giovedì 22 luglio 2010

Poi però non chiedetemi di ripetermi ancora

E' doveroso un aggiornamento sulla vicenda del microscopio della discordia, trattata a suo tempo in maniera approfondita in questa sede e relativa alla libera ricerca imbavagliata, anche con la complicità di chi se ne è sempre professato difensore.

Stefano Montanari
Ho tentato due volte di far pubblicare un mio commento alle stravaganze, almeno di Papa e Toni ospitate da Grillo. tutto inutile: il filtro della censura è invalicabile alla faccia dei grillini che bevono.
Mi scuso se oggi sono lunghissimo, ma sono subissato di mail e di telefonate su quanto imperversa ora in rete.
Di seguito, allora, un paio di lettere: una al professor Stefano Papa, preside della facoltà di Scienze all’Università di Urbino, e l’altra al ragionier Giuseppe Grillo. Per finire, alcune osservazioni su qualcosa pubblicato su YouTube dalla signorina Sonia Toni, ex compagna del ragionier Grillo sunnominato.

Caro Stefano,
Stamattina, un po’ a sorpresa, mi sono trovato una trentina di mail che mi consigliavano di leggere le tue esternazioni ospitate dal blog del comico Beppe Grillo. Tutte, nessuna esclusa, contenevano apprezzamenti sul tuo conto e su quello del tuo ospite, apprezzamenti che non ho assolutamente intenzione di riferire.

Mi è difficile commentare uno scritto così imbarazzante, condito, poi, da un video nel quale, magari per l’abbronzatura, non mostri segni di rossore. Comunque, se non altro per dovere verso chi continua a scrivermi e verso chi anche ora mi ha interrotto con una telefonata, qualcosa scriverò anche se, permettimi la confessione, di tutto questo m’importa solo dal punto di vista del dilettante di etologia che sono....

Per prima cosa, dopo la figura che hai fatto nel corso dell’intervista a Tele Radio Stereo di Roma, non mi pare tu avessi bisogno di raccontare bugie così ingenue come postdatare di due mesi l’appropriazione del microscopio. Forse non ti ricordi di averne firmato la presa di possesso il 22 gennaio 2010 alle ore 11:30 (sei mesi giusti oggi) ma, ancora forse, coerente con il passo della tua università, hai impiegato due mesi a far percorrere all’apparecchio i poco più di duecento chilometri che lo separavano dal luogo dove lavorava a quello dove oggi sta pigliando polvere.

Ho trovato poi geniale la tua affermazione secondo cui l’oggetto è stato “istallato” ad Urbino. In realtà istallato significa semplicemente appoggiato da qualche parte, visto che nessuno l’ha mai usato essendo questo inutilizzabile a causa della mancata calibrazione dopo il viaggio. Se sei stato sibillino ad uso di chi non è addentro alla questione ed è disposto addirittura a prestarti fede, forse sarà meglio che tu non sostenga che l’apparecchio è in qualche modo impiegato perché io ho informazioni dall’interno e in tempo reale sul suo stato e ci rimedieresti una figura poco brillante.

Particolarmente divertente è quando ti addentri in argomenti scientifici. Che tu sia all’oscuro di che diavolo siano le nanopatologie è cosa su cui è inutile insistere e che tu non conosca il microscopio è un fatto di cui ci siamo accorti tutti, lasciamelo dire, anche con qualche ilarità. Sei arrivato ad affermare che noi non usavamo l’apparecchio perché questo “non mostra segni di usura” come se si trattasse di un’automobile da Camel Trophy (comunque, sappi che al suo interno esiste il contaore) e hai aggiunto che noi non avevamo il gruppo di continuità, un aggeggio da cui ti sei trovato, senza riconoscerlo, a pochi centimetri per ore nel corso delle tue visite presso di noi. Ma questo è nulla a paragone dei propositi di dare un’accelerazione agli studi sulle nanoparticelle. Magari, con tuo comodo, m’illustrerai lo stato delle conoscenze sull’argomento da parte degli studiosi dell’Università di Urbino, nei fatti assolutamente non pervenuti nel campo. Quanto, poi, all’ARPAM, beh, stendiamo un velo pietoso e fingiamo di dimenticare le prodezze dell’ARPA in generale. Comunque, attendiamo con ansia i “grossi risultati” che prometti e che saranno comunicati, come assicuri, alla onlus Bortolani, magari evitando di fare come il vostro professor Coccioni che di questo si era assunto l’obbligo per poi ben guardarsi dal farlo.

