giovedì 27 novembre 2008

Carta Oro



Marco Cedolin

La distanza fra la politica ed i cittadini continua a farsi sempre più siderale, probabilmente dipende dal fatto che gli uomini politici una volta assurti agli sfarzi delle logge del potere hanno in tutta fretta dimenticato come vivono le persone normali o più semplicemente è da imputare al fatto che la politica ha ormai raggiunto un tale livello di autoreferenzialità da avere perso ogni residuo contatto con il mondo reale.
Sul finire di questo freddo novembre, mentre già le festività natalizie s’intravedono all’orizzonte ed i governi occidentali continuano a regalare miliardi alle banche (da sempre le aziende con più alta redditività al mondo) mentre si propongono di fare altrettanto con la disastrata industria automobilistica, seguendo le orme di quel vero simbolo del mercato liberista che sono gli Stati Uniti, anche in Italia il governo è in piena attività. Si è appena provveduto a donare Alitalia alla cordata d’imprenditori di rapina capeggiata da Colaninno, ma il vero obiettivo è costituito dal fronteggiare la crisi finanziaria e rinfocolare i consumi di Natale che sembrano in procinto di essere fagocitati dalla recessione.

Dopo il disastro della scuola di Rivoli, il cui soffitto è crollato in testa agli studenti, uccidendo un ragazzo di 17 anni e ferendone altri 20, Guido Bertolaso ha reso noto il drammatico stato in cui versano gli edifici scolastici italiani, affermando che occorrerebbe un investimento di 13 miliardi di euro per metterli in sicurezza. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che della tragedia di Rivoli non si è curato minimamente, ha annunciato con il sorriso sulle labbra di avere stanziato 16 miliardi di euro, non per evitare che le scuole crollino ammazzando gli studenti, bensì per costruire grandi opere, nella fattispecie (come da lui affermato) trafori alpini attraverso i quali convogliare il traffico merci che nei prossimi anni a causa della recessione aumenterà sicuramente a dismisura.

Il ministro Tremonti ha invece occhi solo per le famiglie e proprio ieri ha presentato alla stampa la “Social Card”, una sorta di carta di credito prepagata destinata a 1.300.000 italiani e contenente 120 euro da spendere negli esercizi commerciali convenzionati. La carta verrà ricaricata mensilmente di 40 euro dalla generosità dello Stato e potranno fruirne i cittadini ultra sessantacinquenni e le famiglie con figli piccoli (fino a 3 anni) che abbiamo un reddito fino a 6000 euro, non più di una casa e non più di un'auto. Senza entrare nel merito dell’entità dell’aiuto di Stato che sembra piuttosto misera per rivelarsi propedeutica all’incremento dei consumi e al mezzo con cui si è ritenuto di veicolarlo, non si può evitare di mettere in evidenza come il metro usato per aiutare i “poveri” non risulti assolutamente equilibrato, dal momento che tutti i disoccupati a reddito zero, senza figli o con figli grandi non usufruiranno neppure di questa elemosina.
Peggio di Tremonti sarebbero comunque riusciti a fare il PD e la CGIL che preferirebbero aiutare le famiglie più povere detassando le tredicesime, dimenticando che in Italia i più poveri, disoccupati e precari, la tredicesima non sanno neppure cosa sia.

Affrontare il profondo malessere economico che attanaglia le famiglie italiane, con carte di credito, una tantum e offerte promozionali è un po’ come prendere il mare in una giornata tempestosa a bordo di un materassino, con la speranza che la prima onda ci ributti a riva sul bagnasciuga anziché affogarci. Gli italiani che sono in sofferenza economica (tutti gli italiani che sono in sofferenza economica) non hanno bisogno di qualche elemosina formato “mastercard”, bensì di un reddito continuativo che consenta loro di vivere con dignità, di progettare un futuro, di non sentirsi al margine della società.
In un’Italia dove l’emorragia occupazionale sta crescendo a dismisura non servono a nulla le carte di credito modello Tremonti e meno ancora l’elemosina mirata a coloro che percepiscono la tredicesima, come gradirebbero la sinistra ed i sindacati.Occorre creare nuove opportunità di lavoro, magari indirizzando i 16 miliardi stanziati a favore delle grandi opere della mafia del cemento e del tondino (il settore che in assoluto genera il minore ritorno in termini di occupazione) per ristrutturare gli edifici scolastici e liberarli dall’amianto, magari procedendo a ristrutturare, nell’ottica di accrescere la loro efficienza energetica, il patrimonio immobiliare, magari riconvertendo quell’anacronistico dinosauro che è l’industria automobilistica alla costruzione di microcogeneratori per l’autoproduzione energetica, magari procedendo alla bonifica delle aree inquinate dai rifiuti tossici di provenienza industriale. Le occasioni certo non mancherebbero, quello che manca è purtroppo una classe politica che possieda una minima consapevolezza della realtà che la circonda e sappia affrancarsi, almeno un poco, dal suo ruolo di “cameriere” dei grandi poteri che ne gestiscono l’operato.

