mercoledì 22 novembre 2006

Visco sogna la casta dei VIP

Marco Cedolin

La “fantasia creativa” degli uomini politici italiani sembra davvero non conoscere limiti e tende a farsi ogni giorno più fervida. Dopo il colpo di genio di Francesco Rutelli che intendeva relegare le vacanze degli italiani nel periodo delle nebbie in Valpadana, ora è il turno del Vice ministro dell’Economia Vincenzo Visco, uomo che durante gli anni 90 si è distinto per l’alacrità con la quale ha portato avanti la propria “missione” di alleggerimento delle tasche dei cittadini.
Visco durante un’audizione parlamentare concernente l’anagrafe tributaria ha reso partecipi gli astanti riguardo ad una sua felice intuizione volta a risolvere il problema dell’uso improprio dei dati, connesso al recente scandalo del cosiddetto spionaggio fiscale.
Dopo essersi profuso in un sermone sull’immediata necessità di procedure più garantiste volte a controllare la coerenza delle interrogazioni con gli accertamenti in corso, il Vice ministro ha estratto dal cilindro un coniglietto che pur essendo assai poco democratico e per nulla incline a rappresentare i valori della nostra costituzione potrebbe (a suo dire) costituire una panacea per il problema della tutela dei grandi interessi.

Secondo le parole di Visco bisognerebbe introdurre “un archivio delle persone sensibili, non solo del mondo politico ma anche Vip, personaggi ricchi per i quali c’è la necessità di garantire la privacy”. Politici e Vip verrebbero in pratica inseriti all’interno di una lista “esclusiva” in modo che scatti una sorta di allarme informatico ogni volta che qualcuno di loro viene sottoposto a qualche sorta di controllo. Nella perversa logica del Vice Ministro il diritto alla privacy finisce dunque di essere un patrimonio di tutti i comuni mortali per diventare esclusivo appannaggio di una casta di eletti (non certo dai cittadini) che potranno così vantare diritti e doveri differenti da quelli del resto della popolazione. La legge finirebbe dunque di essere “uguale per tutti” oltre che nei fatti (come lo è da sempre) anche nei proponimenti del legislatore che dovrebbe adeguarsi allo stato delle cose ufficializzando i privilegi di un’elite. Ci sarebbe molto da riflettere riguardo a questo tentativo di rilettura in chiave “indiana” della nostra costituzione da parte di un Vice Ministro facente parte di quella maggioranza di centrosinistra che fino a pochi mesi fa ha fatto della difesa costituzionale la propria bandiera. Così come ci sarebbe da riflettere su quanto una visione piramidale dei diritti del cittadino sia in sintonia con il programma di governo di quella stessa maggioranza.

Come nel caso di Rutelli credo comunque sia meglio fingere si sia trattato di una boutade di cattivo gusto, di una celia magari riuscita male, di un escamotage per distrarre l’attenzione generale dal problema della finanziaria e pertanto sorridere sull’aspetto ludico della vicenda.Con quali criteri il buon Visco intenderà procedere nello stilare la lista degli eletti? Oltre agli uomini politici che da sempre anche davanti alla legge godono di privilegi inenarrabili quali saranno i nomi dei futuri intoccabili?
Sicuramente il carnet comprenderà grandi industriali, finanzieri, attori, cantanti, showman e showgirl, telegenici assortiti, scrittori “di grido” e giornalisti che gridano, opinionisti, psicologici, grandi dottori e uomini di scienza. Ma con quale criterio e da chi saranno decisi i nomi di coloro che meritano lo status di VIP e di quelli irrimediabilmente destinati a rimanere nel novero delle persone comuni, la cui privacy è talmente insignificante da non meritare neppure di essere tutelata? Nel portare avanti questa operazione non ci sentiamo in tutta franchezza d’invidiare Visco. Già si materializza davanti ai nostri occhi la marea di “pizzini”, pressioni, raccomandazioni, inciuci, prebende, rimostranze, da cui verrebbe letteralmente sommerso chiunque fosse deputato a farsi carico della scelta.
Migliaia di “personaggi in cerca d’autore” che protestano per il loro mancato inserimento nel gotha, schiere di veline, letterine, pupe e secchioni che si sentono defraudati di un loro diritto inalienabile, naufraghi famosi che si accapigliano fra loro per entrare nel clan, una folla inesausta di persone “importanti” che qualora escluse dal baccanale, in perfetto stile italico saranno pronte ad urlare con pervicacia – Lei non sa chi sono io!-

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