Resta ancora da stabilire come farete a mettere mia moglie e me nelle condizioni di usare l’apparecchio “almeno una volta la settimana” come vi siete impegnati per iscritto a fare, e questo sia detto al di là del fatto che, per portare avanti una ricerca come quella che facciamo noi, il microscopio serve tutti i giorni per diverse ore e, non di rado, in una particolare modalità che voi non avete, anche di notte. Ad oggi, dopo sei mesi, non solo non abbiamo avuto accesso all’apparecchio, ma nessuno ci ha nemmeno chiesto che cosa serve per condurre le ricerche.

Ad ogni modo, visto che c’è ancora qualcuno che s’interessa a questa vicenda invero stucchevole senza avere le informazioni corrette e complete, invito anche te ad un confronto pubblico da tenersi dove e quando ti piaccia. Se vuoi, porta i tuoi scienziati e dibatteremo con loro anche delle nanopatologie.

Da ultimo, ho molto apprezzato i ringraziamenti che hai rivolto al comico Grillo e alla presidentessa della onlus Bortolani per il dono grazioso. È bello vedere che c’è chi sa essere riconoscente. Nella fretta, però, hai dimenticato di ringraziare me, visto che, per la raccolta dei fondi necessari all’acquisto, io ho tenuto oltre duecento conferenze in giro per l’Italia pagandomi anche le spese (la signora Bortolani ebbe ripetutamente a criticarmi benevolmente per questo). Nei fatti, perciò, io sono di gran lunga il maggior donatore.

Saluti,

Stefano Montanari

Caro Beppe,


Io, forse come te, non leggo il tuo blog, ma stavolta sono stato sollecitato a farlo da qualche decina di mail e da diverse telefonate, non poche di ormai ex-grillini (uno mi ha appena fatto visita).

Per motivi che in parte mi sfuggono, chi ti gestisce ha dato spazio al preside della facoltà di Scienze dell’Università di Urbino, il beneficiato del lavoro di raccolta fondi per l’acquisto del microscopio, e questo ha approfittato dell’occasione per esprimere enormità talmente ingenue da lasciare allibiti.

Naturalmente non ho letto i commenti, e questo ad eccezione di uno che mi è stato segnalato da più fonti. Senza citare l’autore, peraltro a noi due ben noto, anche lì si affermano sciocchezze come quella, tra le diverse altre, che io ti avrei contattato per raccontarti che le multinazionali degli alimenti ci volevano sottrarre il microscopio. Questo quando tu sai bene che non solo la storia delle multinazionali fu una creazione tua ma fosti tu a contattarmi oltre un anno prima tramite Marco Morosini, il ricercatore italiano che lavora al Politecnico di Zurigo. Ma le esternazioni di questo personaggio sono irrilevanti e da accettare con pazienza per la sua a noi due nota tendenza a mentire, cambiando addirittura versione ogni volta che torni comodo farlo.

Ricordando a te e a chi ti segue alcuni passaggi della nostra non troppo felice storia comune, non credo potrai sostenere che la vicenda del microscopio non ti sia servita per costruirti una sorta di aureola di mecenate delle scienze, e tutto senza altro costo se non l’aver devoluto l’incasso, detratte tutte le spese, di due ore di spettacolo a Modena. Di fatto il lavoro pesante lo feci io, sobbarcandomi duecento e passa conferenze su e giù per l’Italia, il tutto a mie spese, al solo scopo di raccattare denaro finito poi, per esclusiva ingenuità mia, alla Onlus Bortolani che, al di là di non aver fatto pressoché nulla, mai mi ha mostrato i conti e ora si è resa protagonista di ciò che sai.