6 commenti:

Luca C. ha detto...

L'anno si chiude in bellezza, con la svendita di Alitalia, e quella, recentemente decisa dal Consiglio dei Ministri di Tirrenia. Il che vuol dire che nel giro di pochi mesi ci ritroviamo senza aviazione civile e senza marina mercantile.
I soldi per fare le autostrade, le ferrovie ad alta velocità e il ponte sullo stretto però ci sono, per dare lavoro alle imprese e ai dipendenti.
Come no, agli amici degli amici.
E in quanto al lavoro, si tratta, come tu hai sottolineato, di pochissime unità, per lo più napoletani o rumeni che lavorano in condizioni schiavistiche.
A questo si aggiunge un blocco del turn over per la pubblica amministrazione sempre più stringente.
Personalmente ho sempre pensato, e l'ho detto chiaramente, che i bei discorsi di Tremonti contro il mercatismo erano solo un bell'incarto che nascondeva una sòla completa, cosa che è stata evidente al più tardi dalla promulgazione del DL 112 del luglio scorso. Adesso vedo che se ne stanno accorgendo un po' tutti, ma alcuni ci hanno messo mesi e mesi.
Naturalmente, i soldi per mandare 4 Tornado a tirare le bombe sui guerriglieri afghani ci sono come quelli per mantenere dei reparti di occupazione coloniale in vari parti del mondo per conto terzi.
Luca

Anonimo ha detto...

MC ha scritto:
Senza entrare nel merito dell’entità dell’aiuto di Stato che sembra piuttosto misera per rivelarsi propedeutica all’incremento dei consumi e al mezzo con cui si è ritenuto di veicolarlo, non si può evitare di mettere in evidenza come il metro usato per aiutare i “poveri” non risulti assolutamente equilibrato, dal momento che tutti i disoccupati a reddito zero, senza figli o con figli grandi non usufruiranno neppure di questa elemosina.


R:Se non altro non si può dire che questo governo, non abbia in qualche modo portato un, se pur misero, aiuto
ai meno abietti. Per contro un qualsiasi governo di sinistra come panacea a tutti i mali avrebbe rimesso mano nelle tasche del ceto medio (esiste ancora?), degli artigiani e commercianti ( che costituiscono l'ossatura dello stato stesso), e forse anche in quella degli industriali ( ma ne dubito visto che la sinistra italiana, che ha sempre accusato la destra di essere assoggettata al capitale e all'industria, si è sempre comportata come la meglio carta da culo, sempre attenta a non essere troppo ruvida, e di certo non l'ha fatto per per portare vantaggi al popolo dei suoi elettori)



MC ha scritto:
Occorre creare nuove opportunità di lavoro, magari indirizzando i 16miliardi stanziati a favore delle grandi opere della mafia del cemento e del tondino (il settore che in assoluto genera il minore ritorno in termini di occupazione) per ristrutturare gli edifici scolastici e liberarli dall’amianto, magari procedendo a ristrutturare, nell’ottica di accrescere la loro efficienza energetica, il patrimonio immobiliare, magari riconvertendo quell’anacronistico dinosauro che è l’industria automobilistica alla costruzione di microcogeneratori per l’autoproduzione energetica, magari procedendo alla bonifica delle aree inquinate dai rifiuti tossici di provenienza industriale.


R:Magari espropriando , che poi non è il termine esatto - visto che sono davvero poche le industrie che hanno pagato di tasca loro le infrastrutture - le strutture delle industrie, vedi FIAT, che hanno fatto un massiccio uso degli ammortizzatori sociali (prepensionamenti, cassa integrazione, mobilità lunga, ecc ecc) che hanno attinto dalle casse dello Stato, e cioè dalle nostre, fondi per la ristrutturazione. Esproprio non al fine di cartolarizzare il territorio o l'immobile, ma per dare nuova produttività ad uno stabilimento che è costato negli anni migliaia di miliardi di lire, ma con l'aiuto di Stato, Regione, Comuni e Comunità, e imprenditori "sani" che abbiano voglia d'investire, senza chiedere soldi alle banche, avviare un'impresa totalmente "socializzata" con una ripartizione degli utili in base agli articoli 44 e 45 della legge sulla socializzazione delle imprese D.L. del 12 febbraio 1944
XXII e.f., n.375 (G.U. d'Italia, 30 giugno 1944, n.151). L'impresa socializzata deve essere un'impresa che si presta ad essere facilmente convertita in base agli andamenti del mercato o a seconda degli interessi della nazione sullo stampo delle industrie nipponiche, questo per garantire alle maestranze continuità di lavoro svincolata dall'altalena dei mercati, mettendo le industrie al riparo da speculazioni finanziarie di stampo borsistico.

