giovedì 19 febbraio 2004

Il giorno dello struzzo

Marco Cedolin

Non si sono ancora spenti gli ultimi echi della bella kermesse strappalacrime di "Uniti nell'Ulivo" che già il neonato cartello di centrosinistra torna a far parlare di sé e per la seconda volta in una settimana non ci si può esimere dal restare basiti dinanzi alla pessima maniera di fare opposizione che sembra appartenere a questo variegato gruppo di politicanti.
Se già imitare pedissequamente il modello americanberlusconiano delle convention plastificate, con immancabile sottofondo dell'inno di Mameli non si era certo rivelata una scelta felice, ciò che è accaduto ieri sembra essere, nel merito e nei modi un passo falso le cui conseguenze rischiano di stroncare sul nascere le velleitarie speranze di potere dei mestieranti consociati nel nome di Romano Prodi.
Il facile disimpegno alla Ponzio Pilato esternato al senato di fronte ad un argomento di scottante rilevanza quale il prolungamento dell'occupazione del suolo iracheno da parte dei nostri soldati è un segnale politico che travalica la semplice impressione di trovarci di fronte ad un gruppo di uomini senza il coraggio delle proprie idee, Uniti solamente nell'essere pavidi ed asserviti al volere dei grandi gruppi di potere. Si tratta di un vero e proprio schiaffo in faccia a tutti milioni di persone, di sinistra e non, che si sono fino ad oggi battuti per la pace, Uniti loro si, sotto un'unica bandiera ed un'unica idea e che per quell'idea si sono spesi, hanno urlato, sussurrato, marciato a più riprese.

Si tratta della palese dimostrazione di come la Casa delle libertà potrà continuare a governare (come peraltro ha fatto fino ad oggi) nell'assoluta mancanza di un'opposizione degna di tale nome, proseguendo nella sistematica demolizione dei principi costituzionali, potendo sempre contare nei momenti topici sulla complicità di coloro che per logica sarebbero chiamati a difenderli.

Il confidare sul fatto che gli italiani siano disposti a dare il proprio voto ad una formazione politica incapace di schierarsi e di costituire un'alternativa che non sia l'imitazione della politica del governo, mi sembra un'illusione in verità permeata di molto ottimismo.
Attraverso i silenzi assensi, le alzate di spalle, i disimpegni, non si costruisce nulla se non un vuoto teatrino dell'effimero fine a se stesso.

Di fronte ad azioni gravissime quali la riforma Biagi, quella delle pensioni, il contributo all'occupazione di uno stato sovrano, lo smantellamento della scuola e della sanità, il progressivo depauperamento del reddito degli italiani, occorrevano ed occorrono reazioni forti, decise, consapevoli.
Per fare opposizione però non basta essere Uniti, magari per affondare tutti insieme la testa nella sabbia come gli struzzi, occorre avere delle idee, il coraggio per portarle avanti e la costanza di perseguirle, tutte qualità che gli amici di Romano Prodi hanno già ampiamente dimostrato di non possedere, né ora né mai.

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