sabato 1 maggio 2010

In Grecia i "cattivi" protestano


Marco Cedolin
I giornali e le TV stanno da qualche settimana presentando quella che viene definita la “crisi finanziaria” della Grecia, in maniera estremamente didascalica, per molti versi simile ad un fumetto per bambini, alternando alle didascalie dotte disquisizioni e complesse calcolazioni esperite dai guru istituzionali della finanza che discettano ostentando un vernacolo per iniziati incomprensibile ai più.
Le didascalie hanno lo scopo di orientare il pensiero degli italiani, proponendo una lettura della questione tanto semplice quanto rassicurante. Le dotte disquisizioni sono indispensabili per dimostrare che questa è la lettura giusta, in quanto suffragata dal pensiero di chi conosce e domina una materia per “cervelli fini” con la quale le persone “normali” non possono certo nutrire la presunzione di confrontarsi.

La Grecia viene così dipinta nell’immaginario collettivo come un paese vittima di una grave crisi finanziaria, imputabile ad una cattiva gestione del debito pubblico da parte della classe politica che ha permesso il dilagare della corruzione e dell’evasione fiscale, garantendo a larga parte dei cittadini facili guadagni e “privilegi” a pioggia.
Proprio a causa di questo baccanale collettivo costruito a debito, il paese si è trovato così di fronte alla prospettiva di un crack di proporzioni gigantesche, dal quale solamente “l’amica UE” potrebbe essere in grado di sottrarlo. Prospettiva che naturalmente in Italia mai potrebbe verificarsi, poiché i nostri conti sono solidi e la nostra classe politica dall’avvento della seconda Repubblica cammina sulla retta via

I Paesi della UE, dall’alto della loro bonomia, ma anche per preservare intatta la salute dell’euro, si sono detti disposti a devolvere ai greci (a titolo di prestito) decine e decine di miliardi di euro nei prossimi tre anni, indispensabili per riportare a galla il loro equilibrio finanziario. Ma come ogni “buona banca” si sono visti costretti a pretendere alcune garanzie a tutela del loro “investimento”.
Tali garanzie sono costituite naturalmente dall’assicurazione che il governo greco chiuda i rubinetti dei “privilegi” imponendo ai suoi cittadini una serie di riforme “lacrime e sangue” che ne ridimensionino l’opulenza e contribuiscano a risanare i conti pubblici.

La UE ed il governo greco, dopo una serie di trattative, hanno “finalmente” raggiunto un accordo di comune soddisfazione. Ma una parte (peraltro minoritaria) dei cittadini, costituita da facinorosi, anarchici e frange dell’estrema sinistra sta protestando con veemenza, arrivando a scontrarsi con la polizia, perché abituata egoisticamente alla “bella vita” non è disposta a perdere i privilegi acquisiti.

Una rappresentazione molto semplice, convincente, rassicurante, ma tanto visionaria quanto distante dalla realtà.
Le cause della crisi finanziaria greca, oltre che derivare dalla corruzione e dall’evasione fiscale ad alti livelli, allignano in tutta una serie di speculazioni finanziarie internazionali studiate con tutta probabilità proprio allo scopo di condurre la Grecia sull’orlo di un baratro dal quale potrà salvarsi solamente “svendendo” quella sovranità limitata che ancora conservano i paesi della UE.

La sorte della Grecia sarà entro breve tempo seguita da tutti gli altri Paesi, ad iniziare dal Portogallo, dalla Spagna e dall’Italia, poiché il progetto messo in essere (per uno strano scherzo del destino) proprio all’indomani della ratifica del Trattato di Lisbona prevede l’annientamento dell’attuale sovranità limitata degli stati membri ed il trasferimento dell’intera sovranità nelle mani di una confraternita di organismi privati quali BCE, FMI, Banca Mondiale ecc.

Il denaro che verrà devoluto alla Grecia proviene dalla finanza pubblica e pertanto il finanziamento peserà sulle tasche dei contribuenti dei singoli stati. Tale denaro non sarà destinato ad offrire vantaggi ai cittadini greci ma entrerà in una partita di giro dove sarà utilizzato unicamente per coprire le voragini create dalla speculazione finanziaria.
Le garanzie imposte alla Grecia non sono state dettate dagli stati europei che offriranno il denaro, ma dalla confraternita privata di cui sopra. Confraternita che negli anni a venire si è arrogata il diritto di sovrintendere all’operato del governo greco (di fatto sostituendolo) imponendo tempi e modi delle riforme che dovrebbero iniziare la prossima settimana.