Anonimo ha detto...

INCENTIVI ALL’ INCENERITORE DEL GERBIDO
Approvato l'emendamento sui certificati verdi.

L’INCENERITORE di Torino potrà beneficiare del contributo dei
certificati verdi.
"Apprendiamo con soddisfazione l'approvazione dell'emendamento." ha dichiarato Giuseppe Vallone, Presidente di TRM "ringraziamo gli On. Esposito (PD) e Ghiglia (AN) per la determinante azione bipartisan svolta, che ha permesso l'impegno da parte del Governo".
"L'approvazione di questo emendamento rappresenterà per la società non solo la concretizzazione di un'importante voce di ricavo, ma anche un suo incremento" ha dichiarato Bruno Torresin, Amministratore Delegato di TRM "ciò permetterà di ridurre l'attuale ipotesi tariffaria da 97,5 Euro/tonnellata a 92,5".
Torino, 26 novembre 2008


Commento minimo a questa monnezza di Stato:

i Signori Esposito (PD) e Ghiglia (AN) se hanno messo la firma (loro come altri parlamentari che hanno aderito a questa brillante operazione)
vanno immediatamente resi responsabili della mancata applicazione della direttiva 2001/77/CE, (ma anche)
della concorrenza sleale per aiuti di stato illegittimi nel mercato libero dell'energia.
Vanno resi responsabili di tutte le multe che l'Italia sarà condannata a pagare.
Mentre milioni di italiani soffrono la fame, questi signori regalano denaro pubblico a delle spa (che altrimenti sarebbero costrette a riciclarli, quei materiali, con grande beneficio del sistema-Paese tralaltro).

Roberto Pirani
www.buonsenso.info

marco cedolin ha detto...

Caro Luca,
la tua riflessione non fa una piega, tanto amara quanto calzante alla realtà attuale.

Caro Marco,
in effetti se risulta per molti versi ridicola l'entità e la forma concernente quello che viene spacciato come un aiuto di stato ai più poveri, ancora più ridicole risultano nel tono e nel merito le critiche di un centrosinistra che a questo riguardo non ha fatto nulla quando era al governo e dimostra di non sapere proporre nulla neppure ora che è all'opposizione.
Personalmente ciò che mi lascia più allibito è come anche nelle operazioni di "marketing" come questa di Tremonti, la passata di Padoa Schioppa (pensioni)e l'alternativa ventilata dal PD in questi giorni (detassazione delle tredicesime)s'indirizzi l'elemosina non verso i più poveri (senza dubbio disoccupati e precari a prescindere da quanti figli abbiano, oltre che pensionati)bensì verso determinate classi di poveri scelte in virtù di criteri la cui natura continua a restarmi oscura.

Per quanto riguarda il discorso delle industrie, l'impresa socializzata è sicuramente uno spunto degno d'interesse ma si tratta a mio avviso di un discorso complesso perchè va inquadrato all'interno della realtà determinata dalla globalizzazione che ha stravolto qualunque coordinata di riferimento.

Caro Roberto,
grazie per la notizia riguardante il megainceneritore del Gerbido e per la tua condivisibile riflessione.
E' sempre "commovente" vedere come PD e PD+L marcino a braccetto di comune accordo ogni qualvolta si trovino di fronte alle grandi opere. Un banchetto del quale approfittare con gioia, mangiando con le mani, senza preoccuparsi tropo del grasso che cola sulla giacca :-)

Anonimo ha detto...

Marco Cedolin wrote:
Per quanto riguarda il discorso delle industrie, l'impresa socializzata è sicuramente uno spunto degno d'interesse ma si tratta a mio avviso di un discorso complesso perchè va inquadrato all'interno della realtà determinata dalla globalizzazione che ha stravolto qualunque coordinata di riferimento.

caro Marco

Bisogna essere realisti, se le industrie italiane applicano una politica globalizzante, per sporco e bieco interesse, non è affare della Nazione,in fin dei conti le regole del libero mercato impogono a chi ha i soldi d'investire dove più lo ritiene opportuno. Con queste premesse lo Stato ha l'obbligo morale e moralizzatore di costituire una politica autarchica, che faccia da contrappeso alla chiusura degli stabilimenti, applicando la e favorendo la decrescita e la socializzazione delle imprese.

Se non si crea un contrappeso, in tempi più o meno brevi, la deriva sarà irreversibile, ma come disse mio nonno: Anche se in un mare di merda, "NAVIGARE NECESSE"

Saluti

marco cedolin ha detto...

Caro Marco,
senza dubbio la creazione di micro economie autocentrate che facciano da contrappeso alla macro economia globalizzata è indispensabile. Così come è necessario operare una riduzione di scala che riesca a valorizzare le peculiarità dei territori e delle comunità, sempre più appiattite dalla logica della globalizzazione.

Un caro saluto
Marco