Ma questo ci può anche stare: tu sei un uomo di spettacolo e ti promuovi così. Dopotutto, se le cose fossero filate lisce, la cosa sarebbe stata più che meritoria da parte tua perché una promozione come quella è infinitamente più civile di molte altre.

A questo punto, però, si aprono scenari a dir poco strani.
Sempre per promuovere il tuo personaggio, tu monti una sorta di partito e la mia, peraltro fugace, entrata in politica dava fastidio al tuo progetto. Sia detto che io non mi ero reso conto del fatto, ma anche se ne fossi stato cosciente la cosa non mi avrebbe toccato, stando il fatto che io non chiedo il permesso a nessuno per fare ciò che decido di fare.

Forse a causa di questo, ma forse no, nell’estate del 2008 mi fai arrivare una raccomandata da tuo nipote, l’avvocato Maurizio Grillo, con la quale mi diffidi dal raccogliere fondi per sostentare la ricerca sulla nanopatologie, raccolta che era stata iniziata da un gruppo di grillini fiorentini. Nessun fondamento giuridico per la tua azione, è evidente, ma i grillini bloccarono seduta stante la raccolta. Perché quella lettera? Forse una spiegazione non sarà inopportuna.

Una cosa che venni a sapere solo molto tempo dopo è che almeno dal marzo 2008 tu stavi maneggiando con la Onlus Bortolani per togliermi il microscopio. Tu non avevi alcuna voce in capitolo su quell’apparecchio, ma un nome “prestigioso” come il tuo, almeno a certi livelli, era funzionale all’impresa. Io ignoro se tu ti rendessi conto dell’operazione alla quale ti stavi prestando, ma, conoscendo chi te l’aveva sollecitata, so che non avevi nessuna voglia di mandare al diavolo il personaggio. Comunque sia, faceste tutto per una quindicina abbondante di mesi rigorosamente sottacqua come si fa quando non si può essere fieri di ciò che si fa. Perché non mi avete detto niente? Anche qui una spiegazione potrebbe chiarire le cose.

Stranamente, poi, nessuno, men che meno tu, venne mai a vedere il laboratorio né s’interessò in qualsiasi modo delle nostre ricerche, magari chiedendoci ragguagli e, dunque, resta misterioso come abbiate poi potuto asserire che da noi non si lavorava. Il perché, poi, non si sarebbe dovuto lavorare rientra nella comicità dell’assurdo e, allora, si varcano confini che non mi appartengono.

Quando io venni a sapere tramite una raccomandata della signora Bortolani, che non sentivo da quasi un paio d’anni, che il microscopio era stato “donato” ad Urbino e si tirò in ballo anche te, provai più volte a chiamarti ma tu evitasti sempre di alzare il telefono. Mail e lettere subirono sorte analoga. Anche i miei tentativi di scrivere sul tuo blog andarono regolarmente a vuoto per la ferrea censura (il bavaglio che condannavi strepitando) che chi gestisce lo spazio Internet con il tuo nome impone. Insomma, un muro di gomma invalicabile.

Ora non mi resta che ripetere per l’ennesima volta l’invito che ti rivolgo dal giugno 2009, quando venni a sapere della “donazione”: confrontati pubblicamente con me . Lo so che ti è difficile e non credere che non capisca la tua posizione: forse ti hanno incastrato, tu non sai che cosa dire e, in aggiunta, non hai il coraggio di affrontare un faccia a faccia che sarebbe altro che gridare monologhi in un palasport. Ma, parafrasando Don Abbondio, se uno il coraggio non ce l’ha, mica glie lo può dare l’arcivescovo.