Le riforme lacrime e sangue non andranno a colpire i privilegi di un popolo opulento abituato a vivere nello sfarzo, ma metteranno alla fame cittadini con i salari fra i più bassi in Europa (insieme ad Italia e Portogallo) che già oggi vivono in condizione di estrema precarietà a causa della grave crisi economica e della disoccupazione.
Quella che viene dipinta (ed imposta) come un’operazione di risanamento dei conti pubblici, consiste semplicemente in un aumento indiscriminato della tassazione e nel taglio dello stato sociale e dei diritti dei lavoratori. Aumento dell’IVA e della tassazione su molti prodotti, riduzione dell’assistenza sanitaria e pensionistica, tagli degli stipendi, ferie e tredicesime, licenziamento di una cospicua parte dei dipendenti pubblici.

I “cattivi” che protestano e stanno creando disordini nelle principali città greche non sono solamente uno sparuto manipolo di facinorosi, anarchici e professionisti della protesta che non vogliono fare i “giusti sacrifici”. Sono quella parte di cittadini che ha iniziato a prendere coscienza della realtà, realizzando la natura della strada senza ritorno sulla quale la Grecia (paese pilota in Europa) verrà costretto a camminare a partire dalla prossima settimana.
Una strada che in tempi brevi diverrà molto affollata, dal momento che dopo il successo dell’esperimento, gli altri paesi (compresa l’Italia) seguiranno a ruota, condividendo il regalo dello stesso futuro “lacrime e sangue”.
La confraternita di cui sopra sa bene che una volta messa in moto l’operazione è indispensabile fare in fretta e condurre in porto il Blitzkrieg prima che al di là del velo delle didascalie e delle dotte disquisizioni i cittadini percepiscano la realtà ed incomincino a reagire creando problemi che non possano essere risolti con l'ausilio dei lacrimogeni e di qualche manganellata.

10 commenti:

mensa andrea ha detto...

bell'articolo con tanto vero ma anche un po di falso.
il primo falso, che condiziona poi molte delle altre asserzioni, è parlare di "greci" come se si trattasse di un unicum.
non è così. come in tutti i paesi del nostro "occidente" progredito, vi sono fascie di benestanti, una borghesia in via di smantellamento, e tanti poveri.
non ho i numeri della grecia, ma non saranno poi tanto diversi da quelli italiani dove il 10% della popolazione più ricca detiene più del 50% della ricchezza, mentre il 50% della popolazione più povera si divide il 10% della ricchezza.
sono numeri sui quali bisognerebbe fare una riflessione, perchè tra quel 10% ricco, ci sono persone ch epossono anch epermettersi di "giocare" centinaia di migliaia o addirittura milioni di euro sul mercato finanziario.
chiamo mercato finanziario quello che ormai è un casinò per partecipare al quale, devi esser disposto a perdere anche tutto quanto ci giochi.
se gli hedge found dispongono di 10.000 miliardi di dollari da giocare, moltiplicabili anch eper 10 o 20 grazie a leve finanziarie, significa che ci sono almeno 10.000 miliardari (in dollari) che per permettersi il lusso di giocare 1 miliardo devono averne almeno un altro se non altri 2.
è stata fatta la classifica dei 500 inglesi più ricchi, il più meschino dei quali è miliardario (in sterline).
allora non parliamo di greci, italiani, inglesi, ecc... perchè tra questi vi sono molte più differenze che tra i ricchi di ogni paese, o tra i poveri di ogni paese.
ed il fatto che ci siano personaggi così ricchi, porta subito a pensare che sia estremamente facile per loro corrompere, evadere, malversare restando sempre impuniti, per non parlare del nostro paese dove un delinquente a capo del governo, con un parlamento ai suoi ordini, si fa le leggi per non farsi manco processare.
e così si spiega come con aliquote marginali che non arrivano al 50% si ingrandiscano questi capitali, ma per non rendere subito evidente la macroscopicità dell'ingiustizia si preferisca indebitare lo stato piuttosto che affrontare la realtà. e su chi si riversa poi l'onere di tali debiti ambplificati, questo si, da quella speculazione che dopo aver creato i grossi capitali, li gioca poi controagli stati stessi indebitati fino al midollo.
se c'è una responsabilità di tutti i poveri, greci e non, è quella di non essersi mai domandato la provenienza di tanto benessere, non aver mai cercato di capire come governanti più degni della galera che degli altari, affossavano gli stati.
ecco quindi che le banche, il gruppo terribile dei potenti,avranno anche avuto buon gioco, ma perchè la popolazione ha accettato di non guardare, non capire, rimbesuita da televisioni idiote e sport da drogati.
se per risvegliare le coscienze occorreva toccare un fondo, beh, ci stiamo avvicinando, e speriamo che una presa di coscienza dei propri diritti risvegli questi poveri popoli rincretiniti.

