domenica 9 maggio 2004

Rapporti confidenziali

Marco Cedolin

Il Movimento della Croce Rossa opera nel campo dell'aiuto umanitario sulla base di sette principi fondamentali comuni, adottati dalla XXa Conferenza Internazionale della Croce Rossa svoltasi a Vienna nel 1965, che costituiscono lo spirito e l'etica della Croce Rossa e della quale sono garanti e guida. Essi sintetizzano i fini del Movimento ed i mezzi con cui realizzarli e sono nell'ordine: "L'UMANITA' - L'IMPARZIALITA' - LA NEUTRALITA' - L'INDIPENDENZA - IL CARATTERE VOLONTARIO- L'UNITA'- L'UNIVERSALITA'".
Già da questa sintetica dichiarazione si evince dunque come la Croce Rossa si proponga per sua stessa affermazione come un movimento umanitario super partes, coeso nello sforzo di alleviare e prevenire in ogni circostanza le sofferenze degli uomini, nonché sempre per sua stessa affermazione si preoccupi di diffondere l'educazione alla salute e la conoscenza dei principi fondamentali del diritto internazionale umanitario.
“Dignità per tutti” era infatti il motto che la Croce Rossa affermava di volere realizzare nel primo decennio di questo millennio.

Ho fatto questa breve premessa poiché in tutta l'aberrante vicenda delle torture compiute dai soldati angloamericani nei confronti dei prigionieri iracheni (e non solo), in tutte le vergognose notizie che giorno dopo giorno si arricchiscono di nuova vergogna e nuovi particolari, credo esista un'incongruenza di fondo che continua a tormentarmi e più scaccio il pensiero, più questo mi si ripresenta vivido alla mente.
La Croce Rossa da oltre un anno sapeva tutto ma non si è mai minimamente preoccupata di denunciare pubblicamente cosa stava realmente accadendo nei lager d'Iraq!

La Croce Rossa internazionale ha affermato in questi giorni di aver consegnato più di un anno fa all'amministratore USA in Iraq Paul Bremer un rapporto sugli abusi dei militari statunitensi nei confronti dei prigionieri iracheni, questo naturalmente in forma confidenziale, poiché l'umanità, l'imparzialità, la neutralità e l'indipendenza hanno consigliato a questi signori di guardarsi bene dall'informare il mondo intero del piccolo particolare che in Iraq i soldati americani torturavano in maniera diffusa i propri prigionieri.
Solo dopo che la Tv americana CBS, mandando in onda le prime foto ha aperto all'opinione pubblica mondiale la porta della stanza degli orrori; la Croce Rossa ha incominciato a fare dichiarazioni, asserendo di aver inviato rapporti riguardanti gli accadimenti alle autorità di Washington a quelle Britanniche nonché a Paul Bremer
E'strano come i responsabili della Croce Rossa, dopo avere informato i vertici politici degli stati implicati nei casi di tortura, non abbiano ritenuto giusto denunciare le torture (nella logica di lenire e prevenire la sofferenza degli uomini) anche presso gli organi d'informazione e trattandosi di crimini contro l'umanità, presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Molto probabilmente se questo fosse avvenuto, molti di coloro che durante questo anno sono stati ammazzati, storpiati, violentati e seviziati avrebbero conosciuto una sorte diversa.
Francamente non mi riesce proprio di capire cosa sia o voglia essere un'organizzazione che agisce come ha fatto la Croce Rossa. La pratica omertosa mal si sposa con i principi umanitari, chi sia a conoscenza di un delitto e tuteli il colpevole attraverso il proprio silenzio diventa automaticamente suo complice e poco importa il fatto che abbia sussurrato nell'orecchio dell'assassino che stava compiendo una cattiva azione.

L'impressione più attendibile è quella che anche la Croce Rossa, come l'ONU faccia parte di quelle organizzazioni che a dispetto delle belle parole che compaiono nel loro statuto si sono invece appiattite su una logica di servilismo nei confronti del potere che le gestisce e con esse gestisce a proprio uso e consumo anche i contributi che i donatori in buona fede elargiscono in tutti i paesi del mondo.Solamente una vergogna di più su questa strada dell'imperialismo coloniale d'inizio millennio già lastricata di vergogne senza fine. Strano come in questo mondo globalizzato, all'insegna dello strapotere massmediatico si finisca sempre con lo scoprire che tutti sapevano tutto, tranne noi.

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