mercoledì 30 marzo 2011

Libia: gli insorti e il popolo

Marco Cedolin
Gli insorti rappresentano senza dubbio l'elemento più oscuro e controverso della guerra in Libia, pur essendo la difesa della loro incolumità il fattore preso a pretesto dall'ONU per scatenare i bombardamenti.
Nell'immaginario di alcuni si tratta di una parte del popolo libico che sta lottando per liberarsi dalla dittatura e conquistare l'agognata democrazia.
Secondo altre fonti sono costituiti da oppositori di Gheddafi e nostalgici della monarchia che tentano di spodestare il Raiss per appropiarsi delle immense risorse petrolifere del paese, ben più appetibili di quanto non lo possa essere la democrazia.
Altre fonti ancora mettono in evidenza la pesante ingerenza occidentale, nell'organizzare, armare ed inquadrare (anche con l'ausilio di elementi delle truppe speciali inglesi) i ribelli, affinchè deponessero Gheddafi ed instaurassero un nuovo regime di proprio gradimento.
Qualcuno ha già perfino individuato nella persona di Mahmoud Jibril, ex direttore dell’Ufficio nazionale per lo sviluppo economico (Nedb) del governo libico, grande privatizzatore, nonchè altrettanto grande amico di Washington, il fantoccio deputato a sostituire Gheddafi quando la guerra sarà finita....
Anche a fronte di tanta mole d'informazioni resta comunque molto difficile inquadrare l'esatta natura e composizione della ribellione nata a Bengasi, sebbene alcuni elementi saltino comunque subito all'occhio.
La partecipazione popolare all'insurrezione è estremamente marginale e non regge il confronto con quanto accaduto in Tunisia ed in Egitto. Niente folle oceaniche e niente masse di cittadini esasperati distribuite sul territorio.
Le motivazioni di tipo economico mancano, non essendo il popolo libico ridotto alla fame, come lo erano quello tunisino ed egiziano.
La rivolta si è delineata fin da subito come un'insurrezione armata e non una protesta di piazza, dal momento che "la piazza" è stata praticamente inesistente.
La fame di democrazia e libertà non è l'elemento che muove gli insorti, molto più interessati al potere ed alla gestione dei pozzi petroliferi.
Gli insorti sono stati generosamente "aiutati" dalle potenze occidentali, altrimenti non si spiegherebbe l'immane quantità di pick up nuovi di zecca, con mitragliatrici e lanciamissili a bordo di cui dispongono.
Nonostante gli "aiuti" generosi passati sottobanco e quelli ancora più generosi che i volenterosi stanno meditando di destinare ufficialmente agli insorti sotto forma di armamento pesante in gentile concessione, l'impressione è comunque che le forze dei ribelli non possiedano la capacità di sconfiggere l'esercito di Gheddafi e conquistare il potere.
Non tanto a causa della loro inferiorità numerica o della minore potenzialità di armamenti, ma anche e soprattutto perchè nel loro cammino di conquista si ritroveranno a fare i conti, oltre che con i soldati, anche con il popolo libico che in larga parte del paese appoggia Gheddaffi e non è certo disposto ad accoglierli in città come i liberatori.

Per ironia della sorte, il più grande problema che si pone sulla strada degli insorti, spalleggiati dall'ONU e dalle potenze occidentali, potrebbe proprio essere costituito da quello stesso popolo libico che la risoluzione dell'ONU si proponeva di difendere da Gheddafi, ed ora violentato dai bombardamenti "umanitari" sembra stringersi intorno al Raiss. 
Che qualcuno alla Casa Bianca abbia sbagliato i calcoli?

6 commenti:

Alba Kan ha detto...

Nella vicenda libica di cose oscure ce ne sono parecchie, l'unica cosa certa è che la Libia è un paese con grandi giacimenti di risorse energetiche e posizionato in un punto geostrategico importantissimo.

Per il resto non ci si capisce niente. Qui in Italia i pacifisti sono diventati guerrafondai e i guerrafondai inneggiano alla "pace"...ma dove andremo a finire!?

Dei ribelli libici in effetti non si sa niente di niente...
Però c'è una cosa che mi sono chiesta, nulla d'importante, solo una cosa che avevo notato...
L'altro giorno in "TV" hanno fatto vedere ribelli che ringraziavano l'occidente per "l'aiuto" sventolando bandiere usa e francesi davanti alle telecamere, ebbene queste bandiere erano nuove di zecca, pulitissime si vedevano ancora i segni della piegatura, e mi sono chiesta, ma in queste zone di guerra dove si combatte e si muore e a volte non si mangia nemmeno, ci sono bancarelle per strada che vendono le bandiere degli invasori?

gemella ha detto...

Sai Marco, in un'agenzia americana (che non ho sottomano) si commentava con piacere come Jibril sia vissuto negli ultimi vent'anni nella Virginia. Cosa diamine ci faceva Jibril per vent'anni in Virginia? Tra le varie altre cose, in Virginia c'è Langley... C'è poi un bel buco nella sua biografia, fino a quando non è magicamente comparso (leggi: infiltrato) nel governo libico nel 2007.

Facciamo un pezzo insieme? ;-)

marco cedolin ha detto...

Cara Alba,
le bandiere nuove di zecca sono sempre indicative di una qualche strumentalizzazione.
Ricordo ancora quando partecipai ad una manifestazione antinucleare a Saluggia e al termine della marcia di un paio d'ore, quando eravamo tornati indietro e ci stavamo approssimando al palco, vidi arrivare una berlina scura dalla quale scesero 4 persone con le bandiere dei Verdi nuove di zecca che ancora mostravano le piegature...scesero dall'auto e salirono sul palco a spiegare le ragioni per cui avevano marciato quel dì :-)

Chi in Libia sventola bandiere USA e francesi, inneggiando ai liberatori, potrebbe anche avere qualche interesse personale per farlo...

marco cedolin ha detto...

Cara gemella,
e dai, facciamolo un pezzo insieme una volta tanto, così non dobbiamo usare la telepatia :-)
Scrivimi in mail che ci mettiamo d'accordo.......

Marco Schanzer ha detto...

Perche' non guardiamo a questo conflitto dal punto di vista della qualita' di governo che attende i libici in caso di imposizione di un governo filo inglese ma costituito da estremisti , opportunisti , criminali ?
Che probabilita' ci sono che abbiano qualche barlume di buona fede o anche solo che non passino il tempo ad ammazzarsi tra di loro ??
Che probabilita' ci sono che continuino a versare soldi provenienti dalle vendite di petrolio nei conti correnti dei cittadini ? Che probabilita' ci sono che non gli infliggano i partiti e quindi un governo litigioso , che alla gente da sopratutto parole e fa scivolare in eterno un Programma ?

marco cedolin ha detto...

Gentile Marco,
anche io ho la forte sensazione che comunque finisca questa guerra, i cittadini libici si ritroveranno molto più poveri e male in arnese di quanto non lo fossero oggi.