Alba Kan ha detto...

Chi sarà il prossimo? Come ha detto marco e come si sente dire da un pò, ci sono altri paesi in condizioni molto simili a quelle della Grecia...
Prima o poi sarà il turno dell'Italia e c'è una cosa che mi preoccupa molto:
"In Grecia i "cattivi" protestano"
...in Italia non ci sono cattivi...
;)

Anonimo ha detto...

Vado fuori tema per fare una domanda al sig. Cedolin. Ho letto il suo libro sulla TAV, un tunnel della democrazia. Essendo questo libro del 2006 potrei sapere molto brevemente qual'è la situazione in questo momento?

Grazie e complimenti per il suolavoro.

Anonimo ha detto...

infatti ricordo la protesta dei pensionati di qualche mese fa passata praticamente sotto silenzio. Quei poveri vecchietti furono pure caricati.

marco cedolin ha detto...

Gentile Andrea,
grazie per il commento, molto articolato e in larga parte condivisibile.
Senza dubbio la popolazione greca (così come quella di altri paesi) non rappresenta un elemento omogeneo, ma un insieme molto variegato dove il divario fra le classi povere e quelle benestanti risulta estremamente elevato, con una forbice in continuo aumento.
La speranza, in Grecia come altrove, è sempre quella di un progressivo risveglio delle coscienze.

Cara Alba,
hai perfettamente ragione, in Italia non ci sono i "cattivi" ed è una cosa assai preoccupante...

marco cedolin ha detto...

Gentile Paolo,
grazie per i complimenti, con la speranza che abbia trovato il libro interessante.

In Val di Susa, come ho scritto nell'articolo che segue:
http://ilcorrosivo.blogspot.com/2010/01/tav-in-val-di-susa-si-torna-al-2005.html
la situazione è tornata pressapoco al 2005, con la contrapposizione muro contro muro fra le forze di governo (nazionale, regionale e provinciale)che intendono costruire l'opera con la forza e larga parte della popolazione che non vuole l'opera ed è intenzionata a bloccare qualsiasi cantiere anche mettendo a rischio la propria incolumità personale.

Nel corso degli ultimi mesi il confronto ha avuto per oggetto i sondaggi farsa:
http://ilcorrosivo.blogspot.com/2010/01/trivelle-ad-alta-velocita.html
messi in essere per scopi di natura mediatica.

Con tutta probabilità entro la fine dell'anno o nei primi mesi del 2011 l'attenzione si sposterà invece sul tentativo d'installare a Chiomonte il cantiere per la costruzione del tunnel geognostico.
Si tratterà in questo caso di una questione molto più seria rispetto alle trivelle dei sondaggi, dal momento che il tunnel geognostico rappresenterebbe il vero e proprio inizio della costruzione dell'opera.

Se le interessa approfondire qualche argomento, domandi pure senza farsi problema.

Anonimo ha detto...

In Italia i "cattivi" saranno quelli della Lega che, approfittando degli attacchi speculativi contro il paese Italia, daranno fondo a tutte le loro risorse e capacità per giungere alla secessione e alla proclamazione della Padania, libera e indipendente.

Anonimo ha detto...

Rumors dicono che è pronto l'attacco speculativo alla Spagna.

marco cedolin ha detto...

Può anche darsi, però personalmente ci credo poco.
All'interno della UE non ritengo esistano spazi per secessioni o territori indipendenti, a prescindere da chi intenda costituirli.

Fra il Portogallo e la Spagna sarà una bella lotta per decidere il primo destinato a salire sul patibolo. Anche io comunque ho la sensazione che le quote della Spagna siano in aumento.

Amo la Grecia ha detto...

Come si può dire risveglio delle coscienze dei greci? Solamente?
E i Francesi??? Gli inglesi? Gli Italiani i tedeschi ecc....?

Ormai è un mondo globalizzato e questo ha dei pro e dei contro... Certo ma i pro?? Dove sono se quando è il momento di prendersi assieme delle responsabilità le deleghiamo ad un gruppo?