Sia come sia, tutta questa farsa tragica allestita ai miei danni e, soprattutto, ai danni di chi beneficiava delle nostre ricerche, e non si tratta di poca gente, ha una rilevanza scarsissima e serve solo per trastullare qualche donnetta e qualche ragazzotto . Ora siamo impossibilitati ad usare quel microscopio, esattamente come si voleva per gl’interessi che magari non sai nemmeno di difendere, ma nonostante tutte le angherie che siamo costretti a subire, noi non ci siamo fermati e continueremo a lavorare. Come sempre, anche gli esseri che ci fanno vergognare di appartenere al genere umano godranno dei benefici che continueranno ad arrivare dal nostro lavoro. E anche tu, se avrai bisogno, perché può capitare, sappi che da noi non ci saranno difficoltà.

Saluti,

Stefano Montanari
Chi è arrivato fino qui e pensa di reggere fino in fondo, si legga questo link e poi, se è vivo, legga i miei commenti. Avrei potuto scrivere molto di più, ma mi limito a quanto segue:




1) Io ho conosciuto Grillo perché fu lui a venirmi a cercare oltre un anno prima di quanto preteso dalla signorina Toni. Per precisione storica, Grillo mi cercò su consiglio di Marco Morosini, scienziato italiano del Politecnico di Zurigo. Prima io sapevo a malapena che Grillo era un comico.

2) La lista degli alimenti la trovò Grillo (o chi per lui) nel sito della Nanodiagnostics parecchio dopo che si era iniziato a fare cose insieme (febbraio 2005). 3) La lettera alle multinazionali era un’invenzione di Grillo che faceva spettacolo. Quando i rappresentati di qualcuna di queste aziende vennero ad incontrarci non ci fu bisogno di alcun chiarimento, essendo gli esiti di quella ricerca riportati, allora come ora, con estrema chiarezza sul sito della Nanodiagnostics. Per loro Grillo era solo un comico e la sua autorità era quella, appunto, di un comico.

4) Grillo donò due ore del suo lavoro: l’incasso, detratte tutte le spese, di uno spettacolo fatto a Modena. Grillo ricavò una pubblicità notevole come mecenate della scienza e tutto questo ci sta nella promozione del personaggio. Ciò che non ci sta è il far credere, non da parte sua, in verità, che i soldi li abbia raccolti lui. Io ho tenuto oltre 200 conferenze girando l’Italia a mie spese per far arrivare il denaro Ebbi anche donazioni da parte di chi era venuto a conoscere il mio laboratorio (LA220 donò 50.000 Euro) e Grillo c’entrava zero. Per questo io sono abbondantemente il maggior donatore. Nessuno disconosce i meriti del comico, ma non si vada oltre una verità anche troppo gonfiata.

5) La onlus Bortolani si limitò a ricevere il denaro. Le mie ripetute richieste di vedere i conti bancari furono sempre senza risposta.

6) Sulle signore/ine e sui miei poteri taumaturgici credo si possa stendere un velo di pietà.

7) Allora come ora io non faccio il tuttologo. Ad almeno metà delle domande che ricevo, e sono molte ogni giorno, io rispondo “non lo so.” Se la signorina Toni è in grado di trovare risposte su argomenti a me estranei…

8) Sul “gusto del microfono e del palcoscenico”, rendo noto che faccio interventi pubblici da 38 anni e non ci trovo nulla di particolare.

9) Sul mio presunto taglia e cuci non si forniscono dati.

10) A chi dovrei provare di chi era il primo microscopio e come fu pagato? Chi vuole, s’informi presso la CE o l’INFM. Nessuno ha mai messo in dubbio la proprietà e la sottrazione avvenne, come scritto innumerevoli volte, da parte della fiduciaria del CNR modenese (che mai lo usò) approfittando dell’incorporamento dell’INFM (intestatario) da parte del CNR per volontà dell’allora ministro Moratti. Come descritto nel libro Il Girone delle Polveri Sottili, a sottrazione avvenuta, l’apparecchio restò 9 mesi in una cassa e fu ripristinato solo grazie ai fondi di mia moglie. Ora il microscopio è presso il suo laboratorio e lei ne può decidere la sorte a suo piacimento. Una sedicente scienziata romana tempestò di lettere la CE per sapere se luogo ed uso del microscopio fossero regolari e la risposta fu invariabilmente che non esisteva nulla che non fosse perfettamente in regola. Le illazioni stravaganti della signorina Toni sarebbero offensive se non venissero dalla signorina Toni.

