giovedì 14 agosto 2003

Affari di famiglia

Marco Cedolin


Noi italiani stiamo vivendo senza ombra di dubbio una congiuntura economica molto preoccupante, dal momento dell'introduzione dell'euro (ricordate i proclami di Prodi, chiediamo qualche sacrificio per entrare in Europa da subito?) in poi si è innescata una spirale perversa molto pericolosa.
In questi tre anni l'inflazione, spesso mimetizzata dietro la maschera della nuova moneta, ha galoppato a ritmi forsennati, senza che le statistiche ufficiali nutrissero alcuna velleità di rapportarsi con la realtà.
La forbice fra il valore reale dei redditi ed il costo della vita ha continuato inesorabilmente ad aprirsi sempre più, bruciando ogni possibilità di risparmio ed inducendo chi tentava di mantenere il proprio tenore di vita precedente a bruciare le proprie risorse monetarie accantonate o a ricorrere al mercato del credito al consumo.
Mentre si ha l'impressione che questo esodo d'agosto alla ricerca di qualche refolo di fresco fra mari e monti costituisca solo la quiete che prelude alla tempesta autunnale, una tempesta fatta di problematiche sempre più gravi e vissute sull'orlo di una recessione che pare sempre più vicina ed inevitabile, c'è anche chi, abbandonato ogni senso della realtà, avanza una proposta che somiglia molto da vicino a un “colpo di grazia” nei confronti della nostra agonizzante economia.
Il ministro delle infrastrutture Pietro Lunardi ha anticipato la propria intenzione di chiedere al comitato interministeriale per la programmazione economica di autorizzare l'aumento delle tariffe per autostrade e ferrovie.

E' chiaro che una decisione del genere, qualora portata a termine, si rivelerebbe disastrosamente scellerata, ripercuotendosi immediatamente sui costi delle merci, che già stanno levitando oltremisura.
In una situazione nella quale s'impongono in tempi brevi interventi mirati a far risalire il valore reale dei redditi, ultima ratio per evitare l'ormai prossimo sgretolamento del sistema economico nazionale, un ministro del governo dimostra ancora una volta di perseguire interessi personali che nulla hanno in comune con quelli della collettività

In primo luogo mi preme sottolineare che le autostrade italiane, famose per essere fra le più care in Europa ma anche fra quelle che versano in condizioni più disastrose, hanno fatto riscontrare da dicembre 2001 ad oggi un aumento medio dei pedaggi che si aggira intorno al 10% ed ha contribuito in maniera significativa all'incremento dell'inflazione, non si apprezza pertanto la ragione per la quale debbano essere autorizzati nuovi salassi nei confronti degli automobilisti e dei consumatori tutti.

L'indicatore però più preoccupante della “filosofia” con la quale continua a muoversi il governo, alligna nel piccolo particolare che Lunardi in persona è titolare (anzi per precisione era, avendo per ovvia opportunità trasferito la proprietà a moglie e figlie) della Rocksoil, una fra le principali imprese di costruzioni autostradali, legata a doppio filo alla Società Autostrade (sono fioccate le interrogazioni parlamentari a questo riguardo, con oggetto i progetti del passante di Mestre e del ponte sullo stretto di Messina).Come sempre l'interesse del privato prevarica quello della collettività, resta solo da domandarsi fino a quale limite estremo riuscirà a spingersi la protervia di pochi, prima che il sistema Italia incominci a dissolversi come un castello di carte.