tutta questa brutta storia, iniziata con la strage di migliaia di cittadini americani innocenti, per mano del proprio governo e terminata con l'assassinio a sangue freddo di un fantasma impalpabile come la morte.....

lunedì 2 maggio 2011

In morte di un ologramma

Marco Cedolin
Gli “eroici” Navy Seals americani hanno ucciso Osama Bin Ladin, l’inafferrabile icona del terrorismo olografico internazionale, l’ectoplasma più ricercato del pianeta, fin dai tempi dell’autoattentato alle torri gemelle dell’11 settembre 2001, riguardo al quale lui stesso, quando ancora possedeva una dimensione corporea, aveva più volte ribadito la più completa estraneità.
La “sconvolgente” notizia campeggia in formato maxi lusso sulle prime pagine di tutti i media, con una tale ridda di foto, articoli, retrospettive, precognizioni, indiscrezioni e valutazioni dotte, da tenere impegnato il lettore almeno per qualche settimana, sempre che si legga di buona lena e senza troppe distrazioni.
Ci sono i racconti concernenti i risvolti dell’operazione militare di grande prestigio ed estrema difficoltà, perché ammazzare un ectoplasma non è una passeggiata che s’improvvisa così su due piedi.
C’è la narrazione della sepoltura del “corpo” in mare, secondo le modalità del rito islamico, dal momento che quando si ammazza un ologramma non occorre attendere qualche giorno prima di fargli il funerale, anzi si può procedere perfino in anticipo rispetto all’assassinio e sei poi il rito islamico prevede tutt'altra cosa in fondo poco importa.....

domenica 1 maggio 2011

Massacro di Libia

 Marco Cedolin
Inframmezzate fra la sitcom strappalacrime delle nozze fra William e Kate e la beatificazione di Papa Wojtyla, le poche notizie che arrivano dalla Libia sono simili a frustate vigorose che dovrebbero per forza di cose produrre copiose ondate di sincera indignazione, se solo la coscienza popolare non fosse ormai anestetizzata in profondità e l’opinione pubblica gestita a proprio piacimento dai mestieranti della politica.
Le bombe” intelligenti”  americane o forse i caccia francesi, oppure i droni  in partenza da Sigonella, o ancora i “razzi” di estrema precisione che abitano l'immaginario di Silvio Berlusconi , fanno scempio di Tripoli e dintorni e nonostante le strette maglie della censura mediatica, qualche immagine sfocata riesce a giungere fino a noi. Una scuola per bambini down (obiettivo militare di primaria importanza) rasa al suolo e trasformata in polvere di uranio impoverito, la residenza di Gheddafi sventrata e un suo figlio ammazzato, insieme a tre dei suoi nipoti.....