11) I signori del meetup modenese hanno sempre evitato con ogni cura gl’incontri privati e/o pubblici che ho proposto numerose volte. Oltre tutto, ogni volta che ho chiesto a questi personaggi di palesarsi (es. tale Giove che ha imperversato a lungo in rete nascosto dall’anonimato), questi sono sempre scappati tra i guaiti accampando motivazioni a dir poco fantasiose. Resta il fatto che sono sempre disponibile ad incontrarli. Che c’entri l’università di Modena, poi, è coperto dal mistero. Comunque, all’università mia moglie c’è ogni giorno e chiunque può incontrarla. Quanto a me, sono abbastanza noto perché mi si possa invitare ad un incontro, argomento del quale non saprei dire. L’anno scorso ho tenuto anche un seminario alla facoltà di Farmacia e qualche mese fa uno a Medicina. Volendo, io c’ero. Sia come sia, la signorina Toni ignora che l’università non ha mai accampato alcun diritto sul microscopio per il semplice fatto che non ne aveva alcuno.

12) Fu la signorina Toni a chiedermi di scrivere Il Girone delle Polveri Sottili perché al momento lei lavorava per l’editore che poi lo pubblicò. Dunque, era il suo lavoro. Curioso che il DVD L’Insidia delle Polveri Sottili di cui feci testo, immagini e interpretazione sia stato ceduto dalla signorina allo stesso editore intestandosene i diritti senza rimborsarmi neppure le spese, senza avvertirmi né dirmi grazie.

13) Con la storiella taroccata del figlio handicappato raggiungiamo abissi di squallore. Per pura amicizia mia moglie si offrì di recuperare i campioni vecchi di ben oltre vent’anni e di analizzarli. Tutti i costi a carico nostro, ça va sans dire. Naturalmente è falso che le analisi fossero nell’ambito di una ricerca sulle malformazioni fetali per il semplice fatto che il ragazzo non era malformato ed è altrettanto falso che vi trovammo materiali a noi sconosciuti. Vero è che non parlammo mai di quanto abbiamo visto in quei reperti perché preferimmo così.

14) Procedendo, la signorina mente ancora: la telefonata su una richiesta di informazioni pubbliche riguardanti le nostre ricerche non è mai esistita e, del resto, gli addetti ai lavori sanno che gli esiti delle ricerche escono dopo anni. Quanto c’è e non è stato pubblicato appartiene ad almeno due corposi lavori comunitari diretti da mia moglie. Ciò che è vero è che io ricordai i costi da noi sostenuti per quelle indagini quando la signorina mi chiese denaro per l’attività che doveva essere di volontariato svolta per la nostra ricerca, volontariato come fa per il signor Grillo qualche migliaio di ragazzi. Se solo la signorina, presentatami da Grillo nell’ambito del grillismo, mi avesse detto che cercava lavoro, le avrei consigliato di rivolgersi altrove. Dal 2004 io non ho uno straccio di stipendio: figurarsi se avevo soldi per lei! Quanto alla donazione, la signorina versò 6.000 Euro e io le resi la somma per evitare di avere ancora a che fare con lei. Il bilancio così ammonta a zero.

15) Su presunte mie censure credo sia solo il caso di ridere. Comunque, la signorina dovrebbe sapere che nel mio blog non esiste selezione e i commenti entrano automaticamente appena sono spediti dal mittente.

16) Ricerca Viva, di cui io ero vicepresidente e di cui io sostenni tutte le spese, fu chiusa non per le amenità riportate dalla signorina Toni ma perché non ottenne lo status di onlus. Detto per inciso, del denaro che era in cassa e che veniva in toto da attività mie io non ebbi più traccia.

17) Interessante la “confessione” della signorina Toni. Ora sappiamo molto di più sulla chiusura della onlus Ricerca è Vita (questa era onlus) appena avvenuta. Sarebbe bello essere informati sul perché di tutto questo impegno per impedirci di fare ricerca. Comunque, onlus che fanno ricerca ce n’è a centinaia e tutte sono tranquillamente operanti.

18) La funzione di Ricerca è Vita è sempre stata chiara e abbondantemente dichiarata. Le illazioni della signorina sono grottesche come, del resto, tutta la paccottiglia che ci ammannisce dalla sua inesauribile cornucopia.

19) Mondo accademico? Che ne sa la signorina Toni del mondo accademico? È mai andata ad un congresso internazionale sull’argomento?

20) Ad oggi l’unica denuncia ricevuta è quella da parte della signorina Toni che, come sempre, pretende soldi, merce da cui pare fatalmente attratta. Del resto non c’è traccia. Rimane il fatto che una denuncia e una sentenza di colpevolezza sono cose piuttosto diverse. Se io avessi il tempo e i mezzi che ha la signorina Toni, provvederei subito di denunciarla per cannibalismo o per bollo scaduto sulla Seicento Multipla (cito da Alto Gradimento). Per ciò che riguarda le denunce prevista a carico della dott.ssa Gatti, restiamo in ansiosa attesa. Qualche cialtrone si trova sempre.

21) Se la signorina Toni frequenta persone che di noi o di me non vogliono sentir parlare, semplicemente non parli di noi o di me, cosa che, invece, pare essere l’unico argomento con cui sappia intrattenere gli sventurati che le capitano a tiro.

22) Grillo mi “ignora” e non m’incontra come io gli ho chiesto più volte perché qualcuno lo ha incastrato in una vicenda squallida che lui non ha compreso fino in fondo, perché non saprebbe che dire e perché ha paura. Naturalmente io resto disponibile. Anche oggi ho tentato qualche volta di chiamarlo al telefono. Squilli ma nessuna risposta.

23) La nostra assunzione all’Università di Urbino? Chiunque conosca le università sa perfettamente che la cosa è impossibile. La mia era ironia, ma, evidentemente, c’è chi non ha strumenti per capirlo. Ma perché mai si può pensare che avremmo potuto volere una cosa così demenziale?

24) Sull’ultima parte dell’interminabile sproloquio preferisco non infierire. Sono sei mesi oggi che il microscopio è spento ad Urbino e là non esiste nessuno che conosca le nanopatologie. Il futuro finale hollywoodiano tratteggiato dalla signorina è già naufragato in faccia al mondo. In fondo, però, ci si voleva solo imbavagliare e Urbino, strumentalizzato per questo, ne esce con l’immagine a pezzi. Ora si tenta di sbolognare quell’oggetto così imbarazzante alla ARPA di Pesaro. Ridere? Piangere? Particolarmente buffa è l’ingenuità della signorina che pare credere davvero che la ricerca di possa fare “almeno una volta la settimana”, per di più senza nemmeno le apparecchiature ancillari necessarie, i locali indispensabili e il personale adatto.

Per finire, se non altro per evitare figuracce, forse sarebbe opportuno parlare di fatti che si conoscono (in altre occasioni, tanto per fare un esempio, la signorina sparò enormità ridicole sul progetto DIPNA di cui non aveva capito nulla come è normale che sia per chi non è del mestiere), non mentire su quelli che si conoscono e cercare di essere equilibrati. Personalmente non provo nulla contro la signorina Toni per la quale, invece, sento tutta la comprensione per le sofferenze che prova chi è solo e chi vive di veleno. Avremmo potuto vivere in amicizia ed in armonia, invece…
Stefano Montanari

9 commenti:

Faber ha detto...

Massima solidarietà a Montanari , ho provato personalmente il muro di gomma di Grillo su questa storia .

Ed è per questo che ho smesso di pubblicarlo sul mio blog , se questa è trasparenza li mando tranquillamente a fanculo ...

Ciao Marco

Anonimo ha detto...

ciao, Faber.

Comprendo la tentazione di prendere una posizione forte quando ci si crede convinti di essere davanti ad una ingiustizia; è un atteggiamento naturale.
Però ti invito a non buttare via tutto quello che di buono cè stato. Anch'io sono convinta che Montanari dica la verità ma ti chiedo di non chiedermi perché: ci possiamo basare esclusivamente su quello che c'è a disposizione in rete; prove non ce ne sono.Io mi limito a considerare le persone per quello che fanno, che scrivono, che denunciano.
Sia Beppe che Montanari, parlano con schiettezza, denunciano senza remore, si adoperano, con una dedizione commovente, per quello in cui credono. Perché non possono sbagliare? (Caro Marco, naturalmente lo so che anche tu non ti limiti a scrivere dei bei pezzi di giornalismo nel web ;-) : non ti cito perché stiamo parlando di altri).
La cosa grave è che ci sarà una spaccatura. Non ti pare strano, proprio adesso che la gente sembra accorgersi del movimento a cinque stelle?
Dobbiamo restare uniti e fare invece pressione affinchè Montanari possa incontrarsi con Beppe e sperare in un chiarimento.
Sono convinta che Beppe è stato male consigliato. Anche se, sinceramente, mi pare un po' tardi.
Comunque, l'importante è non buttare via tutto il lavoro fatto da beppe e da tutta la gente (me compresa) che ci crede.
Un saluto, Sofia Astori.

enza raso ha detto...

Mi dispiace ma non credo affatto all'ingenuità di Grillo. Niente è per caso. La diatriba Grillo-Montanari servì già nel 2008, alla vigilia delle politiche, ad evitare che la vitalissima massa critica che Grillo aveva fortemente contribuito ad infiammare, si aggregasse in un movimento politico in grado di mettere in crisi il sistema. Evidentemente c'è bisogno di dare un altro colpo al neo movimento a 5stelle che, nonostante le briglie, qualche successo sta rischiando di averlo. In un altro post ho paragonato Grillo a Penelope: di giorno strepita di voler formare un movimento di opposizione, di notte lavora per fiaccarlo. Basterebbe confrontare l'entusiasmo, la partecipazione, la passione di 2 anni fa con quella che si respira oggi nei meetup per rendersi conto che la grande occasione l'abbiamo persa nel 2008 e poi chiedersi: cui prodest?

Anonimo ha detto...

Ciao Marco, è un pò che non commento seppur seguendoti sempre, quello che posso dire con franchezza è che la versione del dottor Montanari sull'accaduto è abbastanza riscontrabile, avendo io seguito la vicenda fin dall'inizio, posso dirlo. Basterebbe leggere tutti i passaggi delle vicenda, scambi di lettere, mail, botte e risposte, nel sito del dottor Montanari dal 2008 a oggi... comunque sia la cosa sociologicamente riscontrabile è sempre la stessa, le fazioni createsi non maturano dall'accaduto, prendendo spunto, ma si schierano e si scontrano! Tu mi dirai niente di nuovo sotto il sole.... certo! Però quando si ha a che fare con individui che si fanno paladini del cambiamento culturale, che poi si comportano alla stregua dei crociati...questo fa pensare! Un ultima considerazione, ho amici che hanno provato in mia presenza, ed anche io stesso usando il loro account, a mandare mail di dissenso mai offensive sul blog di Grillo e indovina se le hanno pubblicate!?
Ti ringrazio sempre per il lavoro che svolgi con serietà, e continuo a seguirti.

ciao Ceci

Anonimo ha detto...

Ciao Marco,
controlla la posta su lc, ti ho lasciato dei messaggi.

Anonimo ha detto...

anche io sono stato censurato dal blog di grillo sul caso montanari.
la rete gli si ritorcera contro,.... un giorno,.... forse.
puo censurare nel suo spazio, ma non in tutta la rete.

Gianluca ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Gianluca ha detto...

Che tristezza. Non basta lo stato ad ostacolare la ricerca....

Montanari: "VATTENE !" qui sei sprecato.

Con affetto
un tuo ammiratore.

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie